La Rivista
A project by Rita Petrilli and Graziana Saccente Publishing lab 1 · Iuav University of Venice Tutor: Leonardo Sonnoli Year: 2012 This anthology is a collection of materials, texts and images on Futurism, the only avant-garde movement in Italy. The Futurists took care of all forms of expression: painting, sculpture, literature, music, architecture, theater. The anthology, however, focuses on the typographic revolution carried out by the movement, and then on editorial production, particularly magazines and posters.
A project by Rita Petrilli and Graziana Saccente
Publishing lab 1 · Iuav University of Venice
Tutor: Leonardo Sonnoli
Year: 2012
This anthology is a collection of materials, texts and images on Futurism, the only avant-garde movement in Italy. The Futurists took care of all forms of expression: painting, sculpture, literature, music, architecture, theater.
The anthology, however, focuses on the typographic revolution carried out by the movement, and then on editorial production, particularly magazines and posters.
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ni in libertà contro parole in libertà, originalità contro
stranezza formale, ironia contro profetismo, libertà
contro solidarietà e disciplina, anche religiosismo integrale
e amoralismo contro religiosità laica e moralismo
(Futurismo e Marinettismo, 14 febbraio 1915).
Il pezzo sul giornale porta anche le firme di Carrà,
Govoni, Pratella, Severini e Tavolato (di essi solo Pratella
reagisce pubblicamente, dichiarandosi un fedele
di Marinetti). Contro il capo del futurismo, che molto
diplomaticamente non risponde, si scaglia Soffici
il quale, con un ridicolo pseudonimo (Elettroni Rotativi),
firma il falso manifesto dell’Adampetonismo,
parodia dei proclami marinettiani.
Dall’agosto del 1914 la rivista diviene eminentemente
politica, le sue pagine si riempiono di propaganda
“antitriplicista” a favore della guerra; al nucleo
fondatore si affianca una figura come quella di Fernando
Agnoletti, tipico esponente di certo becerismo
fiorentino popolaresco, guerrafondaio e antitedesco.
Non va dimenticato che dietro le posizioni papiniane
s’annida un individualismo nichilista e qualunquista,
ben diverso dal messianismo ottimista di Marinetti:
sintomatico e il suo articolo intitolato Freghiamoci della
politica scritto per le elezioni del 1913, per le quali Marinetti
elabora invece un programma politico futurista,
una sorta di miscela modernista in salsa nazionalista.
Nello spettro delle motivazioni non si dimentichi che
Palazzeschi non esita a definirsi neutrale anche se poi
sull’ultimo numero della rivista aggiunge dire: «Gridare:
“evviva questa guerra” vuol dire anzitutto: “abbasso
la guerra!”».
Nei mesi dell’alleanza tra papiniani e marinettiani
Lacerba rappresenta il polo principale dell’avanguar-