12.07.2015 Views

LA CORTE BENEDETTINA DI LEGNARO Vicende ... - Giuliocesaro.it

LA CORTE BENEDETTINA DI LEGNARO Vicende ... - Giuliocesaro.it

LA CORTE BENEDETTINA DI LEGNARO Vicende ... - Giuliocesaro.it

SHOW MORE
SHOW LESS
  • No tags were found...

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

FRANCESCO G.B. TROLESEmera pietà ed elemosina nei suoi riguardi 84 .Di fronte ai dati esposti come pure a quelli che sarannosuccessivamente evidenziati potrebbe ovviamente sorgereun interrogativo: ma che tipo di rapporto esistevaalla fine del secolo tra il monastero e i contadini? Sipuò tranquillamente affermare che era molto buono,anche se alla luce della nostra attuale sensibil<strong>it</strong>à si consideraun paternalismo illuminato. Durante un’accesadiscussione giudiziaria, il cellerario Girolamo Bollanida Venezia testimoniò il 22 ottobre 1507, che il monasterodi Santa Giustina non aveva l’usanza di espelleredai suoi fondi i lavoratori, purché rispettassero le datedi pagamento dell’aff<strong>it</strong>to 85 .IL CINQUECENTOL’indirizzo verso la concessione dei beni fondiari conun contratto alla parte, era stato già assunto verso lafine del secolo precedente, se il 2 settembre 1499 ilpriore Modesto da Padova e il cellerario Girolamo daVenezia stipularono un contratto con Lorenzo Tascaper 17 campi, ered<strong>it</strong>ati dagli zii Giovanni e Nardo,condonandogli inoltre il deb<strong>it</strong>o di 19 moggi, 7 staia eun quarto di frumento, 1 moggio e 6 staia di spelta,1 moggio, 8 staia e due quarti di miglio, 9 mastelli divino, 17 galline, 17 polli, 8 cinchi, 109 uova, lire 74 esoldi due. Il canone fissato, che comprendeva la corresponsionedella quarta parte dei frutti da trasportarealla gastaldia di Legnaro, come pure le condizionidell’accordo sono dichiarate in linea con la legislazionevigente nella c<strong>it</strong>tà di Padova 86 . Lo stesso richiamo, conle medesime condizioni, si riscontrano nei contrattistipulati il 31 dicembre 1500 con Nicolò della Palmadel fu Antonio per 65 campi arativi e piantati a v<strong>it</strong>ie alberi, s<strong>it</strong>uati in più parti del terr<strong>it</strong>orio di Legnaro,con cortili e una casa coperta di coppi e costru<strong>it</strong>a dimuro. I coloni menzionarono esplic<strong>it</strong>amente che nongradivano la concessione in aff<strong>it</strong>to, ma a dir<strong>it</strong>to parziario,secondo quanto stabil<strong>it</strong>o dagli statuti comunali diPadova 87 . Quanto si realizzava a Legnaro non era delresto estemporaneo, poiché si può ricordare che nellanon lontana Corte di Maserà i terreni del monasteroerano stati concessi, il giorno precedente, alla parteper tre anni, ai seguenti contadini: Bartolomeo Salmasoper 98 campi, Giovanni Merico per 80 campi eDomenico Ruzante 88 .All’inizio del Cinquecento è attestato chiaramente ilcontratto di colonia parziaria 89 . È il caso del 24 marzo1506, quando i monaci Pietro da Bergamo, sindaco delmonastero, e Agostino da Padova, cellerario, concedetteroalla parte ad Ambrogio e Girolamo del fu AndreaSartore, fratelli, una possessione di 32 campi arativi,piantati a v<strong>it</strong>i e alberi, s<strong>it</strong>uati a Legnaro dell’Abatenella contrada Arzere, a norma degli statuti del Comunedi Padova. Gli accordi prevedevano la divisione ametà dei seguenti raccolti: le biade grosse con la lorodecima, concorrendo il monastero con la metà dellesemine, il vino lavorato nella gastaldia con la decima;dei prodotti minuti l’abbazia percepiva un quarto e ladecima; una terza parte degli alberi. La semina dellaveccia (v<strong>it</strong>ia) era a disposizione dei contadini, mentre ilprelievo della decima competeva al monastero. I colonipotevano liberamente disporre di due carri di paglia dachiedere all’amministrazione della gastaldia, mentredovevano corrispondere la decima dei prodotti minuti,vale a dire i cereali minori. Tutti i raccolti dovevanotassativamente essere condotti alla Corte di Legnaro,chiamata già allora gastaldia. Il podere doveva esseremigliorato, condotto diligentemente, lavorato, piantato,i fossati scavati, livellato e concimato. I coloni dovevanoannualmente corrispondere ai monaci, come onoranze,25 libre di carne di porco, un paio di galline, un paiodi polli, 25 uova e 40 fascine. A sua volta il monasteros’impegnava a concedere in godimento due campi d<strong>it</strong>erra prativa s<strong>it</strong>uata nei Pratiarcati 90 . Nello stesso annofurono concessi ad analoghe condizioni 29 campi,sempre a Legnaro ma nella contrada Brenta, a StefanoToniolo 91 , e ad Alvise Toniolo 42 campi 92 : ambedue ipossedimenti producevano, data la vicinanza al corsod’acqua, anche il lino.L’amministrazione del monastero non solo facevarispettare i patti al momento della corresponsionedegli aff<strong>it</strong>ti, ma anche vigilava in qual modo fossero46

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!