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MEDICINA NUCLEARE - Crosetto Foundation

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alle conferenze IEEE-NSS-MIC successive da altri ricercatori del settore a partire dal 2001, chiaramente<br />

indirizzati sul miglioramento dell’elettronica e di altre sezioni dell’apparecchiatura PET, secondo quanto<br />

da me prospettato, e non piu’ sul miglioramento quasi esclusivo dei cristalli, come era avvenuto fino ad<br />

allora.<br />

In sostanza, bisogna innanzitutto discutere sull’essenza di ogni punto della sequenza del processo di<br />

ricerca mirato alla riduzione della mortalita’ da cancro per arrivare agli elementi o parametri finali che<br />

bisogna migliorare per ottenere tale obiettivo. Per rendere meglio l’idea elenco brevemente questi punti<br />

che meritano approfondimento:<br />

Stabilire attraverso un confronto tra i segnali che indicano il mutamento delle cellule normali in<br />

cellule cancerose, quale sia il migliore ai fini di conseguire la diagnosi precoce riducendo il piu’<br />

possibile i “falsi positivi” e i “falsi negativi”<br />

Estrarre le informazioni utili al medico ricavate dal segnale migliore misurandole in modo preciso.<br />

Stabilire se e’ possibile migliorare l’efficienza catturando, ad un costo inferiore, il maggior<br />

numero possibile di segnali provenienti in ogni istante dai marcatori tumorali da cui estrarre<br />

informazioni utili dovute a misurazioni piu’ precise.<br />

Stabilire quali sono i parametri che si devono misurare.<br />

Ecco che a questo punto saremo arrivati al nocciolo del problema, che, se risolto, fornira’ innegabili<br />

vantaggi: meno radiazione al paziente, diagnosi precoce e minor costo alla sanita’. I punti importanti da<br />

considerare sono:<br />

1. Focalizzazione sul minimo costo sostenuto per catturare con la massima precisione il maggior<br />

numero possibile di fotoni validi emessi dal radioisotopo somministrato al paziente in ogni istante<br />

dell’esame<br />

2. Misurazione precisa dell’energia totale del fotone che permette di discriminare eventi validi da<br />

eventi "scattered"<br />

3. Misurazione precisa del tempo di arrivo del fotone che permette di discriminare eventi validi da<br />

eventi “randoms e multipli” e di isolare un voxel da quelli adiacenti.<br />

4. Misurazione precisa della risoluzione spaziale riferita alla coordinata "x" (distanza nella direzione<br />

assiale dell’impatto del fotone sulla superficie del cristallo),<br />

5. Misurazione precisa della risoluzione spaziale riferita alla coordinata "y" (distanza nella direzione<br />

a 90° rispetto alla direzione assiale dell’impatto del fotone sulla superficie del cristallo)<br />

6. Misurazione precisa della profondita’ dell’interazione (DOI) del fotone con il cristallo, atta ad<br />

eliminare l’errore di parallasse.<br />

Partendo dalla descrizione del principio di funzionamento della tecnologia ad emissione di positroni da<br />

voi riportata nella premessa del documento AIFM (righe 103-149), risulta chiaramente quale sia il<br />

parametro piu’ importante su cui occorra focalizzarci in quanto fornisce l’informazione piu’ preziosa.<br />

Non c’e’ dubbio che questa tecnologia fornisca informazioni relative ad UN CONSUMO di nutrimento o<br />

attivita’ (blood flow, perfusion) dinamiche di processi biologici legate al nutrimento trasmesse dal<br />

marcatore (radioisotopo), informazioni che la nostra apparecchiatura deve misurare con precisione.<br />

Avendo stabilito cio’, tutti gli altri parametri devono concorrere ad ottenere la massima efficienza per<br />

catturare il maggior numero possibile di questi segnali provenienti dal marcatore tumorale nell’unita’ di<br />

tempo. Quindi al primo posto si deve porre la sensibilita’, mentre tutti gli altri parametri vengono al<br />

secondo posto (ad esempio la risoluzione spaziale, anche perche’ l’errore dovuto al percorso seguito dal<br />

positrone prima di incontrare un elettrone dalla cui annichilazione si genera la coppia di fotoni gemelli<br />

non si puo’ eliminare).<br />

AIMN - Notiziario elettronico di Medicina Nucleare ed Imaging Molecolare, Anno V, n 2, 2009 pag. 35/85

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