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MEDICINA NUCLEARE - Crosetto Foundation

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377 si sta lavorando. Un altro aspetto, complementare, è quello dello sviluppo di nuovi<br />

378 Radiotraccianti ad alta specificità [135-163]. Ad esempio la Colina per i tumori della prostata,<br />

379 il Gallio 68 DOTATOC per i tumori del sistema neuroendocrino, la FLT (Timidina marcata) per<br />

380 rilevare e valutare la proliferazione cellulare, di particolare utilità nello studio dei tumori<br />

381 cerebrali, lo F-MISO ed il Cu-ATSM, composti che evidenziano le regioni ipossiche del<br />

382 tumore, cioè quelle regioni particolarmente resistenti alla Radioterapia, che, una volta<br />

383 individuate, possono essere irraggiate con una dose più elevata e quindi eradicate. Nel futuro<br />

384 prossimo (1-3 anni) lo sviluppo della Biologia Molecolare fornirà traccianti del tutto “specifici”<br />

385 per le diverse tipologie di tumore.<br />

<strong>Crosetto</strong> (6 maggio 2009)<br />

16. E’ irrilevante la trattazione sui radiofarmaci, sia quella riportata alle righe 377-385, come qualsiasi<br />

altra trattazione, ai fini di aumentare la sicurezza per il paziente e diminuire i costi dell’esame con<br />

una PET piu’ efficiente. L’aumento in efficienza della PET infatti procura benefici utilizzando<br />

tutti i tipi di radio farmaci. Quindi la discussione sui radio farmaci non e’ pertinente, in quanto,<br />

indipendentemente dal tipo di radio farmaco utilizzato, c’e’ la necessita’ di catturare in modo<br />

preciso il maggior numero di segnali provenienti dai marcatori tumorali per ottenere informazioni<br />

sempre piu’ precise, sempre piu’ attendibili e utili al medico.<br />

Salvo, Pedroli, Borasi, Fioroni (7 aprile 2009)<br />

387 Il progressivo aumento del campo di vista della PET appare come una importante<br />

388 direzione di sviluppo. Tale sviluppo è già in atto, ed è sostenuto da Aziende e gruppi di<br />

389 ricerca di primaria importanza. Con la tecnologia attuale, la realizzazione a tempi brevi<br />

390 di apparecchiature PET con campo di vista “estremo” (1.75 - 2 m) appare peraltro<br />

391 problematica, conducendo a soluzioni attualmente o troppo costose o di limitata<br />

392 convenienza e ridotta praticità. Il “collo di bottiglia” appare il sistema dei rivelatori che<br />

393 dovrebbe subire o una decisiva riduzione dei costi o un altrettanto decisivo miglioramento<br />

394 delle prestazioni.<br />

<strong>Crosetto</strong> (6 maggio 2009)<br />

17. Un’incertezza sulla direzione della ricerca si riscontra alle righe 387-394 dove inizialmente si dice<br />

che “il progressivo aumento del campo di vista della PET appare come una importante direzione<br />

di sviluppo” ma successivamente, qualche riga dopo, si afferma che “appare peraltro<br />

problematica”. Prendo atto con una certa soddisfazione (sebbene sia ancora presente il temine<br />

“appare” che non denota una piena convinzione) che, dopo aver insistito per oltre dieci anni sulla<br />

necessita’ di aumentare la lunghezza del rivelatore della PET (vedi anche il mio libro tecnicoscientifico<br />

del 2000) per ccui ho continuato a ricevere negazioni, si incomincia ad ammettere, alla<br />

riga 387, che “l’aumento del campo di vista delle PET appare come una importante direzione di<br />

sviluppo”. Forse quest’incertezza e’ dovuto alla mancanza di comprensione dei benefici che si<br />

possono ottenere con l’allungamento del rivelatore, come ho spiegato a proposito della mia<br />

innovazione e perche’, non avendolo capito, si sperimenta l’uso di rivelatori lunghi con efficienza<br />

inferiore al 20%.<br />

E’ sconcertante che, essendo la mia innovazione una soluzione che permette “una decisiva<br />

riduzione dei costi [e di] un altrettanto decisivo miglioramento delle prestazioni,” come<br />

sottolineato alla riga 392, non si sia minimamente affrontato l’aspetto concettuale della mia<br />

innovazione gia’ riconosciuto valido ed approvato durante la revisione internazionale del 1993 al<br />

FERMIlab (e compreso da studenti delle scuole medie, come illustrato nel video<br />

http://www.youtube.com/watch?v=gwnker0Lfss), ne’ siano stati analizzati i dettagli di altre<br />

innovazioni sviluppate successivamente dal sottoscritto, riportate in articoli scientifici e<br />

convalidate in altre revisioni scientifiche internazionali e si continui a basarsi sugli approcci attuali<br />

che prevedono solo una riduzione del volume del rivelatore o l’uso di rivelatori quali l’RPC per<br />

ridurre i costi dell’apparecchiatura, con conseguente riduzione dell’efficienza a meno del 20%<br />

(comportando l’aumento della dose radioattiva somministrata al paziente).<br />

Salvo, Pedroli, Borasi, Fioroni (7 aprile 2009)<br />

AIMN - Notiziario elettronico di Medicina Nucleare ed Imaging Molecolare, Anno V, n 2, 2009 pag. 49/85

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