Maria Melato - Biblioteca Panizzi - Comune di Reggio Emilia
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Introduzione<br />
<strong>Maria</strong> <strong>Melato</strong> nasce a <strong>Reggio</strong> <strong>Emilia</strong> il 16 ottobre 1885. Dopo qualche anno <strong>di</strong> esperienza<br />
filodrammatica (esor<strong>di</strong>sce adolescente in una filodrammatica <strong>di</strong> Piacenza ed entra poi a far parte<br />
della Compagnia Zambonini, che “cercava una generica <strong>di</strong> bella presenza”) nel 1902 viene accolta<br />
nella compagnia Berti-Masi (prima regolare scrittura), per passare nel 1904 nella compagnia <strong>di</strong><br />
Teresa <strong>Maria</strong>ni e Vittorio Zampieri, con il ruolo <strong>di</strong> “amorosa” ed ottiene il suo primo successo ne<br />
“L’Ovile” <strong>di</strong> Bernstein. Nel 1906 venne scritturata come “prima attrice giovane” per un triennio<br />
nella compagnia <strong>di</strong> Irma Gramatica e Flavio Andò: e proprio la sostituzione della Grammatica,<br />
ammalatasi improvvisamente, come protagonista in “La moglie del dottore” <strong>di</strong> Silvio Zambal<strong>di</strong> al<br />
Lirico <strong>di</strong> Milano la consacrerà “prima attrice”.<br />
Dopo aver fatto parte, dal 1909 a tutto il 1920, della Compagnia del Teatro Argentina, <strong>di</strong>retta da<br />
Virgilio Talli, abbandona il Maestro, costituendo una propria formazione con Annibale Betrone (già<br />
suo compagno d’arte all'epoca <strong>di</strong> Talli) e consolidando il proprio rapporto con il pubblico in un<br />
repertorio <strong>di</strong> sicuro richiamo (“<strong>Maria</strong> Stuarda”, “La figlia <strong>di</strong> Iorio”, “La Signora dalle Camelie”).<br />
Trionfali le sue tournée in Sud America: a Buenos Aires scrissero <strong>di</strong> non avere mai u<strong>di</strong>to una voce<br />
più “argentina”, in Brasile la chiamarono “la voce viola” proprio per il calore e la profon<strong>di</strong>tà dei<br />
suoi toni.<br />
Dal 1914 al 1920 prende parte anche ad alcuni films <strong>di</strong> produzione italiana, <strong>di</strong> cui si sono conservati<br />
solo i titoli: “Ritorno”, “Il trionfo della morte”, “Anna Karenina”, “Le due esistenze”, “Il trittico<br />
dell'amore”, “Il volo degli aironi”.<br />
Staccatasi da Betrone, nel 1927 partecipa alla memorabile tournèe dannunziana, rappresentando<br />
l’11 settembre dello stesso anno al Vittoriale <strong>di</strong> fronte allo stesso D' Annunzio “La figlia <strong>di</strong> Iorio”, e<br />
nel 1933 prende parte alle recite classiche (trage<strong>di</strong>e <strong>di</strong> Sofocle e Euripide) nel teatro greco <strong>di</strong><br />
Siracusa.<br />
Nel 1935 riforma nuovamente compagnia con Betrone, sotto la <strong>di</strong>rezione <strong>di</strong> Luigi Carini, ed<br />
affronta, oltre a un repertorio ormai consolidato e ripreso frequentemente, nuove produzioni.<br />
Nel 1937, come capocomica, chiama al suo fianco attori giovani e promettenti, quali Carnabuci e<br />
Sabatini.<br />
Nonostante lo scoppio della guerra continua a recitare: nel 1940 in una nuova compagnia con<br />
Marcello Giorda; nel 1941 con Pietro Sharoff, Alessandro Brissoni, Carlo Lombar<strong>di</strong>; fino a quando<br />
è costretta ad interrompere la sua attività e a rifugiarsi nella villa <strong>di</strong> Vittoria Apuana presso<br />
Viareggio. Ma poichè la casa si trova sulla “linea gotica” dovrà più tar<strong>di</strong> abbandonarla per rifugiarsi<br />
nella campagna vicina, poi in una caserma <strong>di</strong> soldati.<br />
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