MEDICINA NUCLEARE - Crosetto Foundation
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91 da ricoprire quasi integralmente il paziente.<br />
92<br />
93 Grazie a queste innovazioni, si otterrebbe un aumento della sensibilità della metodica<br />
94 di un fattore cento o maggiore, con corrispondente riduzione della dose di<br />
95 radiofarmaco da somministrare al paziente;<br />
96<br />
97 2) impiego di questo nuovo apparecchio per indagini di “screening” di massa.<br />
98<br />
99 Si potrebbe così ridurre, in modo rilevante, i casi di morte per tumore nella popolazione.<br />
100<br />
101 In quello che segue illustreremo, dopo una breve premessa, la nostra posizione al riguardo.<br />
102<br />
<strong>Crosetto</strong> (6 maggio 2009)<br />
1. Correttamente il documento AIFM descrive il principio di funzionamento della PET alle righe<br />
103-149 (tuttavia occorre precisare che i rivelatori non sempre “sono costituiti da parallelepipedi<br />
a base quadrata o rettangolare e con il lato maggiore nella direzione radiale” (righe 121-122):<br />
questo e’ solo un tipo di applicazione).<br />
Salvo, Pedroli, Borasi, Fioroni (7 aprile 2009)<br />
103 I. Premessa: il principio di funzionamento della metodica PET<br />
104<br />
105 La metodica PET consiste nella somministrazione al paziente per via endovenosa di un<br />
106 tracciante radioattivo, generalmente il Desossifluoroglucosio (FDG), una sostanza che segue<br />
107 nel corpo del paziente il metabolismo degli zuccheri [2-25]. Nella molecola di questa sostanza<br />
108 un atomo viene “marcato” con il Fluoro 18 (18F): un nuclide radioattivo che emette radiazioni e<br />
109 che consente alla molecola di essere rilevata all’esterno del paziente e quindi di seguire,<br />
110 mediante apposita strumentazione, il metabolismo degli zuccheri del paziente stesso. In<br />
111 particolare le cellule tumorali, a causa del loro metabolismo accelerato e di alcuni meccanismi<br />
112 anomali che si instaurano con la malattia, assorbono generalmente (anche se non sempre) una<br />
113 maggiore quantità di FDG e lo intrappolano nel loro interno. Pertanto la rivelazione di zone ad<br />
114 alta concentrazione di radioattività e quindi di FDG può mettere in evidenza la presenza di<br />
115 lesioni tumorali.<br />
<strong>Crosetto</strong> (6 maggio 2009)<br />
2. Correttamente il documento AIFM focalizza sull’importanza delle informazioni che possono<br />
essere fornite in base al principio di funzionamento della Tecnologia ad Emissione di Positroni:<br />
(riga 113) “Pertanto la rivelazione di zone ad alta concentrazione di radioattivita’ e quindi di<br />
FDG puo’ mettere in evidenza la presenza di lesioni tumorali”; (riga 128) “…circuiti che hanno<br />
due compiti fondamentali: contare gli impulsi … selezionare quelle coppie …”; (riga 138) “…piu’<br />
elevato e’ il numero di eventi raccolto, piu’ ‘precisa’ e’ l’immagine ottenuta: al crescere<br />
dell’efficienza del sistema si puo’ quindi ridurre la dose di radio farmaco iniettato o il tempo di<br />
esame.”<br />
Salvo, Pedroli, Borasi, Fioroni (7 aprile 2009)<br />
116 La modalità di rivelazione della radioattività presente nel paziente è basata sul fatto<br />
117 che ad ogni decadimento radioattivo del 18F vengono emesse, quasi contemporaneamente e in<br />
118 direzione opposta, due radiazioni gamma di energia sufficiente (0,51 MeV) ad attraversare<br />
119 con buona probabilità il corpo del paziente. Le due radiazioni emesse possono, con una certa<br />
120 efficienza, essere “rivelate” dal sistema di detettori (rivelatori) del Tomografo. Questi ultimi<br />
121 sono costituiti da piccoli parallelepipedi a base quadrata o rettangolare e con il lato maggiore<br />
122 nelle direzione radiale (ad esempio 4x6x30 mm), impacchettati a formare un anello cilindrico<br />
123 di opportuna lunghezza (circa 20 cm), posto tutto attorno al paziente. Il loro compito è quello<br />
124 di trasformare l’energia delle due radiazioni gamma in luce visibile, emettendo, quando sono<br />
125 colpiti, un brevissimo impulso luminoso, che viene, a sua volta, convertito in un impulso<br />
126 elettrico.<br />
AIMN - Notiziario elettronico di Medicina Nucleare ed Imaging Molecolare, Anno V, n 2, 2009 pag. 39/85