PIT Pescara - Regione Abruzzo
PIT Pescara - Regione Abruzzo
PIT Pescara - Regione Abruzzo
Create successful ePaper yourself
Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.
vettori low cost, esso ha favorito lo sviluppo del turismo internazionale, anche di qualità: gli<br />
effetti positivi si sono potuti verificare nella rivalorizzazione del patrimonio edilizio rurale o<br />
dei centri minori e nel successo delle nuove forme di “albergo diffuso”, ancorché – allo<br />
stato – extra-provinciali.<br />
Si deve riscontrare, invece, l’ennesima sottovalutazione del problema portuale.<br />
Fatta salva la validità tecnica del “marina” (porto turistico, che pure non sembra avere<br />
espresso il rendimento economico complessivamente atteso), resta irrisolta la questione<br />
del porto commerciale, che ricade in quella, più ampia, del sistema portuale regionale.<br />
Non è sufficiente, infatti, attribuire nominalmente a <strong>Pescara</strong> la funzione di scalo per<br />
passeggeri senza assumere decisioni sul conseguente adeguamento strutturale: nella<br />
condizione attuale non solo resta preclusa quella funzione di turismo crocieristico che<br />
bene si attaglierebbe alla città e al retroterra, ma anche quella di terminale per i traghetti<br />
con l’opposta sponda adriatica.<br />
Stante l’esclusione della direttrice ferroviaria dall’alta velocità – resa inevitabile dalla<br />
morfologia della fascia litoranea e dalla presenza della conurbazione lineare ininterrotta<br />
formatasi, nel tempo, lungo la linea – il vettore turistico di gran lunga prevalente è<br />
destinato a rimanere quello automobilistico. Esso, mentre offre il vantaggio di consentire<br />
una penetrazione capillare nel territorio, richiede una adeguata manutenzione della<br />
viabilità minore, da finalizzare a percorsi turistici alternativi, costruiti su turismi plurimi e “di<br />
nicchia”.<br />
In effetti, dalle schede descrittive dei singoli comuni contenute nel Piano (e da cui è<br />
ricavato il quadro delle possibilità di sviluppo turistico, in tabella 35), emergono come<br />
elementi territoriali unificanti proprio i segmenti “di nicchia” (enogastronomia, cicloturismo,<br />
ippoturismo), accanto a circuiti del turismo culturale e religioso (borghi, abbazie ed eremi,<br />
musei e siti archeologici, tuttavia maggiormente selettivi) nonché al turismo naturalistico<br />
(riguardante, come ovvio, soprattutto la fascia montana).<br />
118