MEDICINA NUCLEARE - Crosetto Foundation
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La sanità che vorrei…<br />
Medici specialisti del centro PET-TC di Bolzano<br />
PET-MEETING, il convegno che si è tenuto a Bolzano il 15 maggio u.s., si è rivelato un’opportunità per<br />
fare il punto sull’attività svolta nel capoluogo altoatesino e sulla sua integrazione nella sanità locale.<br />
Quest’incontro ha confermato come l’esperienza bolzanina si sia sviluppata attorno al binomio medicina<br />
nucleare-radiologia rappresentato in primis da due medici con esperienze lavorative diverse, il dott.<br />
Farsad (medico nucleare) e la dott.ssa Pernter (radiologo), i quali, con impegno e dedizione, hanno<br />
contribuito a fondare questa realtà. Si è trattato di un percorso talvolta articolato che ha richiesto la<br />
conciliazione delle esigenze dei Servizi di Medicina Nucleare e di Radiologia e dei loro primari, dott<br />
Osele e dott. Bonatti. Motore della crescita di questo progetto sono stati la consapevolezza delle<br />
potenzialità delle moderne tecniche di imaging molecolare e la volontà di offrire al paziente una risposta<br />
esaustiva ed utile ai fini della pianificazione terapeutica. Questo obiettivo è perseguibile solo se si<br />
instaura una stretta e mutua collaborazione tra i vari specialisti che hanno in cura il malato.<br />
Il primo passo verso la realizzazione di questo ideale è stata la formazione di un gruppo di lavoro<br />
giovane, dinamico e motivato dove i singoli sono accomunati dal desiderio di accrescere le proprie<br />
conoscenze e di condividere le proprie esperienze unito alla curiosità per le continue innovazioni<br />
tecnologiche e radiofarmacologiche. Un obiettivo ambizioso che viene rincorso giornalmente attraverso il<br />
lavoro “spalla a spalla” di radiologo e medico nucleare che sfocia nella ovvia compartecipazione alla<br />
stesura del referto, ma che è preceduto da un percorso analitico e decisionale che inizia con l’arrivo del<br />
paziente al Servizio di Medicina Nucleare. La corretta interpretazione delle immagini non può infatti<br />
prescindere da un primo colloquio con il malato, dalla ricostruzione della storia clinica del malato e dalla<br />
revisione degli esami precedenti, radiologici e non. Nella nostra realtà questo è più che mai un atto dovuto<br />
dal momento che disponiamo di un sistema di visualizzazione degli esami radiologici eseguiti negli altri<br />
ospedali del nostro Comprensorio Sanitario. Un secondo momento di collaborazione e di confronto è la<br />
valutazione sommaria delle immagini alla fine dell’esecuzione dell’esame, per decidere necessità ed<br />
utilità di un eventuale completamento con TC diagnostica con mezzo di contrasto. In circa 20-25% dei<br />
casi infatti si pone la necessità di completare l’indagine PET-TC con uno studio TC ad alte dosi con<br />
mezzo di contrasto. Solo in ultima istanza la refertazione diventa uno scambio reciproco dove il radiologo<br />
ottimizza le informazioni morfologiche della TC a basso dosaggio ed il medico nucleare fornisce un<br />
significato patologico e/o funzionale anche in assenza di alterazioni morfologiche.<br />
Talvolta si tratta di uno scambio impari, in particolare quando si tratta di indagini squisitamente<br />
funzionali (ad esempio: 18 F-FDG per lo studio delle demenze e ricerca dell’espressione del recettore …<br />
per valutare la fattibilità di una terapia oncologica mirata…….) dove il radiologo non può far altro che<br />
apprezzare i “colori” che i radiofarmaci dipingono sulle immagini TC arricchendole di significato.<br />
Ciò che si sta cercando di costruire è una sanità a misura di malato che vada oltre le necessità e le priorità<br />
di ogni singolo reparto e forse al di là degli interessi politici delle singole società scientifiche.<br />
Auspichiamo che medico nucleare e radiologo continuino a guardare con occhi diversi le immagini PET e<br />
TC ma soprattutto che continuino a fondere i loro sguardi in un referto “morfo-funzionale che risponda<br />
alle problematiche cliniche del paziente: questo è ciò che conta, questo è ciò che vorremmo.<br />
I dottori Mohsen Farsad (a sinistra ) e Luzian Osele<br />
AIMN - Notiziario elettronico di Medicina Nucleare ed Imaging Molecolare, Anno V, n 2, 2009 pag. 7/85