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qdpd n 7.pdf - Collegio San Giuseppe - Istituto De Merode

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“La poesia è testimonianza d’Iddio” QdPD 1 (2011)<br />

sulla sua esistenza, costringendolo a trascinarsi. Al Signore è rivolta una preghiera<br />

accorata: un nuovo patto d’alleanza tra l’Eterno e la temporalità umana,<br />

il dono della serenità per i suoi figli, l’aiuto per l’uomo a sentire la solidarietà<br />

profonda e l’amore purificante di un Dio incarnato e redentore nella sofferenza,<br />

il lieto annuncio della comunione delle anime finalmente immortali in Dio<br />

stesso. Afferma il poeta:”Certo, e in modo naturale, la mia poesia, interamente, sino<br />

da principio, è poesia di fondo religioso. Avevo sempre meditato sui problemi dell’uomo<br />

e del suo rapporto con l’eterno, sui problemi dell’effimero e sui problemi della storia.<br />

Sono tornato, in seguito alla crisi tanto grave nella quale ci dibattiamo, sono tornato, in<br />

seguito, a meditare con maggiore profondità sugli stessi problemi” 9 . Si susseguono liberamente<br />

distici, quartine, terzine, versi singoli, ma non troviamo più frasi nominali;<br />

i segni di interpunzione sono usati con regolarità, gli enjambements rari 10 .<br />

L’assegno per casa prevederà la costruzione di una scheda sui procedimenti formali<br />

delle poesie di Sentimento del tempo prese in esame da affiancare a quella<br />

sull’Allegria (cfr. I lezione).<br />

IV Lezione – L’innocenza, la colpa, la redenzione<br />

Viene presentata la raccolta Il Dolore (cronologia, spiegazione del titolo, struttura),<br />

che esprime il tormento personale (la morte del fratello e del figlio di nove<br />

anni) e collettivo (la guerra). Ungaretti prende coscienza della morte, ne è sconvolto<br />

e non fornisce note di chiarimento ai testi per custodire fino in fondo la<br />

propria intimità segnata dal dolore 11 . La sezione Roma occupata (1943-1944) ritrae<br />

invece la tragedia dell’Italia intera, con immagini strazianti di guerra dai tratti<br />

apocalittici, alle quali si contrappone la supplica della fede in Cristo o la richiesta<br />

di una indispensabile e urgente solidarietà tra gli uomini, pena la fine della loro<br />

civiltà. Si procede con la presentazione, la lettura, la parafrasi e il commento analitico<br />

di Mio fiume anche tu. Il componimento è esteso, suddiviso in tre strofe di<br />

diversa ampiezza. Il Tevere va ad aggiungersi ai fiumi costruttori dell’identità<br />

del poeta (cfr. I fiumi, I lezione), nel corso di una notte attraversata dai gemiti<br />

nelle strade pervase di terrore per un male atteso e insieme imprevedibile. I singhiozzi<br />

diventano rantoli, le case tane insicure, gli uomini si abbandonano all’ira<br />

fratricida. Ungaretti confessa la blasfemia del proprio sconforto, sopraffatto dal<br />

senso di abbandono in un attimo di riflessione («Cristo, pensoso palpito, / Perché<br />

la Tua bontà / S’è tanto allontanata?», vv. 26-28 – fine I strofa). Nella desolazione<br />

urbana la lacerazione degli sfollati lascia il posto alla stolta ingiustizia dei de-<br />

9 Cfr. G.Ungaretti, Note – Sentimento del tempo, op. cit., p. 533.<br />

10 Cfr. G. Ungaretti, Note – Sentimento del tempo, op. cit., p. 541, a proposito della raccolta nel<br />

suo insieme: “Dal lato strettamente tecnico, il mio primo sforzo è stato quello di ritrovare la naturalezza<br />

e la profondità e il ritmo nel senso d’ogni singola parola; ho ora cercato di trovare una coincidenza fra la nostra<br />

metrica tradizionale e le necessità espressive d’oggi”.<br />

11 Cfr. G.Ungaretti, Il Dolore, in Vita d’un uomo, op. cit., p. 543.<br />

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