<strong>Rivista</strong> <strong>Inter<strong>di</strong>sciplinare</strong> <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> <strong>Paesaggistici</strong> / Inter<strong>di</strong>sciplinary Review of Landscape Stu<strong>di</strong>estestimonianza <strong>di</strong> ciò, si può portare il lento e faticoso iter del Piano Paesaggistico Regionale, perla cui realizzazione sarebbe auspicabile un maggiore e più solerte impegno da parte dellaProvincia). Bisogno corrispondente espresso: proporre una riflessione che a partire dall’ambitolocale e dalla mobilitazione <strong>di</strong> forze, energie e stakeholder locali cerchi <strong>di</strong> interagirecostruttivamente con le istituzioni (comunali, provinciali, regionali, nazionali, <strong>eu</strong>ropee).Complessivamente, le azioni svolte a livello locale 17 nell’ambito <strong>di</strong> LANDSIBLE – azioni cheadottavano la comune metodologia messa a punto dal partenariato 18 – hanno tenuto a mente questo orizzonteproblematico, proponendo volta a volta ipotesi <strong>di</strong> soluzione o specifici esperimenti. Al <strong>di</strong> là comunque deirisultati conseguiti 19 , il lavoro e le ricerche svolte nell’ambito <strong>di</strong> un partenariato internazionale hanno avuto ilmerito <strong>di</strong> richiamare la centralità del binomio concettuale <strong>di</strong> sensibilizzazione e partecipazione dellacitta<strong>di</strong>nanza. Ciò è effettivamente espresso a chiare lettere nell’art. 6 della Convenzione <strong>eu</strong>ropea delpaesaggio, a proposito delle azioni e misure specifiche da intraprendere per tutelare il paesaggio in quantobene comune. In relazione a ciò e in chiusura, vorremmo dunque riba<strong>di</strong>re – avendo sperimentato il progettoLANDSIBLE sul campo – alcuni punti: innanzitutto, che il paesaggio va tutelato come bene comune dellepopolazioni; in secondo luogo, che l’estromissione della citta<strong>di</strong>nanza dalla partecipazione alla gestione delbene comune paesaggistico non può che generare impoverimento del valore e del bene comune in sé; in terzoluogo, che per la gestione del paesaggio sono in<strong>di</strong>spensabili una pluralità <strong>di</strong> punti <strong>di</strong> vista, <strong>di</strong> competenze e <strong>di</strong>esperienze che solo un’effettiva partecipazione può realizzare; infine, che tra le azioni che è possibile edoveroso condurre in vista della tutela e gestione attiva del paesaggio, l’espletamento <strong>di</strong> quelle che mirano asensibilizzare (in senso inter<strong>di</strong>sciplinare) la citta<strong>di</strong>nanza su tali tematiche risulta essere effettivamenteprioritario e in alcuni casi ad<strong>di</strong>rittura urgente.17 Eccone alcune, a titolo esemplificativo: alcuni seminari interattivi per stakeholder locali, una Summer school <strong>di</strong> formazionepaesaggistica rivolta a giovani professionisti e ricercatori, un concorso fotografico incentrato sui valori paesaggistici, la realizzazione<strong>di</strong> un Book del paesaggio cuneese (<strong>di</strong>sponibile al sito www.landsible.<strong>eu</strong>), <strong>di</strong>versi convegni e momenti <strong>di</strong> formazione, svariatepubblicazioni volte alla <strong>di</strong>vulgazione <strong>di</strong> conoscenza e informazioni.18 Cfr. l’articolo <strong>di</strong> Mordacchini Alfani-Correnti-Trusiani in questo stesso numero della rivista.19 Tali risultati sono pubblicati sul sito Internet del progetto www.landsible.<strong>eu</strong>.69
<strong>Rivista</strong> <strong>Inter<strong>di</strong>sciplinare</strong> <strong>di</strong> Stu<strong>di</strong> <strong>Paesaggistici</strong> / Inter<strong>di</strong>sciplinary Review of Landscape Stu<strong>di</strong>esLINEE GUIDA ALLA METODOLOGIAPROGETTUALE INTERPARTENARIALEMaria Lorenza Mordacchini Alfani, Antonio Correnti, Elio Trusiani 11. Il presupposto scientifico-culturaleIl recente <strong>di</strong>battito <strong>di</strong>sciplinare in corso pone la <strong>di</strong>fferente caratterizzazione paesaggistica dei territori com<strong>eu</strong>na ricchezza da salvaguardare. L’identità e la riconoscibilità