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MEDICINA NUCLEARE - Crosetto Foundation

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224 più accurate indagini quantitative, grazie al fatto che il cuore può essere sempre all’interno<br />

225 del campo di vista e quindi fornire un dato di riferimento sulla quantità del tracciante<br />

226 circolante.<br />

<strong>Crosetto</strong> (6 maggio 2009)<br />

11. E’ inappropriato l’accostamento del sistema [1] riferito al 3D-CBS ed i sistemi [101-107] riferiti<br />

ad altre tecnologia meno efficienti (Eriksson-Siemens), citati nei riferimenti bibliografici riportati<br />

alla riga 219. Esiste infatti una notevole, sostanziale differenza tra il sistema [1] i sistemi [101-<br />

107].<br />

Mentre il sistema [1], cioe’ il 3D-CBS, offre effettivi vantaggi dovuti ad un miglioramento<br />

dell’efficienza di 400 volte rispetto alle PET attuali, permettendo una riduzione della radiazione<br />

somministrata al paziente, rendendo possibile la diagnosi precoce e riducendo il costo dell’esame,<br />

nonche’ quello della Sanita’, i sistemi trattati nei riferimenti [101-107] si pongono per certi versi<br />

persino a danno del paziente perche’ possono presentare una sensibilita’ per ogni punto del corpo<br />

del paziente addirittura inferiore a quella delle PET attuali, dal momento che prevedono di<br />

utilizzare rivelatori (RPC oppure l’impiego di cristalli dallo spessore di 1/5 rispetto a quelli<br />

utilizzati nei rivelatori attuali) con un’efficienza inferiore al 20% e non garantiscono<br />

un’acquisizione di fotoni obliqui ad angolo superiore a pochi gradi.<br />

Allo stesso tempo pero’ tali sistemi [101-107] sembrano offrire grandi vantaggi per il profitto<br />

riducendo il tempo dell’esame da 21 minuti a 39 secondi. Piu’ avanti (vedi punto 14) verranno<br />

analizzati in dettaglio e piu’ approfonditamente i parametri a svantaggio del paziente e a vantaggio<br />

del profitto a cui sembrano finalizzate le PET del futuro descritte nei riferimenti [101-107].<br />

Salvo, Pedroli, Borasi, Fioroni (7 aprile 2009)<br />

227 L’allungamento del campo di vista (FOV) migliora la sensibilità della metodica da un<br />

228 duplice punto di vista. Se l’angolo massimo di accettazione dalle LOR, cioè delle “linea di volo”<br />

229 della coppia di fotoni gamma rispetto alla direzione radiale, è relativamente piccolo le, “viste”<br />

230 adiacenti si possono considerare indipendenti (pochi fotoni passano da una vista all’altra) e il<br />

231 guadagno in sensibilità è approssimativamente uguale al rapporto tra le lunghezze dei FOV<br />

232 considerati. Ciò vuol dire che un (nuovo) sistema con un FOV da 100 cm avrebbe una sensibilità<br />

233 circa 5 volte superiore a quello di un sistema (attuale) con un FOV di 20 cm. Questo fattore<br />

234 aumenta ancora se allarga l’angolo di accettazione, perché in questo modo si “recuperano” dei<br />

235 fotoni che andrebbero persi. Nascono, tuttavia, nuovi problemi. Il primo è che cresce,<br />

236 all’estremità del campo di vista, la regione a ridotta sensibilità (“penombra”). Questo<br />

237 problema si può ridurre aumentando la lunghezza del sistema oltre le dimensioni del campo<br />

238 che si vuole esplorare. Ma problema principale è che, quando l’angolo è troppo elevato, i<br />

239 rivelatori perdono efficienza nella rivelazione e nella corretta localizzazione degli eventi di<br />

240 scintillazione (effetto di parallasse – crosstalk). Come è mostrato nella figura sottostante, il<br />

241 fotone che raggiunge i rivelatori con un angolo troppo elevato non “appartiene” più ad un<br />

242 singolo cristallo, ma viene intercettato da 2 o più cristalli, la sua localizzazione diventa<br />

243 imprecisa e la qualità dell’immagine viene degradata.<br />

244<br />

245<br />

246<br />

247<br />

248 La causa di questo effetto è da ricercare nella forma altamente asimmetrica dei<br />

249 cristalli rivelatori, dettata dall’esigenza di ottenere, contemporaneamente, una elevata<br />

250 risoluzione spaziale ed una elevata efficienza di rivelazione.<br />

AIMN - Notiziario elettronico di Medicina Nucleare ed Imaging Molecolare, Anno V, n 2, 2009 pag. 44/85

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