La Rivista
A project by Rita Petrilli and Graziana Saccente Publishing lab 1 · Iuav University of Venice Tutor: Leonardo Sonnoli Year: 2012 This anthology is a collection of materials, texts and images on Futurism, the only avant-garde movement in Italy. The Futurists took care of all forms of expression: painting, sculpture, literature, music, architecture, theater. The anthology, however, focuses on the typographic revolution carried out by the movement, and then on editorial production, particularly magazines and posters.
A project by Rita Petrilli and Graziana Saccente
Publishing lab 1 · Iuav University of Venice
Tutor: Leonardo Sonnoli
Year: 2012
This anthology is a collection of materials, texts and images on Futurism, the only avant-garde movement in Italy. The Futurists took care of all forms of expression: painting, sculpture, literature, music, architecture, theater.
The anthology, however, focuses on the typographic revolution carried out by the movement, and then on editorial production, particularly magazines and posters.
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«Lacerba»
G. Papini,
Abbiamo Vinto!,
in “Lacerba”,
pag. 164
Nel gennaio del 1913 prende l’avvio a Firenze la
pubblicazione di Lacerba, per iniziativa del nucleo più
vivace e inquieto dei vociano, formato da Papini e Soffici.
La testata si presenta come scissione del gruppo.
Durerà fino al maggio del 1915 quando, con l’entrata
in guerra dell’Italia, la redazione riterrà di avere
esaurito il proprio compito nella battaglia culturale
mentre incombono altri doveri. Sull’ultimo numero
Papini firmerà un fondo intitolato sintomaticamente
Abbiamo vinto!
Per più di due anni il giornale è stato uno strumento
di rottura nell’ambito della cultura, divenendo da
un lato la tribuna dell’avanguardia, grazie all’alleanza
tra il nucleo fiorentino e il gruppo marinettiano,
dall’altro la palestra interventista per molti intellettuali.
Arte e politica qui si sono strette la mano vistosamente.
Le matrici ideologiche del foglio sono quelle
dell’irrazionalismo più spinto: il fine è rivendicare il
principio dell’intuizione contro il razionalismo, il diritto
di ribellarsi alle regole della società affermando
la più anarchica libertà individuale, che peraltro viene
riconosciuta specialmente all’artista. Questa è la linea
degli animatori, che risentono tra l’altro di una fede in
quel primordiale che a largo raggio viene spesso nelle
arti nella cultura europea (basti pensare al fascino di
Gauguin o al Doganiere Rousseau).
Edita da Vallecchi, la rivista prende il nome da
un’operetta di Cecco d’Ascoli (il titolo è però stampato
senza l’apostrofo, come ricorda Soffici, proprio
per creare disorientamento nel lettore e incuriosirlo).
Su queste pagine avviene l’incontro col gruppo dei
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