qdpd n 7.pdf - Collegio San Giuseppe - Istituto De Merode
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scolastica Remo L. Guidi<br />
dei ragazzi. C’è, poi un esuberante accumulo iconografico, posto nei punti strategici<br />
delle facciate, dove si alterna il bianco e nero al colore, il classico al moderno,<br />
l’acquaforte alla miniatura, la tempera al guazzo. Il cosmopolitismo degli<br />
artisti che in modo autonomo hanno inteso, in tutti i tempi, l’urgenza di ricorrere<br />
al marmo, al legno, o ai colori per esprimere il proprio coinvolgimento alla Commedia,<br />
ne consacra l’universalità e ne fa la voce durevole per ogni categoria di<br />
persone, superando i condizionamenti religiosi, politici, culturali ed economici.<br />
I curatori sono intervenuti sui canti di pertinenza con una certa autonomia,<br />
perciò il testo riserva qua e là sorprese didattiche, valide a combattere l’uggia<br />
della prevedibilità; in genere il canto si apre con una introduzione nella quale la<br />
materia è parcellizzata in paragrafi sintetici con titoletto (prendo a caso il XXIV<br />
dell’Inferno: situazione, luogo, tipologia dei dannati, pena, contrappasso, personaggi);<br />
la trama espositiva così intercisa è disposta su tre colonne, inoltre ogni volta che<br />
Dante si muove, c’è lo schema grafico della cantica con l’indicazione esatta dove<br />
il poeta sta indugiando; il canto si chiude con l’analisi del testo, cui possono far<br />
seguito esercizi con gli spunti operativi (il canto IV dell’Inferno ne registra uno articolato<br />
in comprensione complessiva, analisi formale, per un approfondimento, con<br />
ben 16 inneschi di percorsi didattici: 1-8; 9-13; 14-16) e affinità testuali per confrontare<br />
la visita di Dante nel Limbo con l’analoga situazione di Enea nell’ Eneide;<br />
la stessa rubrica nel XXIII del<br />
Purgatorio, dove Dante incontra<br />
Foresi, non si limita a riportare i<br />
sonetti 5 e 6 della Tenzone, ma vi<br />
aggiunge (e ne spiega le ragioni)<br />
il dialogo tra Federico e <strong>De</strong>slauriers<br />
dalla Educazione sentimentale<br />
di Flaubert; la stessa arditezza di<br />
accostamento anima il VI del Purgatorio,<br />
la cui apostrofe contro la<br />
serva Italia, di dolore ostello, ha<br />
concesso il richiamo all’ultimo<br />
capitolo del Principe machiavelliano,<br />
e al ghibellin fuggiasco da<br />
Firenze, la cui struggente bellezza<br />
viene riproposta con la rievocazione<br />
del Foscolo nei Sepolcri<br />
(versi 165-198); noterò, da ultimo,<br />
che la limpida similitudine Quali<br />
per vetri trasparenti e tersi (Paradiso,<br />
III, versi 10-15) offre il destro<br />
per recuperare il mito di Narciso<br />
dalle Metamorfosi.<br />
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