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#3DMAGAZINE_n17

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#PSICOLOGICAMENTE<br />

Genitori vs insegnanti<br />

DOTT.SSA<br />

CAROLINA ALFANO<br />

Psicologa e psicoterapeuta<br />

in Gestalt e Analisi<br />

Transazionale<br />

La capacità<br />

genitoriale<br />

sembra essere<br />

ridotta: i “no”<br />

vengono evitati,<br />

l’educazione viene<br />

delegata ad altri<br />

e sembra esserci<br />

uno scarico di<br />

responsabilità<br />

Negli ultimi anni, lavorando<br />

nell’ambito della formazione<br />

e sostegno nelle scuole, mi sto<br />

scontrando con una grande difficoltà:<br />

la mancanza di comunicazione tra<br />

genitori e insegnanti. Sembrano<br />

due mondi opposti che spesso si<br />

scontrano e che parlano due lingue<br />

differenti.<br />

Cosa succede?<br />

Mancano comunicazione e rete.<br />

Un tempo esistevano persone<br />

che insieme si occupavano della<br />

prole, creavano una rete favorita<br />

dal vivere nelle coorti e per strada,<br />

dove i ragazzi giocavano e gli<br />

adulti “buttavano un occhio” per<br />

controllare, per educarli. Poi c’erano<br />

gli insegnanti che venivano rispettati<br />

tantissimo, spesso con un timore<br />

quasi reverenziale. Insegnanti e<br />

genitori erano dalla stessa parte<br />

nell’educazione e nella trasmissione<br />

di nozioni.<br />

La rete è necessaria, gli adulti<br />

diventano il contenitore e la struttura<br />

per i ragazzi che a quell’età non<br />

hanno lo “scheletro” e possono<br />

formarlo solo attraverso le regole.<br />

Non regole rigide, ma quelle<br />

necessarie per avere uno spazio<br />

strutturato entro cui muoversi,<br />

cadere, sperimentare e imparare.<br />

Cosa sta succedendo oggi? La<br />

capacità genitoriale si è ridotta: i<br />

“no” vengono evitati, l’educazione<br />

delegata ad altri e sembra esserci uno<br />

scarico di responsabilità. Purtroppo<br />

oggi la scuola è strutturata in modo<br />

da dedicarsi soprattutto ai programmi<br />

e all’accumulo nozionistico levando<br />

spazio alle emozioni e all’intelligenza<br />

emotiva.<br />

C’è una grande paura da parte<br />

dei genitori quando un docente si<br />

interessa ai cambiamenti emotivi<br />

del ragazzo e solleva qualche<br />

problematica. I genitori si chiudono<br />

e cominciano a sospettare. Ci si<br />

mette contro l’insegnante, pensando<br />

che questi perseguiti il ragazzo,<br />

entrando in un circolo di “paranoia”<br />

immotivato. Probabilmente, una<br />

preoccupazione denunciata da<br />

un docente, senza intenzione di<br />

richiamo, innesca una critica interna<br />

che il genitore fa a se stesso, forse<br />

per i sensi di colpa che prova a causa<br />

degli impegni lavorativi o altro. Con<br />

dispiacere, consiglio agli insegnanti<br />

a volte di “fermarsi” e non insistere<br />

oltre, per uscire dal gioco persecutorevittima.<br />

E ai bambini cosa succede?<br />

Cominciano ad autogestirsi, con la<br />

maturità e gli strumenti che hanno,<br />

a manipolare per avere più privilegi.<br />

Ma i ragazzi, per quanto ottengano<br />

vantaggi, sperimentano la solitudine<br />

e la paura perché non hanno una<br />

struttura a cui poggiarsi.<br />

Cosa aiuta a non sentirsi soli?<br />

La relazione sociale. Avere l’umiltà di<br />

farsi aiutare senza cercare e trovare<br />

nemici ovunque. Evitare di ricorrere<br />

ad un individualismo deleterio ma<br />

aprirsi, confrontarsi, vedere che<br />

esistono altri in situazioni simili e<br />

guardare come hanno superato le<br />

problematiche. #<br />

#3D MAGAZINE 57

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