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MEDICINA NUCLEARE - Crosetto Foundation

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OTTENERE INFORMAZIONI BIOCHIMICHE DA EMISSIONI GAMMA IN VIVO: ANALISI<br />

MATEMATICA DELLA BIODISTRIBUZIONE DEL RADIOTRACCIANTE.<br />

Poichè la tomografia a emissione di positroni (PET) e sempre di più la tomografia a emissione di singolo<br />

fotone (SPECT), sono tecniche di imaging quantitativo che sono capaci di trasformare i raggi gamma<br />

raccolti in termini quantitativi (Ci/voxel o TBq/voxel), è importante trasformare successivamente questi<br />

dati in parametri biochimici. Ciò è importante specialmente per gli studi volti a stabilire le densità della<br />

proteina target. Molte pubblicazioni propongono approcci matematici dettagliati per estrarre questi<br />

parametri biochimici. Un tale approccio inizia con il modello matematico e l’analisi compartimentale e<br />

termina con la tecnica che prevede una singola scansione [31], che illustra il percorso dalla convalida dei<br />

radiotraccianti ai requisti per l’impiego clinico. Vi sono due comuni metodi di “plotting” denominati<br />

dall’autore senior che ne ha sviluppato l`approccio. Il “Patlak” plot è stato sviluppato per i radioligandi<br />

che tendono ad un legame irreversibile [32] mentre il “Logan” plot è stato sviluppato per radioligandi che<br />

tendono ad un legame reversibile [33]. Se il binding alla proteina target è molto più grande rispetto<br />

all’efflusso dal tessuto, allora il legame nel tessuto target può essere dovuto alla perfusione o alla<br />

permeabilità ma non alla densità della proteina target. Se l’obiettivo è di sviluppare un radioligando per<br />

misurare la densità della proteina target, l’efflusso dal tessuto deve essere più veloce rispetto al legame<br />

con la proteina target. Sia il metodo “Patlak” che il metodo “Logan” sono stati adattati per utilizzare<br />

regioni di riferimento con poca o nessuna proteina target piuttosto che il plasma non metabolizzato, che<br />

richiede un veloce prelievo ematico e sofisticate separazioni cromatografiche con minima radioattività.<br />

Per giungere ad una procedura clinica efficiente ed economica deve essere sviluppata una tecnica con una<br />

singola scansione che dia una misura della densità del tessuto target o dell’attività enzimatica. Hoh [34]<br />

ha presentato questo come un criterio chiave per l’approvazione per uso clinico dell’iniezione del F-18-<br />

Fluorodeossiglucosio come radiotracciante diagnostico. Due esempi dell’evoluzione dall’analisi<br />

compartimentale alla tecnica della singola scansione sono l’iniezione del F18-Fluorodeossiglucosio per la<br />

PET e quella della I-123-beta-CIT per la SPECT. Entrambe sono state sottoposte ad una estensiva analisi<br />

farmacocinetica negli animali e nell’uomo ed entrambe sono attualmente utilizzate nella clinica con<br />

singole scansioni a tempi stabiliti dall’analisi farmacocinetica per fornire rispettivamente una misura<br />

relativa del metabolismo del glucosio e della densità del trasporter della dopamina.<br />

SEPARARE IL FLUSSO, LA PERMEABILITA` ED IL LEGAME ALLA PROTEINA TARGET.<br />

Gli esperimenti in vitro sono più semplici da interpretare rispetto agli esperimenti in vivo perchè il<br />

legame è l’unico parametro da misurare e il flusso e la permeabilità non sono presenti. La separazione del<br />

flusso, della permeabilità e del legame dalla proteina target è una considerazione importante quando si va<br />

ad analizzare la biodistribuzione di un nuovo radiotracciante. In un solo caso, la proteina radiomarcata di<br />

controllo F-18 albumina (Alb) ha superato il nuovo radiofarmaco F-18 transferrina (Tf) nel targeting dei<br />

tumori esprimenti recettori Tf. I valori dell’uptake tumorale della Tf sono rimasti al di sotto di quelli del<br />

tracciante albuminico e i rapporti tumore/sangue della [ 18 F]Tf in ciascun xenotrapianto sono aumentati in<br />

parallelo a quello del tracciante albuminico. Le permeabilità tissutali della [ 14 C]Alb e della [ 18 F]Tf in<br />

LS1747T sono state determinate rispettivamente in 1.29±0.49 e 1.03±0.38 l/(min g) (media ± ds),<br />

mentre le permeabilità tissutali dei due traccianti nei tumori A341 sono state 0.79b±0.24 e 0.44b±0.04<br />

l/(min g). Il modello farmacocinetico dei dati ha mostrato che i valori di uptake osservati nei due<br />

xenotrapianti sono coerenti con una distribuzione non mediata da recettori. Nel fegato la biodistribuzione<br />

è controllata da un legame specifico della [ 18 F]Tf ai recettori rispetto alla [ 14 C]Alb di controllo, a causa<br />

dell’assenza di barriere alla permeabilità. L’accumulo di [ 18 F]Tf nei tumori al contrario è controllato dalla<br />

permeabilità sino a sei ore dopo la somministrazione.<br />

APPLICAZIONI DELL’IMAGING MOLECOLARE ALLA SCOPERTA DI FARMACI E AI<br />

RISULTATI SU PAZIENTI: STUDI DI LEGAME ALLA PROTEINA TARGET NELL’UOMO.<br />

L’appropriata dose di farmaco per studiare clinicamente o per individualizzare la dose dopo<br />

l’autorizzazione può essere meglio determinata effettuando studi di “occupazione” sia con la forma radio<br />

marcata del farmaco sia con un altro composto radiomarcato che si lega specificatamente alla stessa sede.<br />

AIMN - Notiziario elettronico di Medicina Nucleare ed Imaging Molecolare, Anno V, n 2, 2009 pag. 14/85

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