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Questa poesia dell’amore potrebbe servire a capire che chi ha questa fortuna<br />
è privilegiato e che non c’è nulla di sbagliato nel festeggiare due persone che si amano<br />
ed essere felici per loro, che siano due donne, due uomini, un uomo e una donna<br />
DI GIULIANA MASTROSERIO<br />
photo Massimo Pica<br />
Scrittrice da sempre e maestra<br />
elementare di professione,<br />
Maria Cristina parla delle parole<br />
come di una musica, una poesia<br />
sussurrata all’orecchio che le<br />
suggerisce il canto da trasformare<br />
in narrazione. Scrittura e lettura<br />
le sono appartenute dall’infanzia,<br />
un dono per cui si sente grata,<br />
che le ha permesso di trovarsi,<br />
perdersi, scoprirsi e poi iniziare a<br />
creare. Fondendo la scrittrice con la<br />
maestra, realizza rappresentazioni<br />
teatrali, musical, fiabe, filastrocche.<br />
Negli anni, la poesia, con i suoi<br />
strumenti retorici fatti di metafore<br />
e simboli, aveva permesso alla<br />
scrittrice napoletana di raccontare<br />
ciò che non era socialmente<br />
accettato. Oggi, questa poesia,<br />
che permane nel romanzo, si è<br />
liberata del non detto e racconta,<br />
con la naturalezza dell’amore, la<br />
preparazione, l’attesa, le gioie e<br />
l’arrivo di un’unione desiderata da<br />
tanto. L’amore di Maria Cristina<br />
ed Angela si racconta, tra le<br />
pagine, intenso e vivo, sobrio e<br />
sconvolgente, reale.<br />
Fin dal primo momento fu chiara<br />
l’intenzione di fare un matrimonio<br />
pubblico, Maria Cristina sentiva<br />
un forte senso di responsabilità<br />
verso i suoi alunni e verso sé stessa,<br />
non avrebbe celato o nascosto la<br />
verità di quel desiderio finalmente<br />
diventato possibile, ma che si era<br />
già promesso, intimamente, anni<br />
prima. Così, ha parlato con i suoi<br />
studenti, raccogliendo reazioni<br />
incredibili, con le proprie colleghe,<br />
con la città, sorprendendo tutti con<br />
questa scelta “trasgressiva” che è, in<br />
realtà, quella semplice di due donne<br />
che hanno solo atteso troppo.<br />
«Farebbero festa un uomo e una<br />
donna dopo vent’anni insieme?»<br />
afferma ironica, ma seria.<br />
Al matrimonio, tanti palloncini<br />
colorati si sono librati in volo,<br />
circondando le spose, avvolgendole<br />
in mille colori e puntando verso<br />
l’alto. «E portate un palloncino<br />
colorato!» diceva a tutti un anno<br />
fa, affaccendata dai preparativi<br />
per il grande giorno. Il motivo<br />
era semplice ed è proprio lei a<br />
spiegarmelo: «il palloncino, per star<br />
giù, è zavorrato e tutti noi siamo<br />
arpionati alle convinzioni, alle<br />
idee. Se siamo palloncini colorati<br />
ci affidiamo, ci liberiamo, dall’alto<br />
mettiamo a fuoco ».<br />
Maria Cristina racconta<br />
l’inascoltabile, rivoluziona il punto<br />
di vista e con i dialoghi, i gesti,<br />
i momenti di vita quotidiana,<br />
propone la bellezza di un<br />
sentimento che ha superato paure,<br />
ostacoli e che ha trovato la sua<br />
celebrazione, perché «non c’è<br />
nulla di sbagliato nel festeggiare<br />
due persone che si amano». Non<br />
mancano il sentimento politico, il<br />
messaggio profondo, la pedagogia<br />
che rendono Oggi Spose molto<br />
più che una storia d’amore. Parla<br />
a tutti quelli che hanno ancora<br />
paura di essere liberi, di amare, di<br />
ascoltare, perché spaventati da ciò<br />
che è difforme, o dalla società che<br />
ancora marginalizza ed esclude.<br />
«Raccontare questo amore, così<br />
prezioso, è un atto impegnativo.<br />
Ti offri e non sai se verrai capita<br />
o trattata come un fenomeno da<br />
baraccone. Voglio parlare di questi<br />
temi perché saremo liberi, con pari<br />
dignità di cittadini, solo quando non<br />
ci sarà più meraviglia se due donne<br />
si sposano!». #<br />
#3D MAGAZINE 21