MEDICINA NUCLEARE - Crosetto Foundation
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A questo punto sorge spontanea la domanda: “Come mai si considera il rivelatore RPC che ha<br />
un’efficienza inferiore al 20%, mentre 3 cm di cristallo economico hanno un’efficienza del 95%?” Per<br />
individuare un micro nodulo, quel limite del 20% in efficienza richiede la somministrazione di una<br />
radiazione massiccia al paziente che, se non morira’ di cancro, sicuramente correra’ grossi rischi per via<br />
della radiazione ricevuta dopo aver effettuato una serie di esami con quell’apparecchiatura.<br />
Il medesimo tipo di problematica si pone nei riguardi del Time-Of-Flight (TOF: o misurazione del tempo<br />
di volo del fotone che viaggia a 300.000 Km/sec per cui sarebbe necessario realizzare un’elettronica<br />
molto sofisticata e costosa, con una precisione di 5 picosecondi, per ottenere una risoluzione di 1,5 mm)<br />
in cui si ripongono aspettative molto superiori rispetto ai vantaggi che effettivamente puo’ fornire al<br />
punto che, alla riga 191 e 367 del vostro documento AIFM, viene detto che esso rappresenti “un vero<br />
salto generazionale”. In realta’, da oltre trent’anni, si usa il TOF in esperimenti al CERN, e il TOF era<br />
utilizzato anche in alcune PET di 15 ani fa che io avevo gia’ descritto nel mio libro tecnico-scientifico del<br />
2000. All’epoca del Superconducting Super Collider progettavo schede DUT (Device Under Test) per<br />
l’apparecchiatura HP8200 che misura le caratteristiche dei circuiti integrati. In tali schede ottenevo una<br />
risoluzione temporale di 50 picosecondi al punto di contatto dell’integrato, che corrisponde a 1,5 cm nel<br />
percorso del fotone e vi assicuro che il raggiungimento di una risoluzione di 1,5 mm sicuramente<br />
comporta il superamento di problemi non semplici e sicuramente costosi. Conosco bene i ricercatori che<br />
negli Stati Uniti promuovevano iniziative di ricerca di questo tipo che distolgono dal problema<br />
fondamentale mirato a focalizzare sull’aumento in efficienza (sensibilita’), anziche’ sulla risoluzione<br />
spaziale. Data la loro influenza dapprima hanno convogliato la direzione della ricerca in base alla<br />
convinzione che bisognasse trovare il cristallo dalle caratteristiche perfette. Successivamente, hanno<br />
puntato la focalizzazione sulla misurazione spaziale e ora stanno promuovendo la ricerca basata sul TOF.<br />
In questo modo si sono creati diversi mercati, che per risultato hanno offerto pochi vantaggi effettivi per il<br />
paziente, vantaggi che invece si sarebbero potuti ottenere se la ricerca si fosse focalizzata sul “conteggio”<br />
nell’unita’ di tempo del maggior numero possibile di fotoni provenienti dai marcatori tumorali.<br />
Dal momento che la mia tecnologia innovativa, come tutte le innovazioni, ha bisogno di una spiegazione<br />
dettagliata da parte dell’inventore per essere compresa nella sua piu’ profonda essenza, se avessimo<br />
seguito l’accordo di un confronto diretto stabilito nell’incontro del 3 settembre 2008, molte incongruenze<br />
presentate nel documento AIFM sarebbero state chiarite immediatamente, come era avvenuto durante la<br />
“conferenza telefonica” del 14 ottobre 2008 con Gianni Borasi e Federica Fioroni (di cui esiste la<br />
registrazione, nel caso necessitassero ulteriori puntualizzazioni). Da un lato e’ bene che le Vostre<br />
argomentazioni siano state messe per iscritto, perche’ mi si da’ la possibilita’ di rispondere in modo piu’<br />
preciso.<br />
Dall’altro lato, pero’, questo modo di procedere ha comportato un ritardo di diversi mesi per affrontare<br />
l’argomento nei dettagli e superare le varie incomprensioni e tutto questo sicuramente ha contribuito a<br />
ritardare il trasferimento dei benefici delle mie innovazioni al letto del paziente. Per tale ragione e’ piu’<br />
che mai indispensabile una tempestiva ratifica delle affermazioni e conclusioni contenute nel documento<br />
AIFM per passare con la massima urgenza a quanto si era stabilito, cioe’ a predisporre per una mia<br />
presentazione diretta della mia tecnologia agli esponenti della fisica medica e medicina nucleare in Italia<br />
in occasione della prima riunione o conferenza della categoria, per dare l’opportunita’ ai partecipanti di<br />
esprimere i loro dubbi, con la possibilita’ per il sottoscritto di chiarirli al piu’ presto come e’ avvenuto ad<br />
esempio durante la conferenza telefonica del 14 ottobre 2008, Gianni Borasi e Federica Fioroni. In<br />
quell’occasione entrambi sostenevano che la misura dell’efficienza (intesa come rapporto fra il numero di<br />
coppie di fotoni validi catturati e il numero di coppie valide di fotoni emessi in un secondo) di una<br />
PET/TAC della General Electric, con l’utilizzo di una sorgente radioattiva puntiforme posta al centro del<br />
campo visivo di 16 cm, era del 2%. Effettuando la stessa misurazione con la medesima PET posizionata<br />
su un segmento di sorgente radioattiva distribuita uniformemente in una barretta lunga 70 cm, l’efficienza<br />
risultava dell’1%.<br />
Senza entrare nel merito del loro esperimento (dal momento che mi trovavo a 10.000 Km di distanza),<br />
avevo immediatamente rilevato che quei risultati non potevano essere attendibili, in quanto una semplice<br />
AIMN - Notiziario elettronico di Medicina Nucleare ed Imaging Molecolare, Anno V, n 2, 2009 pag. 36/85