MEDICINA NUCLEARE - Crosetto Foundation
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La saturazione del target è meglio determinata nell’uomo utilizzando sia la PET che la SPECT,<br />
specialmente per quei farmaci che sono diretti al sistema nervoso centrale (SNC). La tecnica ottimale è di<br />
quantizzare i recettori liberi prima e dopo una dose di farmaco. Con l’impiego di parecchi livelli di dose,<br />
la saturazione della proteina target può essere determinata quantitativamente e può essere scelta una dose<br />
che sia un buon compromesso tra efficacia e tossicità. Vi sono parecchie situazioni farmacocinetiche in<br />
cui né i livelli plasmatici nè le misure indirette, come l’elettroencefalogramma e la MR funzionale,<br />
riflettono l’occupazione del target da parte del farmaco. Nondimeno, il radiotracciante deve essere<br />
convalidato, come evidenziato nei precedenti paragrafi, e deve essere certo che la radioattività al target<br />
rifletta il legame tra il farmaco e una singola proteina target. Vi sono esempi in letteratura in cui un<br />
farmaco può legarsi a più di un target, ma, se questi non sono anatomicamente separati, l’analisi della<br />
distribuzione della radioattività diventa complessa.<br />
La tecnica di imaging nucleare si adatta meglio ai farmaci diretti su una singola proteina. Questa tecnica<br />
può essere anche usata per misurare l’emivita del farmaco sul target utilizzando determinazioni seriali<br />
della densità del target libero. Passchier e altri hanno descritto le proprietà del radioligando ideale e di<br />
vari metodi per calcolare l’occupazione della proteina target correlata al farmaco [35]. Molti<br />
radiofarmaci, specialmente quelli sintetizzati per applicazioni al sistema nervoso centrale, sono stati usati<br />
in studi di occupazione ma ancora meno sono stati utilizzati per predire il risultato clinico. Per esempio, vi<br />
sono stati un certo numero di studi clinici che hanno impiegato il 3-R quinuclidinyl-4-S-<br />
( 123 I)iodobenzilato (RS-IQNB) che suggeriscono che il ligando è responsivo alle modificazioni nella<br />
concentrazione del recettore nei soggetti normali e nei pazienti con malattie di Alzheimer. Nondimeno,<br />
l’uso clinico primario della RS [ 123 I]IQNB è stato quello di stabilire o escludere il legame ai recettori<br />
muscarinici. Gli esempi nella letteratura documentano l’interazione dell’olanzapina, risperidone,<br />
clozapina, donepezil e fenserina con i recettori muscarinici [36].<br />
APPROCCIO RIDUZIONISTA ALL’IMAGING PER MALATTIE A SINGOLO GENE E A<br />
SINGOLO PUNTO DI CONTROLLO.<br />
Per più di 50 anni, gli studiosi dei radiofarmaci si sono rivolti a specifiche proteine e perciò hanno<br />
eseguito un “targeting” di tipo meccanico, un approccio riduzionista definito da Sams-Dodd [37]. Il primo<br />
riferimento dato per sonde non radioattive è attribuito a Paul Ehrilch. Il suo concetto, tuttavia derivava da<br />
una esperienza tossicologica piuttosto che da uno specifico vantaggio target-non target necessario per un<br />
riuscito imaging esterno di un radioligando [7].<br />
Sebbene gli studiosi coinvolti nella ricerca genomica correlano parecchi Single Nucleotide<br />
Polimorphisms (SNPs) con la malattia, l’imaging molecolare è di solito limitato a monitorare uno o due<br />
prodotti di espressione proteica a causa dei severi limiti sull’ attività somministrata e sul tempo necessario<br />
per gli studi sequenziali. La SPECT può avere un vantaggio perchè le emissioni di un radionuclide che<br />
emette un fotone singolo possono essere separate sulla base delle loro differenti energie fotoniche e perciò<br />
lo studio simultaneo di due o più prodotti di espressione proteica è tecnicamente possibile.<br />
L’imaging molecolare con radiofarmaci ha una lunga storia di sviluppo di composti radiomarcati per<br />
specifici target a livello molecolare utilizzando tecniche pregenomiche per identificare il target con l`uso<br />
di sonde biochimiche come lo ioduro (da circa 50 anni), radiotraccianti che si legano a recettori e<br />
anticorpi monoclonali radiomarcati (entrambi da circa 25 anni). Il progresso nella proteomica e nella<br />
genomica ha portato alla scoperta di target che sono importanti nella diagnosi precoce di malattia. Le<br />
sonde radiomarcate per i geni, l’mRNA, le interazioni anti-sense e le interazioni proteina-proteina sono<br />
state preparate e studiate in vitro e in vivo negli animali, ma è l’approccio al gene reporter cha ha<br />
progredito maggiormente verso gli studi clinici [38,39].<br />
Questi progressi hanno portato a quattro approcci principali per lo sviluppo di radiofarmaci per l’uso con i<br />
farmaci.<br />
I. Monitoraggio dei punti di controllo generali della malattia come la proliferazione, l’ipossia,<br />
l’apoptosi, l’angiogenesi, l’infiammazione e la metastasi.<br />
AIMN - Notiziario elettronico di Medicina Nucleare ed Imaging Molecolare, Anno V, n 2, 2009 pag. 15/85