PIT Pescara - Regione Abruzzo
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Tour, dal XVII secolo) e trasformatosi in fenomeno di massa parallelamente alla seconda<br />
rivoluzione industriale (metà del XX secolo), da almeno un ventennio il turismo ha iniziato<br />
ad estendere e diversificare sia la distribuzione spaziale, sia quella temporale.<br />
Per il primo aspetto, dalla forte concentrazione su un numero limitato di mete<br />
standardizzate (in prevalenza balneari e montane) esso si è andato diffondendo su ogni<br />
parte del territorio, purché capace di offrire una propria identità geografica accompagnata<br />
da una adeguata offerta ricettiva e infrastrutturale.<br />
Per il secondo aspetto, al classico e protratto periodo di villeggiatura estiva (cui se<br />
ne aggiungeva, eventualmente, uno invernale), su mete ripetitive anche in funzione del<br />
frequente possesso di una seconda residenza, si sono sostituite più vacanze brevi<br />
nell’arco dell’anno, su mete il più possibile differenziate.<br />
Tale modificazione delle propensioni di consumo turistico, unita alla sempre<br />
maggiore mobilità individuale e collettiva (favorita, quest’ultima, dalla crescente<br />
concorrenza sul mercato del trasporto, in particolare aereo), ha accentuato il carattere<br />
transcalare e interregionale del fenomeno, integrandovi mete di prossimità, di media e<br />
lunga portata.<br />
I caratteri generali appena sintetizzati comportano l’effetto di una sempre più stretta<br />
interazione fra domanda e offerta nonché l’esigenza di una forte integrazione all’interno di<br />
un sistema turistico. Lo dimostra chiaramente proprio il caso italiano: nel citato Rapporto<br />
Annuale della Società Geografica Italiana (v. nota 9 al par. 3.2.3) si sottolinea la perdita di<br />
competitività dell’offerta turistica italiana, che non ha saputo o potuto, per sue carenze<br />
strutturali e per la vischiosità di normative contraddittorie, cogliere in misura adeguata le<br />
opportunità offerte dall’affermarsi del mercato turistico globale. Un mercato che assicura il<br />
successo soltanto ai sistemi territoriali che si muovono attivamente sulla via<br />
dell’internazionalizzazione e, nel contempo, della specializzazione, con l’obiettivo di<br />
incrementi, sia qualitativi che quantitativi, tramite l’adozione di strategie innovative e di<br />
lungo periodo, affiancate dalla promozione di combinazioni equilibrate fra marketing<br />
territoriale e d’impresa.<br />
In particolare, nuoce al sistema Italia la frammentazione dell’offerta in imprese<br />
piccole e piccolissime, quando addirittura non dissolte in figure individuali o in nuclei<br />
familiari, che, per molti versi, spingono di fatto il turismo nel limbo dell’economia<br />
sommersa. Non meraviglia, pertanto, l’assenza di marchi riconoscibili e di catene<br />
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