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Pedagogia e Didattica Michele Cataluddi il freddo micidiale della Siberia nord-orientale diventa metafora di un altro ben più terribile gelo: quello della totale indifferenza per le sofferenze umane. Il Gulag durante la seconda guerra mondiale: All’inizio del 1941 la popolazione del gulag era di circa 1 930 000 detenuti. Negli anni di guerra la popolazione presente nel sistema concentrazionario subì un doppio mutamento: aumentò la percentuale di prigionieri per motivi politici e la quota delle donne in stato di detenzione. Un numero elevatissimo di prigionieri fu impiegato in fabbriche di bombe e munizioni. Questi anni furono durissimi per la situazione alimentare dei detenuti, molti dei quali soffrirono la fame. Ciò provocò un costante aumento del tasso di mortalità (dal 3,2% al 25,2%). Lettura di una testimonianza di G. Herling. Dal 1945 alla morte di Stalin (1953): la popolazione dei lager crebbe in continuazione: da 1 460 000 detenuti a 2 468 000. Uno dei fenomeni più gravi sottolineati dai sopravvissuti è il peso crescente che assunsero i criminali comuni, spesso spietati e violenti, che riuscivano ad imporsi sui più deboli e soprattutto nei confronti dei detenuti politici. Nell’immediato dopoguerra furono deportati anche moltissimi ucraini, polacchi o cittadini delle repubbliche baltiche, che si erano opposti all’occupazione russa, oppure avevano apertamente collaborato con i tedeschi. Proprio i campi con una maggiore presenza di stranieri videro la nascita, nei primi anni Cinquanta, di numerose e varie forme di resistenza. La produttività del lavoro nei campi andò costantemente calando e anche ai massimi livelli dell’autorità ci si rese conto che il sistema del lavoro forzato non era più redditizio. Dopo la morte di Stalin, un’amnistia promulgata il 27 marzo 1953 aveva già rimesso in libertà circa 1 200 000 detenuti. Lettura di testi di P. Florenskij: dalla raccolta di lettere Non dimenticatemi, che l’autore scrisse durante la prigionia, dopo che il regime gli aveva inflitto una condanna a 10 anni per propaganda controrivoluzionaria. Le lettere vanno dal maggio 1933, poco dopo l’arresto, quando egli si trovava nel carcere della Lubjanka, fino al giugno 1937, pochi mesi prima di morire fucilato. La maggior parte è stata scritta nel periodo trascorso alle isole Solovki. 32
Naufragi di umanità nell’arcipelago Gulag QdPD 1 (2011) Bibliografia ADAMOVA-SLIOZBERG O., Il mio cammino, Le Lettere, Firenze 2003. CORNI G.-HIRSCHFELD G., L’umanità offesa. Stermini e memoria nell’Europa del Novecento, Il Mulino, Bologna 2003. FLORENSKJI P., Non dimenticatemi, Mondatori, Milano 2000. HERLING G., Un mondo a parte, Feltrinelli, Milano 1994. KOTEK J.-RIGOULOT P., Il secolo dei campi. <strong>De</strong>tenzione, concentramento e sterminio 1900-2000, Mondadori, Milano 2001. Lichacev D.S., La mia Russia, Einaudi, Torino 1999. SOLZENICYN A., Arcipelago Gulag. WERTH N., Le logiche della violenza nell’URSS staliniana, in Rousso H. (a cura di), Stalinismo e nazismo. Storia e memoria comparate, Bollati Boringhieri, Torino 2001. 33
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