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2.5.2. Ospedali<br />

11<br />

Rapporti ISTISAN 12/47<br />

Gli ospedali possono essere e<strong>di</strong>fici <strong>di</strong> enormi <strong>di</strong>mensioni o complessi con sistemi idrici<br />

estesi. In base alla vulnerab<strong>il</strong>ità <strong>di</strong> alcuni pazienti, è probab<strong>il</strong>e che negli ospedali vengano<br />

eseguiti trattamenti aggiuntivi all’acqua al punto <strong>di</strong> <strong>in</strong>gresso <strong>della</strong> rete <strong>di</strong> tubazioni esterne.<br />

Comuni procedure <strong>di</strong> trattamento <strong>in</strong>cludono f<strong>il</strong>trazione, <strong>di</strong>s<strong>in</strong>fezione, addolcitori e deionizzatori.<br />

Trattamenti sono è anche probab<strong>il</strong>i negli ospedali che ut<strong>il</strong>izzano acqua proveniente da fonti<br />

private (ad esempio, pozzi). I processi sono caratterizzati da trattamenti chimici (ad esempio,<br />

membrane anticalcare, coagulanti, <strong>di</strong>s<strong>in</strong>fettanti e sottoprodotti <strong>della</strong> <strong>di</strong>s<strong>in</strong>fezione). I reparti e le<br />

sale non sono occupati <strong>in</strong> maniera cont<strong>in</strong>uativa. Ciò comporta un flusso <strong>in</strong>termittente o un<br />

ristagno nel sistema idrico. L’acqua potab<strong>il</strong>e dovrebbe essere adatta al consumo umano e a tutti<br />

gli scopi domestici consueti, <strong>in</strong>clusa l’igiene personale per la maggior parte dei pazienti.<br />

Tuttavia, non può essere adatta per tutti i pazienti o usi all’<strong>in</strong>terno dell’ospedale, potranno<br />

qu<strong>in</strong><strong>di</strong> essere richiesti ulteriori trattamenti o altre precauzioni. I pazienti che si trovano<br />

all’<strong>in</strong>terno <strong>di</strong> strutture per la terapia <strong>in</strong>tensiva, come ad esempio coloro che hanno subito un<br />

trapianto o che presentano problemi renali e i pazienti ricoverati nei reparti oncologici, possono<br />

essere immunocompromessi e ad elevato rischio <strong>di</strong> contrarre malattie <strong>di</strong> orig<strong>in</strong>e idrica attraverso<br />

l’<strong>in</strong>gestione, <strong>il</strong> contatto o l’<strong>in</strong>alazione. E’ necessario porre la stessa attenzione alla sicurezza<br />

dell’acqua potab<strong>il</strong>e, delle bevande e del ghiaccio anche nei reparti <strong>in</strong> cui i pazienti si trovano <strong>in</strong><br />

un ambiente protetto con aria f<strong>il</strong>trata e <strong>di</strong>eta mo<strong>di</strong>ficata. Vi sono <strong>di</strong>versi esempi <strong>di</strong> legionellosi<br />

riportati negli ospedali (Bartram et al., 2007). L’<strong>in</strong>alazione <strong>di</strong> aerosol proveniente da docce,<br />

rub<strong>in</strong>etti <strong>di</strong> acqua calda e fredda, nebulizzatori e umi<strong>di</strong>ficatori è stata identificata come via <strong>di</strong><br />

trasmissione, mentre l’aspirazione da acqua ghiacciata è stata associata ad <strong>in</strong>fezione nei pazienti<br />

immunocompromessi o con problemi respiratori significativi (WHO, 2007).<br />

L’acqua potab<strong>il</strong>e può contenere una vasta gamma <strong>di</strong> microrganismi. Alcuni organismi (ad<br />

esempio, Pseudomonas aerug<strong>in</strong>osa, Ac<strong>in</strong>etobacter, Asperg<strong>il</strong>lus) possono causare gravi <strong>in</strong>fezioni<br />

negli immunosoppressi e immunocompromessi. Possono <strong>in</strong>oltre causare <strong>in</strong>fezione se presenti<br />

nell’acqua ut<strong>il</strong>izzata per lavare ferite o lesioni; per lavare le attrezzature me<strong>di</strong>che, come gli<br />

endoscopi e i cateteri, o nei <strong>di</strong>spositivi come i nebulizzatori o umi<strong>di</strong>ficatori. L’acqua ut<strong>il</strong>izzata<br />

per tali scopi deve essere <strong>di</strong> qualità superiore a quella descritta nelle LQAP (GDWQ) (WHO,<br />

2008) e può richiedere trattamenti aggiuntivi, come la microf<strong>il</strong>trazione, <strong>di</strong>s<strong>in</strong>fezione,<br />

ster<strong>il</strong>izzazione a seconda dell’uso.<br />

La <strong>di</strong>alisi renale richiede larghi volumi <strong>di</strong> acqua che deve rispondere a requisiti <strong>di</strong> qualità<br />

chimica e microbica superiori rispetto a quelli dell’acqua potab<strong>il</strong>e. L’acqua ut<strong>il</strong>izzata per la<br />

<strong>di</strong>alisi renale richiede trattamenti specifici per ridurre al m<strong>in</strong>imo la presenza <strong>di</strong> pericoli chimici e<br />

microbici, compresi quelli derivati dalla <strong>di</strong>s<strong>in</strong>fezione.<br />

Il sistema <strong>di</strong> <strong>di</strong>stribuzione dell’acqua calda può essere mantenuto a temperature più basse<br />

(acqua tiepida) o hanno valvole <strong>di</strong> miscelazione termostatica <strong>in</strong>stallate prima del rub<strong>in</strong>etto<br />

dell’acqua per ridurre <strong>il</strong> rischio <strong>di</strong> ustioni (generalmente 41÷45°C). Il sistema <strong>di</strong> acqua calda o<br />

le tubazioni a valle delle valvole <strong>di</strong> miscelazione possono creare siti per la crescita <strong>di</strong> patogeni<br />

ambientali. Gli ospedali possono essere dotati <strong>di</strong> pisc<strong>in</strong>e idroterapiche come parte dei regimi <strong>di</strong><br />

trattamento e <strong>in</strong>cludere macch<strong>in</strong>e per <strong>il</strong> ghiaccio e fontane <strong>di</strong> acqua potab<strong>il</strong>e.<br />

2.5.3. Altre strutture sanitarie e me<strong>di</strong>che<br />

Le strutture sanitarie e me<strong>di</strong>che <strong>in</strong>cludono cl<strong>in</strong>iche me<strong>di</strong>che, centri sanitari, stu<strong>di</strong> me<strong>di</strong>ci e<br />

dentistici. In queste strutture, come negli ospedali, <strong>il</strong> rischio può essere elevato a seconda del<br />

tipo <strong>di</strong> esposizione e <strong>della</strong> potenziale vulnerab<strong>il</strong>ità dei pazienti.

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