qdpd n 7.pdf - Collegio San Giuseppe - Istituto De Merode
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Thomas Merton: una testimonianza sui generis QdPD 1 (2011)<br />
Sceneggiatura: Etienne Comar, Xavier Beauvois<br />
Fotografia: Caroline Champetier<br />
Musiche: brani di autori vari<br />
Montaggio: Marie Julie Maille<br />
Durata: 120’<br />
Produzione: Etienne Comar, Pascal Caucheteux.<br />
Giudizio: Raccomandabile/poetico/dibattiti.<br />
Tematiche: Evangelizzazione-missione; Gesù; Pace; Rapporto tra culture; Solidarietà-Amore;<br />
Tematiche religiose;<br />
Trama: uscito in Italia con il titolo Uomini di Dio (non letterale, e questo ha suscitato<br />
qualche polemica: la traduzione letterale sarebbe “Uomini e dei”, a sottolineare<br />
il rapporto tra diverse religioni e non la focalizzazione solo su “questi”<br />
uomini di Dio), il film racconta la vita e la morte di un gruppo di monaci cistercensi<br />
(lo stesso ordine di Thomas Merton) francesi nell’Algeria degli anni ’90,<br />
insanguinata dalla guerra tra i terroristi del Fronte Islamico di Salvezza e il regime<br />
militare corrotto dell’epoca.<br />
I sette vivono nel convento di Thibirine (Algeria), nell’amore, ricambiato, per<br />
la popolazione musulmana dei dintorni, che vede nei monaci cattolici un punto<br />
di riferimento e di sicurezza. E anche di aiuto concreto soprattutto per le cure<br />
mediche che uno dei religiosi (frère Luc) riesce ad assicurare a tutti, senza distinzioni,<br />
ma con particolare riguardo a donne e bambini. Le cose, si avverte,<br />
non sono però così idilliache – e, infatti, i fondamentalisti della GIA erano in<br />
azione già da anni – ma è la strage di un gruppo di operai croati cristiani, in un<br />
cantiere nei dintorni, da parte dei rivoluzionari islamici a far capire ai monaci<br />
che sono in pericolo.<br />
Di lì a poco un’irruzione nel convento farà temere il peggio, ma non avrà conseguenze;<br />
anzi, instilla nel capo dei terroristi una forma di rispetto per frère Christian<br />
de Chergé, priore del convento, fermo nella sua fede (i terroristi, fra l’altro,<br />
irrompono, la notte di Natale) e mite al tempo stesso. Ma nel gruppo di religiosi<br />
serpeggia la paura, non tutti sono disposti ad aspettare una morte, possibile se<br />
non probabile. La decisione finale é quella di rimanere laddove la loro missione<br />
li ha chiamati. Fino al giorno in cui i terroristi non li prendono e li portano via<br />
sotto la neve. Due riescono a rimanere al monastero. Gli altri non sono più tornati.<br />
Il fatto é realmente accaduto. Anche la lettera che viene letta nel finale é l’autentico<br />
testamento spirituale dettato da padre Christian, il priore della piccola<br />
comunità cistercense. Su una base quindi di preciso realismo, prende corpo una<br />
storia che poi si allontana dalla cronaca o, meglio, ne fa occasione per una riflessione<br />
profonda e alta sull’essenza della vita cristiana, sul rapporto tra dimensione<br />
umana e spirituale, sulla vocazione come apertura ad ogni essere del<br />
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