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LA CORTE BENEDETTINA DI LEGNARO Vicende ... - Giuliocesaro.it

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SANTE BORTO<strong>LA</strong>MIUna parola va spesa anche per chiarire quando e perquali vie quei gangli della v<strong>it</strong>a agricola che furono lecorti si cost<strong>it</strong>uirono o iniziarono la loro secolare vicendadi docili creature nelle mani dei monaci.Le corti, come si sa, sono strutture di lungo periodo lacui diffusione su larga scala in tutto l’Occidente europeosi usa attribuire al grande sforzo organizzativodelle campagne realizzato dai sovrani carolingi verso lafine del IX secolo, anche se c’è chi ha r<strong>it</strong>enuto di intravedernel’incubazione nel mondo med<strong>it</strong>erraneo già inquelle ville rustiche dell’età tardoantica e dei primisecoli barbarici nelle quali i grandi proprietari avevanoavviato un enorme lavoro di concentrazione di uominie di terreni all’insegna di una tendenziale autosufficienzaeconomica 9 . Nel caso del Veneto le prime attestazionidi esse non sono in ogni caso così precocicome in altri amb<strong>it</strong>i della penisola. Solo per il terr<strong>it</strong>orioveronese, che è il meglio documentato per questo periodo,si hanno sparse e scarne indicazioni di simili grandiaziende in cui la forza lavoro veniva organizzata asostegno di una agricoltura che stentava a farsi largo inun oceano di incolti fin dal principio del IX secolo, masi tratta per lo più di un<strong>it</strong>à fondiarie appartenenti allagrande nobiltà o agli episcopi, largamente favor<strong>it</strong>ianche dal punto di vista del potere sulla società contadinadalla debolezza dell’autor<strong>it</strong>à pubblica 10 . Più precisamentele prime notizie di braide, cioè di terre arativea conduzione diretta di alcune corti agricole risalgonoqui all’anno 813 e si fanno via via più frequenti in progressodi tempo 11 . Una delle più note e meglio organizzateera quella di Ostiglia, sulle rive del Po, e appartenevafin dalla metà del IX secolo al monastero emilianodi S. Silvestro di Nonantola 12 . A differenza di quanto siverifica Oltralpe, dove alcune grandi fondazioni monasticheerano in grado di far redigere accurati inventario pol<strong>it</strong>tici delle terre e dei dipendenti già in epoca carolingiae anche diversamente da altre zone padane o delcentro-sud della penisola, nel Veneto le corti monastichecompaiono relativamente tardi e per lo più comefrutto della munificenza dei potenti del secolo – marchesi,conti e altri grandi esponenti dell’aristocrazia – odei presuli diocesani. Ciò risulta perfettamente dalcaso di Padova. Di una fra le prime corti benedettinedocumentate in terr<strong>it</strong>orio padovano, quella di S. Tommasodi Monselice, sappiamo ad esempio che esistevaalmeno dal 906 e solo nell’anno 914 fu donata dal contedi Verona Inghelfredo al monastero femminile venezianodi S. Zaccaria, per essere confermata pochi annidopo dal vescovo di quella c<strong>it</strong>tà 13 . Essa era provvista diuna cappella officiata da un prete designato dalle monacheche, come risulta da notizie più tarde, svolgevaanche funzioni di amministratore della casa padronale(domus cultile) ubicata a ridosso delle mura della c<strong>it</strong>tadinaeuganea e del complesso di fondi rustici cui mettevanocapo altrettanti poderi familiari (massaricie,casalia), di orti, di vigneti, di uliveti, di prati, di pascolie di terreni selvatici disseminati nei dintorni e dipendentida essa. Con lo stesso atto di liberal<strong>it</strong>à le religiosedi S. Zaccaria ricevevano un’altra corte, pure provvistadi una cappella dedicata a S. Maria, in quel di Cona.Una potente abbazia veronese, quella di S. Zeno, eravenuta a sua volta in possesso di altre cospicue proprietànel Padovano già da qualche decennio quando,nel 939, permutava col vescovo della c<strong>it</strong>tà scaligera lachiesa di S. Tommaso s<strong>it</strong>a appunto in una local<strong>it</strong>à vicinaa Piove di Sacco chiamata tuttora Corte, più altredue tra i colli Euganei e i Berici, precisamente a Boccone a Montegalda 14 . Anche questa comprendeva unachiesa retta da un monaco, era provvista di un cim<strong>it</strong>eroe aveva un corredo imprecisato di case e masserie contadinee di serv<strong>it</strong>ù. Una particolar<strong>it</strong>à, anzi, di questoperiodo d’oro dell’espansione monastica fu che i patrimonidonati, fossero o meno organizzati in grosse proprietàaccentrate, si dislocavano con grande facil<strong>it</strong>àanche a distanze notevoli dall’ente benedettino che liotteneva, proprio perché le logiche pol<strong>it</strong>iche dei facoltosidonatori e quelle delle abbazie o delle congregazioniregolari beneficate non seguivano, come sarà insegu<strong>it</strong>o, particolari cr<strong>it</strong>eri di esclusivismo c<strong>it</strong>tadino.Così è normale incontrare già nell’anno 983 sia cortisia casali (cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>i di sol<strong>it</strong>o da un<strong>it</strong>à aziendali ugualmenteaccentrate ma più piccole), in mano al monasterovicentino dei SS. Felice e Fortunato in tutta la zonacollinare euganea (a Zovon, Boccon, Fontanafredda,18

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