28.05.2013 Views

MEDICINA NUCLEARE - Crosetto Foundation

MEDICINA NUCLEARE - Crosetto Foundation

MEDICINA NUCLEARE - Crosetto Foundation

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

correttamente, prima di proporre uno screening, mi sono preoccupato di progettare<br />

un’apparecchiatura che fosse “SICURA” per il paziente.<br />

Invece le PET attuali, che richiedono una dose radioattiva dieci volte superiore rispetto alla dose<br />

di 1 mSv per esami di screening su pazienti asintomatici, raccomandato dalla Commissione<br />

Internazionale per la Protezione dalla Radiazione (ICRP), in alcuni casi vengono gia’ impiegate<br />

per lo screening, raggirando l’ostacolo della massima dose imposta dall’ICRP non sottoponendo il<br />

medesimo individuo ad un successivo esame PET per un periodo di diversi anni (dieci o piu’), in<br />

modo che risulti che la quantita’ di radiazione ricevuta distribuita in quel numero di anni risulti<br />

inferiore a 1 mSv. Chiaramente, anche se questo stratagemma e’ considerato legale in alcuni paesi<br />

(ad esempio in Giappone), di fatto serve piu’ ai ricercatori per le loro pubblicazioni che non al<br />

paziente, che ad esempio per dieci anni corre il rischio di contrarre di cancro perche’ in quel<br />

periodo non potra’ sottoporsi ad altro esame di screening ed in piu’ avra’ ricevuto una dose<br />

radioattiva elevata che puo’ solo contribuire a sviluppare tale malattia. Tuttavia, i risultati di<br />

questo screening condotto con le PET attuali, smentiscono le affermazioni del documento AIFM<br />

riportate alle righe 411-413 e 491-493.<br />

Per esempio, il Governo e l’istituto della Sanita’ giapponesi, sono di avviso contrario, dal<br />

momento che ritengono che la tecnologia PET fornisca informazioni utili per diagnosticare il<br />

cancro e nel 2005 l’hanno utilizzata per lo screening con FDG,<br />

(http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/18030580HH), nonostante la sua scarsa efficienza, in 46<br />

ospedali su oltre 50.000 pazienti asintomatici.<br />

I risultati, migliori rispetto a quelli ottenuti con altre tecnologie, hanno addirittura indotto la<br />

Sanita’ giapponese ad estendere il programma per diversi anni su un campione di popolazione più<br />

vasto. Risulta perciò incomprensibile che non si voglia considerare che le mie in-novazioni<br />

permettano di aumentare l’efficienza della PET di 400 volte, riducendo la radiazione ad un livello<br />

non pericoloso, simile a quella impiegata nella mammografia, con chiari vantaggi per i pazienti<br />

asintomatici, ma soprattutto per i malati di cancro che devono essere sottoposti ad esami frequenti,<br />

per cui è indispensabile che la PET richieda una radiazione non pericolosa e che identifichi il<br />

minimo risveglio di attivita’ cancerosa.<br />

Salvo, Pedroli, Borasi, Fioroni (7 aprile 2009)<br />

Analizziamo dapprima<br />

414 il problema della dose. Un esame completo PET + TC a bassa dose comporta una dose efficace<br />

415 di radiazioni (per un paziente “standard”) di circa 10 mSv [183] (per avere un confronto si può<br />

416 pensare che la radiazione del “fondo ambientale” somministra ogni anno a ciascuno di noi una<br />

417 dose di circa 2.5 mSv, con ampie fluttuazioni tra regione e regione). Per questo livello di dosi<br />

418 non esiste una documentazione certa di un effetto nocivo (la vita stessa si è evoluta sulla<br />

419 Terra in questo “bagno” di radiazioni, e, forse, proprio grazie ad esso). Un principio di cautela,<br />

420 proposto da Organizzazioni Internazionali [184], suggerisce, comunque, di ipotizzare un<br />

421 rischio di induzione di tumore in proporzione lineare alla dose assorbita. Nel caso in esame il<br />

422 rischio sarebbe dell’ordine di circa 6 casi di tumore radioindotti su 10'000 pazienti esaminati.<br />

423 Come nel caso degli altri screening di massa basati sulle radiazioni (mammella, polmone) si<br />

424 tratta di effettuare un corretto bilancio tra i rischi (vite ipoteticamente perse) ed i benefici<br />

425 (vite ipoteticamente salvate) dall’introduzione della metodica. Essendo, purtroppo, la<br />

426 probabilità di morire per un tumore assai elevata (circa il 30% su tutto l’arco della vita) è<br />

427 evidente che non può essere il rischio di tumori radioindotti a sconsigliare l’impiego di una<br />

428 metodica che fosse realmente decisiva.<br />

<strong>Crosetto</strong> (6 maggio 2009)<br />

20. Un’altra incongruenza si riscontra alle righe 413-428, in quanto le allusioni alla radiazione nociva<br />

o addirittura benefica possono generare confusione nel lettore non esperto in materia (“la vita<br />

stessa si e’ evoluta sulla Terra in questo ‘bagno’ di radiazioni, e, forse, proprio grazie ad esso”<br />

riga 418, chic!).<br />

AIMN - Notiziario elettronico di Medicina Nucleare ed Imaging Molecolare, Anno V, n 2, 2009 pag. 51/85

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!