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LA CORTE BENEDETTINA DI LEGNARO Vicende ... - Giuliocesaro.it

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FRANCESCO G.B. TROLESEBarozzi nel 1489 primo di recarsi a Legnaro 171 , quandociò non avvenne fu origine di lunghi confl<strong>it</strong>ti, di caratteregiuridico, sia con san Gregorio Barbarigo 172 , sia con ilcardinale Giorgio Corner (1719-1722) 173 .Le vis<strong>it</strong>e pastorali degli abati di Santa Giustina si effettuarononei seguenti anni: 1558, 1575, 1580, 1586, 1591,1599, 1604, 1609, 1651 174 , 1671 175 , 1694 176 , 1699 177 , 1715 178 ,1721, 1730, 1738 179 , 1753 e 1791 180 . Gli abati agivano neiriguardi, sia della chiesa parrocchiale, sia degli altriluoghi deputati al culto (cim<strong>it</strong>ero alla cui manutenzioneconcorreva con un terzo della spesa 181 , osp<strong>it</strong>ale di SantaMaria) nella loro qual<strong>it</strong>à di proprietari degli ambientie perciò si presentavano per controllare in qual modo isacerdoti custodivano gli oggetti del monastero, concessiin uso alla chiesa. Gli arredi, infatti, erano ab<strong>it</strong>ualmenteforn<strong>it</strong>i dall’abbazia, mentre l’ordinaria manutenzionee le relative spese di culto erano assicurate dai massaripreposti, nominati dai rappresentanti dai comuni in cuiera suddiviso il paese di Legnaro. Gli abati ovviamentedurante non si lim<strong>it</strong>avano solo all’aspetto materialedella realtà parrocchiale, ma durante la loro ispezione siinformavano sulla condizione spir<strong>it</strong>uale sia dei sacerdotiaddetti, sia della popolazione, come pure indagavanocome erano formati i giovani nella conoscenza della fedeattraverso la dottrina cristiana, comp<strong>it</strong>o che di per sèspettava più al vescovo diocesano.I predicatori dei quaresimali, una pratica assai in voganei secoli passati, erano sempre procurati dal monasteroe inviati con un mandato direttamente emesso dallasegreteria dell’abate 182 , senza un intervento diretto dell’autor<strong>it</strong>àvescovile: i designati, per un atto di cortesia,si presentavano alla curia diocesana per ottenere labenedizione 183 .Nonostante esistesse a Legnaro un cim<strong>it</strong>ero appos<strong>it</strong>o,alcuni esponenti, più in vista, della società agricola ambivanoper i loro familiari la sepoltura all’interno dellaparrocchiale; per questo ricorrevano all’abate di SantaGiustina, con le credenziali di uno dei vicari parrocchiali,per ottenere il dovuto permesso 184 : nel concederlos’imponeva che il pavimento, dopo l’uso, fosse rimessocome si trovava prima dell’intervento. Ciò avvenne, adesempio, per la madre del rettore della chiesa Vettor Sertorioil 19 dicembre 1735 185 ; per la signora Maria Marcato,d’anni 66, imparentata con la famiglia dei Carrari il 2gennaio 1758 186 ; per una defunta della famiglia Mazzoniil 6 ottobre 1759 187 ; per il padre del medico del paese,Marsilio Mantoani, il 2 settembre 1777 188 .I laici partecipavano attivamente alla gestione degli edificiparrocchiali con l’incarico di fabbricieri, non eranoquindi emarginati nei momenti più importanti dellav<strong>it</strong>a religiosa del paese; infatti, i suoi esponenti, i massari,erano personalmente interrogati in atto di vis<strong>it</strong>a,quando l’abate si recava di persona, con l’ausilio di altriaiutanti, a rendersi conto non solo di come i sacerdotigestivano i r<strong>it</strong>i nella chiesa loro affidata, ma anche inqual modo i massari ne amministravano le risorse: ciòaveva lo scopo di ottenere una dign<strong>it</strong>osa e appropriatacelebrazione del culto divino.Le spese sostenute dai massari capi erano rigorosamenteregistrate su di una vacchetta, ossia su di unregistro di forma allungata, e presentate non solo nelmomento della vis<strong>it</strong>a abbaziale, ma anche ai gastaldidel monastero residenti nella Corte, come avvenne nel1615 tra Andrea Trolese e fra Modesto, commesso diSanta Giustina. L’esigua documentazione ci permettedi conoscere, per ora solo alcune persone che ricoprirono,a turno, la carica di cassiere tra il 1596 e il 1617:essi furono Giacomo Chelini, Andrea Goffo, AndreaTrolese, Paolo Sgrinlato, Gasparo di Checchi, MarcantonioGoffo, Gregorio Rainato, Michiel Franzoso eFrancesco Vegiato 189 . Le spese affrontate durante la loroamministrazione riguardavano la manutenzione degliedifici della chiesa, del campanile e della sagrestia conle relative pulizie; non furono assenti neppure le usc<strong>it</strong>eper i materiali occorrenti alle celebrazioni l<strong>it</strong>urgiche,come cera, incenso, vino per la messa, tovaglie per l’altare,paramenti, libri per la messa, luminarie per le festee illuminazione degli ambienti 190 . A modo d’esempio sipuò rilevare che il 12 marzo 1596 furono spese 14 lire e8 soldi per l’acquisto di «un messale nuovo e cordella diseta per esso messale» 191 . La spesa, è da presumere, fufinalizzata per l’acquisizione di una delle nuove edizioni,a stampa, pubblicate dopo il concilio di Trento, insegu<strong>it</strong>o alla riforma di papa Pio V 192 .54

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