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La Rivista

A project by Rita Petrilli and Graziana Saccente Publishing lab 1 · Iuav University of Venice Tutor: Leonardo Sonnoli Year: 2012 This anthology is a collection of materials, texts and images on Futurism, the only avant-garde movement in Italy. The Futurists took care of all forms of expression: painting, sculpture, literature, music, architecture, theater. The anthology, however, focuses on the typographic revolution carried out by the movement, and then on editorial production, particularly magazines and posters.

A project by Rita Petrilli and Graziana Saccente
Publishing lab 1 · Iuav University of Venice
Tutor: Leonardo Sonnoli
Year: 2012

This anthology is a collection of materials, texts and images on Futurism, the only avant-garde movement in Italy. The Futurists took care of all forms of expression: painting, sculpture, literature, music, architecture, theater.
The anthology, however, focuses on the typographic revolution carried out by the movement, and then on editorial production, particularly magazines and posters.

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indicherà al lettore i polsi ai sogni più o meno lunghi dell’intuizione.

Le lettere maiuscole indicheranno al lettore i sostantivi che

sintetizzano un’analogia dominatrice.

E ancora dallo stesso scritto:

La distruzione del periodo tradizionale [...] e della punteggiatura

determineranno necessariamente il fallimento della troppo famosa

armonia dello stile, così che il poeta futurista potrà finalmente

utilizzare tutte le onomatopee, anche le più cacofoniche, che riproducono

gli innumerevoli rumori della materia in movimento.

Le Risposte marinettiane amplificano non solo il

senso di libertà lirico-compositiva che deriva dalla distruzione

della sintassi ma predispongono anche alla

possibilità di immaginare un tipo di relazione fra l’intuizione

lo spazio bianco della pagina-o meglio della

superficie-su cui comporre (o forse “disporre”) le

parti del discorso. Per la prima di queste ultime due

citazioni, in effetti, si potrebbe riconoscere un’origine

remota in un punto del Manifesto del 1912: «siccome

ogni specie di ordine è fatalmente un prodotto

dell’intelligenza cauta e guardinga bisogna orchestrare

le immagini disponendole secondo un maximum di

disordine». Tuttavia, sebbene quest’ultimo sia ormai

convalidato come uno dei capisaldi della teoria parlolibera,

il riferimento alla spazialità non risulta tanto

evidente quanto nel passato estratto dalle Risposte alle

obiezioni.

Continuando, nel secondo scritto tecnico dal titolo

ancora più esplicito Distruzione della sintassi. Immaginazione

senza fili. Parole in libertà (1913) si ritrovano

due sezioni destinate a sancire definitivamente il

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