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MEDICINA NUCLEARE - Crosetto Foundation

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MONITORAGGIO DI UN PROCESSO BIOCHIMICO A VALLE INFLUENZATO DAL<br />

FARMACO<br />

Un altro approccio per radiomarcare un prodotto di espressione di una proteina chiave influenzata da un<br />

farmaco terapeutico sperimentale richiede una stretta collaborazione tra il farmacologo universitario e<br />

l’azienda farmaceutica. La preparazione di un analogo radiomarcato del farmaco con appropriati studi di<br />

convalida condurrà a un importante parametro preclinico chiamato “drug occupancy” e anche a<br />

determinare la durata di tale fenomeno. Tuttavia, il radiomarcare un analogo del farmaco non aiuterà a<br />

comprendere l’efficacia del farmaco in ragione del fatto che questo esperimento a due variabili renderà<br />

difficile interpretare i cambiamenti di radioattività nella sede della proteina target. A meno che<br />

l`eliminazione del farmaco sia assicurata, cosa che invece non è probabilmente possibile durante la<br />

chemioterapia, cambiamenti nella radioattività nella sede target potrebbero essere causati da cambiamenti<br />

nel numero dei siti di legame o cambiamenti nella “occupancy” del farmaco al target. Se un cambiamento<br />

nel prodotto di espressione a valle è monitorato attraverso l’imaging esterno, allora si raggiunge anche<br />

una più chiara interpretazione dei risultati.<br />

Il cromosoma anomalo Philadelphia fu identificato nei primi anni ‘60, ma fino ai primi anni ‘70 le<br />

perfezionate tecniche cito-genetiche non permisero di dimostrare che si trattava di una traslocazione tra i<br />

cromosomi 9 e 22. Le tecniche molecolari più tardi identificarono i geni critici coinvolti come l’omologo<br />

dell’oncogene virale della leucemia murina di Abelson (ABL) sul cromosoma 9 e la “breakpoint cluster<br />

region” (BCR) sul cromosoma 22. Successivamente fu dimostrato che il prodotto della fusione BCR-ABL<br />

era una chinasi anomala che apparentemente era lo stimolo per la proliferazione di cellule mieloidi tale da<br />

indurre lo sviluppo della leucemia mieloide cronica (CML) [57]. Questo portò poi alla scoperta di farmaci<br />

in grado di inibire la tiroxina chinasi mutata attraverso un legame al suo sito di binding con l’ATP.<br />

La traslocazione bcr-abl in pazienti con CML e le mutazioni attivate nel recettore c-kit della tirosina<br />

Kinasi in pazienti con tumori stromali gastrointestinali (GIST) sono state trattate con successo con il<br />

primo farmaco approvato dalla FDA con questa indicazione: l’imatinib (Gleevec TM ). L’imatinib è stato<br />

radiomarcato con l’isotopo a emivita breve C-11 per determinare l’iniziale biodistribuzione del farmaco.<br />

Il radiotracciante era rapidamente allontanato dal plasma, dal cuore, dai polmoni e dalla milza, con una<br />

più alta e più sostenuta concentrazione nel fegato e una escrezione attraverso il tratto gastrointestinale<br />

[58]. Comunque, nè il C-11 imatinib nè alcun altro radioligando che si leghi al sito dell’ATP sono stati<br />

usati nei pazienti per monitorare il decorso della malattia. Invece il diminuito uptake dell’iniezione di<br />

fludeossiglucosio F-18 si è dimostrato essere capace di predire il successo della terapia con l’imatinib. Un<br />

esempio dell’importanza di [ 18 F]-FDG come controllo a valle è il precoce effetto predittivo dell’esame<br />

eseguito immediatamente dopo l’inizio della chemioterapia con l’imatinib [59,60] (Fig.1). Parecchi studi<br />

hanno mostrato che i risultati dell’imaging precoce ottenuti con FDG predicono l’evoluzione del<br />

trattamento benché questa sia una indicazione non ancora approvata dalla FDA [61]. Ci sono stati anche<br />

report isolati di pazienti con GIST che hanno mostrato ridotta captazione di [ 18 F]-FDG dopo il<br />

trattamento ma nessuna risposta. Questo suggerisce che il trattamento con l’imatinib era sufficiente ad<br />

inibire l’uptake di [ 18 F]-FDG o la fosforilazione ma non era sufficiente a inibire la proliferazione cellulare<br />

tumorale [62].<br />

Dati preliminari suggeriscono che il monitoraggio con [ 18 F]-FDG potrebbe essere usato non soltanto per<br />

l’imatinib ma anche per altri inibitori delle chinasi. Sulla base di studi sugli animali, Su e altri hanno<br />

suggerito che il gefitinib, un inibitore tirosin chinasico del recettore dell’EGF, fosse efficace nel predire<br />

la risposta nel cancro polmonare non a piccole cellule [63]. Al contrario, Smith-Jones e altri hanno<br />

osservato che in topi con xenotrapianti di carcinoma mammario BT-474 e in trattamento con inibitori<br />

della heat shock protein 90 (Hsp90), la distribuzione di [ 18 F]-FDG non dava informazioni se paragonata al<br />

frammento F(ab`)2 del trastuzumab (Herceptin TM ) radiomarcato con il Ga-68 [64]. Dimitrakopoulou-<br />

Strauss ha proposto che il [ 18 F]-FDG può essere un metodo promettente per il monitoraggio dell`effetto<br />

terapeutico degli inibitori del mTOR [65]. Chiaramente, il [ 18 F]-FDG non è utile nei trattamenti di tutti i<br />

tumori ma in alcune situazioni comunque si è mostrato molto promettente.<br />

Un esempio del più recente approccio di targeting diretto verso un singolo punto di controllo nel caso di<br />

una particolare patologia è l’imaging esterno dell’espressione di HER2 in funzione del trattamento<br />

AIMN - Notiziario elettronico di Medicina Nucleare ed Imaging Molecolare, Anno V, n 2, 2009 pag. 19/85

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