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Rivista Interdisciplinare di Studi Paesaggistici ... - Landsible.eu

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<strong>Rivista</strong> <strong>Inter<strong>di</strong>sciplinare</strong> <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> <strong>Paesaggistici</strong> / Inter<strong>di</strong>sciplinary Review of Landscape Stu<strong>di</strong>esLE TRASFORMAZIONI DEL PAESAGGIO DI PIANURA CUNEESEIN UNA PORZIONE A CAMPIONE TRA CENTALLO, BUSCA ETARANTASCA, NEL CONFRONTO TRA LE FOTO AEREEDEL 1954 E DEL 2003 1Emanuela Morelli 2Pur non conoscendo in modo approfon<strong>di</strong>to la storia che ha coinvolto negli ultimi decenni il paesaggio <strong>di</strong>pianura cuneese, e non potendo <strong>di</strong>sporre <strong>di</strong> altre indagini <strong>di</strong> supporto allo stu<strong>di</strong>o, ad una prima lettura dellefoto aeree effettuate in due <strong>di</strong>versi anni, ovvero al 1954, quando i gran<strong>di</strong> mutamenti dell’epocacontemporanea non avevano investito ancora in modo rilevante il paesaggio (in quanto appena in atto), e al2003, cioè dopo quasi cinquant’anni dalla prima, possono essere in<strong>di</strong>viduati alcuni evidenti processi <strong>di</strong>trasformazione in atto che mo<strong>di</strong>ficano rapidamente il paesaggio in oggetto.Un paesaggio che muta non necessariamente è una cosa negativa, poiché esso è soggetto vivo,essendo costituito da elementi viventi, e in continua trasformazione: non è <strong>di</strong>fatti possibile ipotizzare che unpaesaggio rimanga sempre uguale a se stesso nel tempo. È tuttavia importante comprendere la natura deiprocessi <strong>di</strong> trasformazione, ovvero come questi mo<strong>di</strong>fichino la struttura del paesaggio, in modo da conoscerese questi siano dei profon<strong>di</strong> processi <strong>di</strong> alterazione, che possono comportare nel presente o nel futuro la<strong>di</strong>struzione dei valori collettivi presenti (senza costruirne altri).Cosa è cambiato, dunque, negli ultimi cinquant’anni?Innanzitutto, la maglia del tessuto agrario al 2003 si presenta decisamente semplificata rispetto al ’54:le singole parcelle strette e lunghe, contenenti più coltivazioni (si vedono numerose colture arboree) sipresentano ora più larghe e omogenee con una prevalenza <strong>di</strong> monocoltura (coltura a seminativo). Nel ’54sono presenti anche numerosi filari arborati continui a delimitare i campi e i canali irrigui (bealere) mentrenell’immagine al 2003, rimangono solo alcuni tratti residuali qua e là, senza un’effettiva messa a rete (o asistema) <strong>di</strong> questi elementi lineari <strong>di</strong> forte <strong>di</strong>versificazione e caratterizzazione.Dal punto della rete infrastrutturale, in questa porzione a campione, non si registrano notevolicambiamenti. Probabilmente però sono sparite, con il processo <strong>di</strong> semplificazione del reticolo agrario, moltestrade bianche, o perché <strong>di</strong>strutte nell’accorpamento dei campi, o perché hanno perso il loroequipaggiamento vegetale e sono state asfaltate cambiando così sostanzialmente il loro rapporto con ilpaesaggio.Il sistema del costruito invece registra notevoli mo<strong>di</strong>fiche: si sono ampliati <strong>di</strong>fatti i due principalicentri urbani (Busca e Centallo) con e<strong>di</strong>lizia residenziale e industriale-artigianale e i piccoli nuclei urbani <strong>di</strong>San Chiaffredo e Tarantasca. Processi <strong>di</strong> urbanizzazione, che possono comportare problematiche nonin<strong>di</strong>fferenti, sono registrati lungo la principale viabilità e, in modo puntuale e <strong>di</strong>ffuso, entro le particelle deicampi.In definitiva le foto aeree presentano un paesaggio maggiormente semplificato nei suoi caratteristrutturali originali (minor <strong>di</strong>versificazione colturale, minor equipaggiamento vegetale, per<strong>di</strong>ta del reticoloagrario, ecc.), la rottura <strong>di</strong> alcuni sistemi a rete (visivi, relazionali ed ecologici, quali ad esempio le bealere) eal contempo una maggior complessità inse<strong>di</strong>ativa, che vede non più solo una regola aggregativa intorno aiprincipali nuclei urbani, ma una <strong>di</strong>ffusione e<strong>di</strong>lizia, non necessariamente legata all’attività agricola, entro ilpaesaggio agrario che può comportare processi <strong>di</strong> perforazione e quin<strong>di</strong> <strong>di</strong> frammentazione.1 [Il presente contributo rappresenta una delle attività svolte a livello locale nell’ambito <strong>di</strong> LANDSIBLE. Dette attività locali miravanoad applicare la metodologia comune in<strong>di</strong>viduata e con<strong>di</strong>visa dai partner del progetto. Da tale applicazione è derivato uno strumento <strong>di</strong>analisi dei caratteri strutturali e dei significanti del paesaggio cuneese, che tentava altresì <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare <strong>di</strong>namicamente aspetti <strong>di</strong>criticità e possibili scenari futuri. Un resoconto più ampio verrà fornito nel prossimo numero della rivista. In ogni caso, sul sitowww.landsible.<strong>eu</strong> sono fin da ora <strong>di</strong>sponibili molti dei materiali prodotti. N.d.R.]2 Università <strong>di</strong> Firenze, consulente del sotto-progetto LANDSIBLE.77

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