La Rivista
A project by Rita Petrilli and Graziana Saccente Publishing lab 1 · Iuav University of Venice Tutor: Leonardo Sonnoli Year: 2012 This anthology is a collection of materials, texts and images on Futurism, the only avant-garde movement in Italy. The Futurists took care of all forms of expression: painting, sculpture, literature, music, architecture, theater. The anthology, however, focuses on the typographic revolution carried out by the movement, and then on editorial production, particularly magazines and posters.
A project by Rita Petrilli and Graziana Saccente
Publishing lab 1 · Iuav University of Venice
Tutor: Leonardo Sonnoli
Year: 2012
This anthology is a collection of materials, texts and images on Futurism, the only avant-garde movement in Italy. The Futurists took care of all forms of expression: painting, sculpture, literature, music, architecture, theater.
The anthology, however, focuses on the typographic revolution carried out by the movement, and then on editorial production, particularly magazines and posters.
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marinettiani, tanto che la testata finisce col diventare
l’organo del futurismo. L’alleanza subisce alterne
e travagliate vicende: i primi contatti tra le due parti
avvengono grazie alla mediazione di Severini, che ha
conosciuto Soffici a Parigi; e pure il fiorentino Palazzeschi
ha un suo ruolo nella liasion. La simpatia di
Papini, anche se critica, nei confronti del movimento
è evidente in alcuni articoli. Dal marzo del 1913
inizia l’apertura totale al futurismo, che durerà per 24
numeri fino al marzo dell’anno successivo, quando
Boccioni nel reagire violentemente ad un attacco di
Papini rivolto alla sua concezione pittorica, difenderà
l’ortodossia futurista (Papini, Il cerchio si chiude, 15
febbraio 1914; Boccioni, Il cerchio non si chiude, 1 marzo
1914; Papini, Cerchi aperti, 15 marzo 1914). La polemica
si allarga e si capisce che a Papini non va a genio
tutta l’impostazione marinettiana del movimento. La
rottura si esprime in pieno in un successivo intervento
di Papini e Soffici (Lacerba, il futurismo e Lacerba,
1 dicembre 1914): vengono criticate le «esagerazioni»
dei futuristi milanesi, e la gestione ufficiale del movimento,
che rischierebbe di diventare una chiesa con
i suoi sacerdoti riconosciuti. Il terrore del dogma fa
dire ai due fiorentini in Boccioni sussistono elementi
di «religiosismo umanitario complicato da un’ombra
paurosa di accademia». Essi rimproverano a Marinetti
di essersi impegnato poco nell’interventismo (!) E si
lamentano della leggerezza con cui accoglie i nuovi
talenti, quasi sempre di scarso valore.
Più tardi Palazzeschi, Papini e Soffici riassumono
in uno schema i difetti degli avversari, e così contrappongono
ciò che a loro avviso è il vero futurismo al
marinettismo: supercultura contro ignoranza, immagi-
G. Papini,
Il cerchio si chiude,
in “Lacerba”,
pag. 162
U. Boccioni,
Il cerchio non si
chiude,
in “Lacerba”,
pag. 163
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