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#PSICOLOGICAMENTE<br />
Genitori vs insegnanti<br />
DOTT.SSA<br />
CAROLINA ALFANO<br />
Psicologa e psicoterapeuta<br />
in Gestalt e Analisi<br />
Transazionale<br />
La capacità<br />
genitoriale<br />
sembra essere<br />
ridotta: i “no”<br />
vengono evitati,<br />
l’educazione viene<br />
delegata ad altri<br />
e sembra esserci<br />
uno scarico di<br />
responsabilità<br />
Negli ultimi anni, lavorando<br />
nell’ambito della formazione<br />
e sostegno nelle scuole, mi sto<br />
scontrando con una grande difficoltà:<br />
la mancanza di comunicazione tra<br />
genitori e insegnanti. Sembrano<br />
due mondi opposti che spesso si<br />
scontrano e che parlano due lingue<br />
differenti.<br />
Cosa succede?<br />
Mancano comunicazione e rete.<br />
Un tempo esistevano persone<br />
che insieme si occupavano della<br />
prole, creavano una rete favorita<br />
dal vivere nelle coorti e per strada,<br />
dove i ragazzi giocavano e gli<br />
adulti “buttavano un occhio” per<br />
controllare, per educarli. Poi c’erano<br />
gli insegnanti che venivano rispettati<br />
tantissimo, spesso con un timore<br />
quasi reverenziale. Insegnanti e<br />
genitori erano dalla stessa parte<br />
nell’educazione e nella trasmissione<br />
di nozioni.<br />
La rete è necessaria, gli adulti<br />
diventano il contenitore e la struttura<br />
per i ragazzi che a quell’età non<br />
hanno lo “scheletro” e possono<br />
formarlo solo attraverso le regole.<br />
Non regole rigide, ma quelle<br />
necessarie per avere uno spazio<br />
strutturato entro cui muoversi,<br />
cadere, sperimentare e imparare.<br />
Cosa sta succedendo oggi? La<br />
capacità genitoriale si è ridotta: i<br />
“no” vengono evitati, l’educazione<br />
delegata ad altri e sembra esserci uno<br />
scarico di responsabilità. Purtroppo<br />
oggi la scuola è strutturata in modo<br />
da dedicarsi soprattutto ai programmi<br />
e all’accumulo nozionistico levando<br />
spazio alle emozioni e all’intelligenza<br />
emotiva.<br />
C’è una grande paura da parte<br />
dei genitori quando un docente si<br />
interessa ai cambiamenti emotivi<br />
del ragazzo e solleva qualche<br />
problematica. I genitori si chiudono<br />
e cominciano a sospettare. Ci si<br />
mette contro l’insegnante, pensando<br />
che questi perseguiti il ragazzo,<br />
entrando in un circolo di “paranoia”<br />
immotivato. Probabilmente, una<br />
preoccupazione denunciata da<br />
un docente, senza intenzione di<br />
richiamo, innesca una critica interna<br />
che il genitore fa a se stesso, forse<br />
per i sensi di colpa che prova a causa<br />
degli impegni lavorativi o altro. Con<br />
dispiacere, consiglio agli insegnanti<br />
a volte di “fermarsi” e non insistere<br />
oltre, per uscire dal gioco persecutorevittima.<br />
E ai bambini cosa succede?<br />
Cominciano ad autogestirsi, con la<br />
maturità e gli strumenti che hanno,<br />
a manipolare per avere più privilegi.<br />
Ma i ragazzi, per quanto ottengano<br />
vantaggi, sperimentano la solitudine<br />
e la paura perché non hanno una<br />
struttura a cui poggiarsi.<br />
Cosa aiuta a non sentirsi soli?<br />
La relazione sociale. Avere l’umiltà di<br />
farsi aiutare senza cercare e trovare<br />
nemici ovunque. Evitare di ricorrere<br />
ad un individualismo deleterio ma<br />
aprirsi, confrontarsi, vedere che<br />
esistono altri in situazioni simili e<br />
guardare come hanno superato le<br />
problematiche. #<br />
#3D MAGAZINE 57