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#3DMAGAZINE_n17

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Sopra le righe,<br />

coraggiosa, a volte<br />

scomoda, creativa e<br />

determinata in tutte<br />

le sue battaglie.<br />

Eppure Marina<br />

Ripa di Meana<br />

era anche una<br />

donna timida che si<br />

lasciava proteggere<br />

dai suoi amati<br />

cappelli “dietro<br />

quella veletta<br />

posso spaccare il<br />

mondo”. Il ricordo<br />

di Andrea Cardella,<br />

suo fidatissimo<br />

collaboratore per<br />

30 anni e figlio<br />

adottivo di Carlo<br />

Ripa di Meana<br />

DI M. G.<br />

Andrea e Marina camminano insieme ai loro cani tra i<br />

viali alberati del quartiere Prati di Roma. È mattina.<br />

Sono diretti in una clinica a pochi passi da casa. Marina<br />

ripete che quei controlli sono inutili, che sta bene e che<br />

vuole rientrare. Andrea, invece, le suggerisce di levarsi<br />

ogni dubbio.<br />

Sono trascorsi 17 anni da quel giorno. Il giorno in cui<br />

Marina Ripa di Meana scopre di avere un cancro contro<br />

il quale combatterà come un leone, ma che il 5 gennaio<br />

scorso la stroncherà per sempre lasciando un vuoto<br />

enorme nella vita di chi l’ha amata.<br />

Una di quelle vite è quella di Andrea, il figlio adottivo<br />

di Marina e Carlo Ripa di Meana. «Non feci in tempo a<br />

rientrare in casa che squillò il telefono. Era lei. Mi disse<br />

di ritornare subito in clinica. Da qual momento, con<br />

coraggio e senza vergogna, ha affrontato la malattia e ne<br />

ha sempre parlato in pubblico sostenendo la prevenzione.<br />

Fino a pochi giorni prima di morire alla Vita in Diretta<br />

ha ricordato la sua testimonianza e l’importanza di<br />

sottoporsi a controlli periodici».<br />

Il ricordo di Andrea è composto, delicato, sussurrato.<br />

La sua voce posata è il contrasto perfetto con la vita<br />

e la personalità esuberante della stilista e scrittrice<br />

italiana che ha affiancato, nella vita pubblica e in quella<br />

privata, per 30 anni. «L’ho conosciuta nell’89. Ebbi la<br />

possibilità di incontrarla grazie ad una famiglia per la<br />

quale lavoravo. Marina era in partenza per Los Angeles<br />

insieme a Carlo. Salutandola fuori casa sua in via della<br />

Croce a Roma, pensai che era stata gentile ma che non<br />

mi avrebbe richiamato. E invece lo fece. Iniziò così la<br />

nostra “storia”. Il primo giorno di lavoro mi portò a<br />

vedere le sue meravigliose nipoti appena nate, le figlie di<br />

#3D MAGAZINE<br />

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