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La Rivista

A project by Rita Petrilli and Graziana Saccente Publishing lab 1 · Iuav University of Venice Tutor: Leonardo Sonnoli Year: 2012 This anthology is a collection of materials, texts and images on Futurism, the only avant-garde movement in Italy. The Futurists took care of all forms of expression: painting, sculpture, literature, music, architecture, theater. The anthology, however, focuses on the typographic revolution carried out by the movement, and then on editorial production, particularly magazines and posters.

A project by Rita Petrilli and Graziana Saccente
Publishing lab 1 · Iuav University of Venice
Tutor: Leonardo Sonnoli
Year: 2012

This anthology is a collection of materials, texts and images on Futurism, the only avant-garde movement in Italy. The Futurists took care of all forms of expression: painting, sculpture, literature, music, architecture, theater.
The anthology, however, focuses on the typographic revolution carried out by the movement, and then on editorial production, particularly magazines and posters.

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Le testate futuriste proliferano in tutt’Italia e nel

mondo: solo negli anni “eroici”, fino cioè alla prima

metà degli anni venti, fra riviste maggiori e fogli minori

sono oltre 160 ma il numero cresce di molto se si

considerano anche i periodici d’avanguardia.

La rivoluzione in campo grafico, attraverso la parola-immagine,

che il movimento futurista compie a

partire dalle sperimentazioni parolibere, una radicale

reazione antipassatista e antidannunziana «diretta

contro la così detta armonia tipografica della pagina,

che è contraria al flusso e riflusso, ai sobbalzi e agli

scoppi dello stile che scorre nella pagina stessa», come

proclama Filippo Tommaso Marinetti nel manifesto

L’immaginazione senza fili e le parole in libertà, investe

sotto vari aspetti anche le pubblicazioni periodiche,

spazio privilegiato di diffusione e dibattito del pensiero-azione

futurista. Così le riviste futuriste da un lato

incarnano l’organo di diffusione stesso del movimento

(pensiamo al numero di manifesti che vi vengono

pubblicati), dall’altro sono esse stesse campo aperto di

sperimentazione tipografica, dove la pagina, non più

intesa come schermo passivo e vincolato a rigide regole

di armonia, viene percepita, al contrario, come campo

dinamico da utilizzare in funzione lirico-espressiva.

E non è un caso che il manifesto sopra citato venga

pubblicato per la prima volta proprio sulla neonata Lacerba,

il 15 giugno 1913, testata che incarna un modo

nuovo di pensare la funzione e il peso specifico delle

riviste dopo i fogli vociani, dai quali gli avanguardisti

Giovanni Papini e Ardengo Soffici si sono allontanati

polemicamente. Nell’Introibo, il manifesto programmatico

che funge da premessa al primo numero della

rivista fiorentina (1 gennaio 1913), si legge un implici-

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