paesaggistica rappresentano un elementofondamentale della qualità dei luoghi dell’abitare e sono <strong>di</strong>fferentemente correlate con la qualità della vitadelle popolazioni (cfr. Convenzione Europea del Paesaggio). In molti casi però le scelte <strong>di</strong> trasformazioneterritoriale ed urbana non tengono sufficientemente conto <strong>di</strong> questo aspetto. La per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> qualità, varietà e<strong>di</strong>fferenziazione è in molti casi associata alla per<strong>di</strong>ta <strong>di</strong> identità dei luoghi e del senso <strong>di</strong> appartenenza dellapopolazione agli stessi, contribuendo così a minare la sicurezza e la facilità <strong>di</strong> relazioni tra i <strong>di</strong>versi soggettiterritoriali e le popolazioni. Per non <strong>di</strong>re che, in prospettiva, un’inadeguata gestione del territorio e delpaesaggio sia sovente all’origine <strong>di</strong> problematiche economiche <strong>di</strong> vario genere e/o del mancato sviluppo <strong>di</strong>qualità <strong>di</strong> un territorio. Le politiche al momento attivate sono orientate soprattutto per i paesaggi <strong>di</strong> notevoleeccellenza e pregio e spesso finalizzate solo ad una tutela conservativa degli stessi.Il territorio è in continua mo<strong>di</strong>ficazione, le trasformazioni del paesaggio non possono essere evitate,bensì occorre che siano consapevolmente guidate: ossia chiaramente orientate e coerentemente gestite.Questo non solo per contestualizzare paesaggisticamente gli interventi, ma anche per valorizzare e tutelare almeglio le potenzialità storiche e paesistiche locali, quali elementi <strong>di</strong> competitività territoriale e possibilepunto <strong>di</strong> partenza per la in<strong>di</strong>viduazione <strong>di</strong> strategie <strong>di</strong> sviluppo sostenibile. Affrontare in questo modo il temarende necessario passare da una visione settoriale ad una visione integrata, capace <strong>di</strong> interpretarel’evoluzione del paesaggio in quanto sistema unitario nel quale le componenti ecologica e naturaleinteragiscono con quelle inse<strong>di</strong>ativa, economica, socio-culturale e storica. Ciò avviene con il <strong>di</strong>rettocoinvolgimento degli stakeholder <strong>di</strong> tale territorio, vale a <strong>di</strong>re <strong>di</strong> coloro che detengono un interesse (<strong>di</strong> variogenere) relativo, appunto, ad un territorio e alle modalità della sua gestione.Ogni processo <strong>di</strong> trasformazione territoriale, come ogni nuovo intervento, contribuisce comunque amo<strong>di</strong>ficare il paesaggio, consolidandone o destrutturandone le relazioni e gli elementi costitutivi (significantie/o landmark), proponendo nuovi riferimenti o valorizzando quelli esistenti. Le trasformazioni fisiche, sia inpassato che attualmente, in modo più o meno consapevole, sono il risultato <strong>di</strong> <strong>di</strong>versi atteggiamenti rispettoallo stato dei luoghi su cui intervengono: possono porsi in rapporto con i caratteri naturali, i caratteridell’architettura del paesaggio, i caratteri storici e culturali, oppure possono sovrapporsi ad essi in modoin<strong>di</strong>fferente. Assumere questa consapevolezza quale prima ipotesi <strong>di</strong> lavoro significa conseguentementeinterrogarsi su come rendere esplicito e con<strong>di</strong>visibile il rapporto tra previsioni <strong>di</strong> piano e progetto e l’idea <strong>di</strong>paesaggio che esse sottendono, idea <strong>di</strong> cui sovente nella popolazione e negli stakeholder locali si sono persele tracce culturali e la consapevolezza; cercare <strong>di</strong> in<strong>di</strong>viduare momenti specifici e modalità <strong>di</strong> efficace ecomunitaria riflessione utili ad aprire il confronto sui caratteri (significanti e/o landmark) del paesaggio cheabbiamo ere<strong>di</strong>tato e quelli del paesaggio che avremo o potremmo avere e in cui abitiamo e svolgiamo lenostre attività economiche.1 Consulenti del Parco Regionale Marturanum (Barbarano Romano, prov. <strong>di</strong> Viterbo).70