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Linea Guida - Agenzia di Sanità Pubblica della Regione Lazio

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CHIRURGIA GENERALE, GINECOLOGICA E UROLOGICA<br />

Raccomandazioni in chirurgia laparoscopica<br />

L’impiego routinario <strong>della</strong> profilassi antitrombotica farmacologica nei<br />

pazienti sottoposti a chirurgia laparoscopica, non è in<strong>di</strong>cato. Tuttavia, si<br />

raccomanda la precoce mobilizzazione post-operatoria dei pazienti<br />

(ACCP 1A).<br />

I pazienti sottoposti a procedure <strong>di</strong> chirurgia laparoscopica che hanno fattori<br />

<strong>di</strong> rischio aggiuntivi per TEV devono essere sottoposti a profilassi con uno<br />

o più dei seguenti presi<strong>di</strong> terapeutici: EBPM, ENF, CPI o CCG (ACCP 1C+).<br />

5.2. Chirurgia ginecologica<br />

La TEV è una complicanza importante e potenzialmente prevenibile in chirurgia<br />

ginecologica maggiore con incidenze <strong>di</strong> TVP, EP ed EP fatale comparabili<br />

a quelle osservate in chirurgia generale (Greer 1997; Heilmann<br />

1998).<br />

Diversi fattori contribuiscono ad aumentare il rischio <strong>di</strong> TEV nelle pazienti<br />

sottoposte a chirurgia ginecologica:<br />

– patologia oncologica;<br />

– età avanzata;<br />

– pregressa TEV;<br />

– terapia ra<strong>di</strong>ante pelvica;<br />

– approccio chirurgico laparotomico (Clarke-Pearson 1987, 2003;<br />

Geerts 2001).<br />

Le pazienti oncologiche sono spesso <strong>di</strong> età avanzata e possono riportare<br />

compressione delle vene pelviche maggiori (date dalla stessa massa<br />

tumorale) (Clarke-Pearson 1987, 2003; Heilmann 1998)<br />

Lesioni venose possono verificarsi a causa <strong>della</strong> terapia ra<strong>di</strong>ante preoperatoria<br />

o durante l’intervento chirurgico stesso (in particolare nella <strong>di</strong>ssezione<br />

dei linfono<strong>di</strong> pelvici). Tali procedure possono talvolta essere protratte<br />

e residui neoplastici possono essere lasciati in situ.<br />

In tale classe <strong>di</strong> pazienti il rischio TEV è correlabile anche alla frequente<br />

impossibilità <strong>di</strong> mobilizzazione precoce post-operatoria e alla trombofilia<br />

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