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LA CORTE BENEDETTINA DI LEGNARO Vicende ... - Giuliocesaro.it

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FRANCESCO G.B. TROLESEeserc<strong>it</strong>are il potere di nomina dei rettori della chiesadi San Biagio. Infatti, il 6 aprile 1339 mentre si trovavasotto il portico dell’ab<strong>it</strong>azione di Nicolò, rettoredella chiesa di San Biagio, alla presenza di Jacopo,rettore di San Leonardo d’Isola dell’Abbà, e delmonaco Parino, economo di Santa Giustina, intimòal rettore della chiesa di Santa Maria di Legnaro delVescovo di non celebrare in San Biagio, come puredi non intervenire sul suo beneficio e sulla chiesa 125 ,mentre il 19 maggio 1339 con il consenso dei monaciParino, economo, e Nicolò Caseta il priore Jacopoinvestì del beneficio sacerdotale nella chiesa di sanBiagio il sacerdote Jacopo, rettore di San Leonardod’Isola dell’Abbà. Il conferimento del beneficio, cuipresenziò il rettore della chiesa di San Biagio Nicolò,era stato possibile per la morte del sacerdote Domenicoda Roncaglia 126 .I due sacerdoti di Legnaro e d’Isola dell’Abbà presenziarono,assieme al cappellano del monastero Giovannida Ravenna, nel cap<strong>it</strong>olo di Santa Giustina ad un attod’invest<strong>it</strong>ura feudale, in favore di Pietro detto Agobellodel fu Benedetto da Isola dell’Abbà, il 4 marzo 1340effettuata dall’economo Parino con il consenso del suopriore Jacopo da Casale e del sacrista Nicolò 127 .Un altro beneficio clericale fu consegu<strong>it</strong>o il 28 marzo1345 dal chierico Benedetto di Marco da Campagnola,poiché si era reso libero per la morte del figlio di FrancescoDumpario. La sua immissione in ufficio fu compiutadal rettore di San Leonardo d’Isola dell’Abbà,Jacopo, il successivo 22 aprile 128 .All’inizio del Quattrocento la chiesa di San Biagio diLegnaro era dotata di 9 benefici clericali, ma in segu<strong>it</strong>oad una supplica indirizzata dall’abate Barbo al papaMartino V – motivata con la contrazione delle rend<strong>it</strong>edella chiesa causate dalle continue guerre, dalla persistentemortal<strong>it</strong>à dovuta alla peste, e ad altre sventure, icui beni rendevano solo 50 ducati d’oro, appena sufficiential mantenimento dei due sacerdoti – furono ridottia cinque con la lettera apostolica «Ad ea per que»,datata 21 febbraio 1427, indirizzata all’abate di PragliaGiacomo Dottori, il quale doveva badare a renderlaesecutiva 129 . La procedura di riduzione non si era ancoracompiuta nel 1443, se il 30 agosto il papa EugenioIV incaricò l’abate di San Daniele in Monte SmeraldoRustega a verificare a che punto era il procedimento,poiché i benefici da nove erano divenuti dieci, giacchéuno era stato applicato all’altare di Santa Caterina 130 .Durante la vacanza abbaziale, causata dal trapasso nelgoverno della c<strong>it</strong>tà di Padova dai Carraresi ai Veneziani,furono confer<strong>it</strong>i: il 12 novembre 1406 un beneficioclericale in favore di Bartolomeo del fu Nicola da Piovedi Sacco 131 ; il successivo 22 un beneficio sacerdotale aPietro del fu Antonio da Piove di Sacco per la rinunciadi Giovanni Spelegino 132 . Pochi mesi dopo il suoingresso l’abate Ludovico Barbo assegnò il 23 aprile1409 un altro beneficio al chierico Francesco di Simoneda Piove, per la morte di Domenico del fu Checo daCampoverardo 133 . Il vescovo Pietro Marcello conferì il1º marzo, dopo l’invest<strong>it</strong>ura dell’abate, ai due sacerdotiGiovanni e a Bartolomeo del fu Domenico, ambedueda Piove di Sacco, la cura d’anime della popolazione diLegnaro 134 . L’abate Barbo nel conferire il 3 maggio 1410un beneficio al chierico Michele del fu Bartolomeo daCartura, residente come chierico nella chiesa di SanMichele di Padova dove era rettore il santo sacerdoteMarco da Trento (profeta della riforma di Santa Giustina),motivò tale conferimento come necessario insegu<strong>it</strong>o all’allontanamento del sacerdote Angelo dellaPuglia 135 . Un’altra rend<strong>it</strong>a beneficiaria fu attribu<strong>it</strong>a il 31agosto 1417 al chierico Giovanni di Vendramino, pellicciaio,dall’abate Ludovico Barbo 136 . Il 2 settembre 1416era vicario il sacerdote Pietro del fu Matteo da Segnain Dalmazia 137 . Il cap<strong>it</strong>olo monastico di Santa Giustina,presieduto dal medesimo abate, conferì dopo la mortedi Giovanni del fu Francesco da Piove di Sacco «gracioseet liberal<strong>it</strong>er» il 17 febbraio 1429 il secondo beneficiosacerdotale al prete Giovanni del fu Fantino da Piovedi Sacco, detto da Volparo, il quale in tale occasiones’impegnò con giuramento d’essere obbediente e fedeleall’abate, ai monaci e ai suoi successori, di non vendere,alienare o dare in pegno i beni mobili e immobili delmonastero, di non assentarsi dalla parrocchia per piùdi quindici giorni continui senza la licenza dell’abate 138 .Per la presa di possesso dell’ufficio fu incaricato il pri-50

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