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MEDICINA NUCLEARE - Crosetto Foundation

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valutata senza tener conto della densità del target [infatti la costante di affinità dell’equilibrio (Ka, in nM-1 ),<br />

o il reciproco di Ka, la costante di dissociazione (Kd in nM) devono essere combinate con la densità del<br />

target (in nM) per una predizione ancor più significativa]. La densità del recettore attraverso esperimenti in<br />

vivo o in vitro è spesso misurata in femtomoli per milligrammo di proteina o in picomoli per grammo di<br />

tessuto non essiccato. Poiché l’imaging tomografico è una misura del voxel, la conversione delle<br />

femtomoli per milligrammo di proteina ad una misura di densità volumetrica è spesso effettuata<br />

assumendo una quantità del 10% di proteina per grammo di tessuto.<br />

Nei primi anni ‘80, quando le tecniche diagnostiche per immagini che usavano radiotraccianti capaci di<br />

legare recettori furono applicate sull’uomo, il principale successo del design fu quello di individuare<br />

radioligandi a più alta affinità [20]. Dalla metà degli anni ‘80 fu individuato e studiato sull’uomo un<br />

discreto numero di radiotraccianti capaci di legarsi ad un recettore (Tabella 2). A quel tempo, il modello<br />

proposto per la scelta dei composti e per la predizione del massimo rapporto Legato/Libero in vivo, fu<br />

mutuato dall’analisi in vitro del legame con il recettore. Essa utilizzava equazioni all’equilibrio per le<br />

quali ad una più alta costante di affinità di associazione (Ka) e a una maggiore concentrazione di recettori<br />

(Bmax) seguono maggiori rapporti “Legato/Libero” che rappresentano rapporti target/non-target (T/NT)<br />

massimali raramente incontrati in vivo [21].<br />

Tabella 2.<br />

Anno di pubblicazione dei primi studi sull’uomo di targeting enzimi/recettori utilizzando PET e SPECT.<br />

ANNO PET SPECT<br />

1977 2-[ 18 F]fluoro-2-deossiglucosio<br />

1983 [ 11 C]N-MeSpiperone 3-Quinuclidinil-4-[ 123 I]iodobenzilato<br />

1983 [ 18 F]FDOPA<br />

1984 [ 18 F]Cyclofoxy<br />

1985 [ 11 C]Raclopride [ 99m Tc]Neoglicoalbumina<br />

1985 [ 11 C]Carfentanil<br />

1985 [ 11 C]Flumazenil<br />

> 1985 Molti radiotraccianti targeted Molti radiotraccianti targeted<br />

Naturalmente queste misure in vitro sono state effettuate in assenza di metaboliti, ed hanno coinvolto un<br />

legame di tipo non specifico molto basso (poiché questo può essere sottratto) e sono state condotte in<br />

condizioni di equilibrio “reale” nelle quali il quantitativo di ligando, aggiunto in relazione al numero dei<br />

siti di legame, era attentamente e sistematicamente controllato. Inoltre, trasporto e permeabilità non sono<br />

poi fattori di confusione nelle prove in vitro. Così, i rapporti Legato/Libero ottenuti in vitro sono collegati<br />

a condizioni ideali che mai possono essere ottenute in vivo [22].<br />

Nel caso in cui fossero poi considerati diversi volumi di distribuzione (ad es., i recettori fossero in un<br />

piccolo volume e il radiolingando avesse invece un volume più ampio di distribuzione, generalmente il<br />

liquido extracellulare) l`equazione di equilibrio sarebbe una più complessa equazione quadratica [23].<br />

Qual è poi l`importanza di determinare il massimo rapporto Legato/Libero in vitro? Esso può essere<br />

certamente usato per eliminare certi radioligandi che, in ragione della combinazione tra costante di<br />

affinità e densità recettoriale, potrebbero non permettere l’imaging esterno del target. In altre parole, l’uso<br />

di queste equazioni relative agli esperimenti in vitro, potrebbe essere utile come condizione necessaria<br />

anche se tuttavia lontana dall’essere sufficiente.<br />

Le relazioni tra costanti di affinità per densità variabili dei trasportatori sono state descritte bene da Kung<br />

e Kung [22] che hanno analizzato gli inibitori di tre trasportatori: il trasportatore della Dopamina (DAT) ,<br />

il trasportatore della Serotonina (SERT) e quello della noradrenalina (NET) (Tabella 3). Dei tre<br />

trasportatori analizzati, il NET ha la più bassa densità nel cervello e perciò richiede una più bassa<br />

costante di dissociazione Kd rispetto al SERT che ha una densità più elevata.<br />

AIMN - Notiziario elettronico di Medicina Nucleare ed Imaging Molecolare, Anno V, n 2, 2009 pag. 12/85

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