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di Salvio Esposito seconda parte<br />
Il delirio amoroso<br />
di Sigismondo<br />
Il resto della giornata<br />
trascorre in compagnia<br />
di Inga ad apparecchiare<br />
il lungo tavolo ovale<br />
della sala riunioni con sigari,<br />
cioccolatini, posacenere, acqua<br />
in caraffe di pregio. Sistemate<br />
al centro del tavolo, una bottiglia<br />
di porto, una di vino di<br />
Madeira, due di un rinomato<br />
sherry e una di Marsala Superior<br />
Garibaldi dolce.<br />
Il dottor Freud dà a Inga disposizioni<br />
ossessive per comporre<br />
le sedie al tavolo e sistemare<br />
le bottiglie secondo assurdi parallelismi<br />
e accostare gli oggetti<br />
a seconda dei colori. Intervalla<br />
queste operazioni con improvvise<br />
corse, perlomeno quattro,<br />
nell’altra camera per iniettarsi<br />
cocaina. Finalmente alle ore<br />
18 in punto, almeno a far fede<br />
agli orologi a cipolla contenuti<br />
nei panciotti, la campanella<br />
della porta di Berggasse 19<br />
comincia a dondolare ripetutamente.<br />
I corpi pesanti dei colti<br />
convitati sfilano per l’ingresso<br />
e si accomodano sulle sedie,<br />
scompigliando ben presto il<br />
lavoro del pomeriggio. La sala<br />
è invasa da un denso fumo di<br />
sigaro, tanto denso che quando<br />
qualcuno si allontana un<br />
istante, ritornando, non può<br />
fare a meno di pensare come<br />
sia possibile sopravvivere in<br />
quell’ambiente. Perlomeno<br />
questo pensa anche il dottor<br />
Freud quando si assenta dalla<br />
sala per esaurire la cocaina che<br />
ha tenuto da parte per essere<br />
consumata al cominciare della<br />
riunione.<br />
Sono presenti, come al solito,<br />
Adler, Kahane, Reitler, Stekel,<br />
Graf, Heller, Meisl, Federn, Hitchman<br />
e infine Sadger e Otto<br />
Rank, gli ultimi due aggiuntisi<br />
al gruppo solo da poche settimane.<br />
Il dottor Freud chiede<br />
l’attenzione dei colleghi e con<br />
voce ferma comincia la sua<br />
prefazione:<br />
«Desidero anticiparvi che<br />
questa riunione sarà la più<br />
importante discussione della<br />
nostra storia di psicoanalisti.<br />
Dottor Rank, affido a lei l’incombenza,<br />
da oggi in poi, di<br />
redigere un verbale di quanto<br />
ci diremo».<br />
Il dottor Rank guarda Freud e<br />
gli sorride in cenno di assenso.<br />
Si procura una risma di carta<br />
bianca e accetta la penna offertagli,<br />
con un allungamento<br />
del busto, dal collega dall’altro<br />
lato del tavolo.<br />
«Orbene –riprende Freud–<br />
cancellate tutto ciò che ci siamo<br />
detti negli ultimi quattro anni,<br />
e dimenticate tutto quello che<br />
ho scritto fino ad ora, perché<br />
le cose non stanno così come<br />
io ho creduto».<br />
Silenzio.<br />
Mormorio di tutti incoraggiato<br />
dal mormorare degli altri. Poi<br />
ancora silenzio. Il dott. Freud<br />
prende fiato, come il soprano<br />
prima dell’acuto finale e dà<br />
inizio alla sua esibizione.<br />
«Dovreste sempre ricordare<br />
che l’inconscio è eingangig<br />
(controintuitivo). È impossibile<br />
accedervi attraverso le conoscenze<br />
fin qui accumulate. È<br />
un luogo, ammesso che sia un<br />
luogo e dopo avremo modo di<br />
parlarne, dove tutto quello che<br />
pensiamo del mondo assume<br />
un colore sconosciuto, indeterminato,<br />
incoerente, irrazionale.<br />
Oserei definire l’inconscio<br />
#3D MAGAZINE<br />
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