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impossibile, se non sapessi che<br />
invece fonda la vita presente, il<br />
mondo dove posiamo i piedi,<br />
dove insiste il nostro amato<br />
tavolo ovale, dove percepiamo<br />
l’esistenza delle cellule umane<br />
qui presenti. Vi ho appena detto<br />
che l’inconscio è eingangig, ma<br />
ora attenzione, vi voglio dire<br />
che l’Inconscio non esiste».<br />
Mormorio, brusio.<br />
Adler, in maniera scomposta,<br />
ruba la parola pur sapendo<br />
quanto il dottor Freud disapprovi<br />
chiunque interrompa<br />
mentre qualcun’altro parla,<br />
anche nel caso questo qualcuno<br />
raccontasse agli astanti<br />
astruse corbellerie, come<br />
quelle che lui, a parere degli<br />
astanti, ha cominciato a raccontare.<br />
«Ma dottor Freud, tutta la<br />
teoria psicoanalitica si basa<br />
sull’assunto di base del principio<br />
di causalità, strettamente<br />
legato al principio dell’esistenza<br />
dell’inconscio!».<br />
«E allora se ne dimentichi<br />
dottor Adler – ribatte Freud<br />
senza troppo scomporsi –<br />
perché se esistesse l’inconscio<br />
dovremmo asserire che<br />
esistono tanti inconsci quante<br />
sono le posizioni di chi osserva<br />
l’inconscio dell’osservato.<br />
Si dovrebbe convenire, con<br />
pensiero genuino, che esistono<br />
fenomeni che variano<br />
a seconda della posizione<br />
dell’osservatore, che i fenomeni<br />
inglobano chi osserva e<br />
che non esistono fenomeni, se<br />
non nel momento in cui vengono<br />
osservati. Così, in questo<br />
modo eingangig, potremmo<br />
dire che esiste l’inconscio,<br />
ma tutto ciò non è altro che<br />
un artificio per manifestare il<br />
mio desiderio di accordarmi<br />
con voi in questo istante. Pertanto<br />
devo svelarvi che tutto<br />
quanto ho detto potrebbe<br />
essere di natura diversa tra<br />
qualche frazione di secondo,<br />
ammesso sempre che esista<br />
una frazione di secondo».<br />
Stekel si avvicina all’orecchio<br />
di Graf e dice: «Ha bevuto!»<br />
il silenzio tombale che è<br />
calato in sala fa percepire ad<br />
alcuni quelle parole mormorate.<br />
È probabile che anche<br />
il dottor Freud abbia udito il<br />
dissenso spiritoso, ma, ciononostante<br />
continua imperterrito.<br />
«Ho ragione di credere<br />
che sotto un certo tempo,<br />
una frazione incalcolabile<br />
di una frazione di secondo,<br />
sotto una certa misura dello<br />
spazio, una frazione infinitesimale<br />
e incalcolabile di una<br />
frazione di un millimetro, le<br />
cose funzionino in un modo<br />
completamente diverso da<br />
quello a cui le scienze conosciute<br />
fino a ora ci hanno<br />
abituato. Sotto questi spazi<br />
si dibattono gli elementi costitutivi;<br />
delle particelle indivisibili,<br />
per quello che riesco<br />
a immaginare. Una specie di<br />
realtà ultima delle cose, che<br />
la nostra mente profonda e<br />
arcana percepisce perché fatta<br />
dello stesso corpo di queste<br />
cose. La mente, la sua realtà<br />
ultima, esiste in un universo<br />
bizzarro, sfuggente e mutevole,<br />
fatto di probabilità più che<br />
di certezze, fatto di relazione<br />
di fenomeni, più che di fenomeni,<br />
di oggetti che appaiono<br />
e scompaiono a seconda<br />
di come e di chi osserva, di<br />
oggetti che si sdoppiano, si<br />
triplicano si clonano infinitamente.<br />
Di cose che mutano e<br />
si trasformano e si ritrasformano,<br />
fino a influenzare il<br />
passato, fino a trasformare il<br />
passato, piuttosto che il futuro.<br />
E anche in questo attimo<br />
presente, presente io non so<br />
cosa voglia dire. Cioè intendo,<br />
ad esempio, che se mia<br />
sorella all’altro capo di Vienna<br />
sta vivendo il suo presente,<br />
il suo presente impiegherà<br />
un tempo per arrivare fino<br />
a me. E a quel punto il suo<br />
presente, visto il tempo che<br />
è intercorso per arrivare dal<br />
Il dottor Bolzmann colava<br />
gocce di acre sudore<br />
dal suo doppio mento fino<br />
al collo della stretta camicia<br />
lei alla mia percezione, non è<br />
più il suo presente ma il mio.<br />
Perciò, dotti amici, guardiamoci<br />
intorno, guardiamoci<br />
dentro: dove è finito il presente?<br />
Non abbiate paura mie<br />
cari colleghi. Non tremate.<br />
Non lasciate che l’angoscia<br />
vi renda prigionieri della ragione<br />
e della ripetizione. Non<br />
c’è nulla di strano nel pensare<br />
che non esiste al mondo<br />
né spazio lineare né tempo<br />
ordinato. La nostra mente,<br />
il nostro mondo inconscio,<br />
se vi siete affezionati al mio<br />
vecchio modo di parlare…».<br />
«quale vecchio, me lo ha<br />
descritto appena ieri dottore»<br />
ribatte una voce incerta<br />
dalla sala, procurando il riso<br />
imbarazzato del tavolo ovale.<br />
«Hahahahahahaha – rispose<br />
la sonora risata del dottor<br />
Freud, tanto sonora da risultare<br />
costruita come quella di<br />
Caruso in “Ridi pagliaccio” di<br />
Leoncavallo – ma noi, cari colleghi,<br />
avevamo capito già tutto<br />
questo. Lo avevamo capito fin<br />
dall’antichità remota, quando<br />
ascoltavamo gli oracoli o i saggi<br />
o i pazzi parlare, quei pazzi<br />
che oggi chiamiamo malati e<br />
cerchiamo di curare, anche se<br />
loro non ce lo hanno chiesto.<br />
Quei pazzi che ora incateniamo,<br />
ma che prima ascoltavamo<br />
attentamente, bramando una<br />
spiegazione all’angoscia della<br />
nascita, della vecchiaia, della<br />
malattia e della morte. Quei<br />
pazzi che siamo noi, proprio<br />
noi, spogliati dei nostri panciotti,<br />
dei nostri ragionamenti<br />
troppo finiti, noi ignari pinguini<br />
sulla punta dell’iceberg. Ed<br />
ora beviamo. Inga versi Marsala<br />
copioso per tutti – Freud<br />
alza il bicchiere con la sinistra<br />
e urla – Ai nuovi principi su<br />
cui basare la comprensione<br />
della mente! Alla Granularità,<br />
all’Indeterminatezza, alla Relazione.<br />
E dopo bevuto ruttiamo<br />
insieme, così saremo più aperti<br />
ad accogliere le successive<br />
spiegazioni».<br />
«Dunque – continua in un<br />
silenzio come quello del cimi-<br />
78<br />
#3D MAGAZINE