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PRIMO POLIZZI IL PRIGIONIERO CHE CANTA - liabarone.it

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Ida, se ‘na qualca volta i s’tozen su, i ligon anca il scrani<br />

«Ida, se qualche volta ci prendono, arrestano anche le sedie». È una frase che ricorre sempre<br />

più spesso nei discorsi di Ernesto. Ed una casa ormai a disposizione di tutti come è quella<br />

di vicolo Santa Maria, dove è r<strong>it</strong>ornato ad ab<strong>it</strong>are con la famiglia dopo la morte della madre,<br />

avvenuta nel febbraio del ‘37, è certo un bersaglio assai facile. (14) Anche per la presenza di Remo<br />

che, ormai rientrato a Parma nell’agosto del ‘43, decide di trasferirsi da Ernesto, sperando in<br />

tal modo di sfuggire al controllo dei fascisti nel momento in cui ci si avvia ad organizzare la<br />

clandestin<strong>it</strong>à.<br />

Sono di questo periodo gli incontri sempre più assidui con Aldo Cervi e Lucia Sarzi, già contattati<br />

precedentemente da Porcari, durante la sua attiv<strong>it</strong>à di libraio ambulante: un legame con<br />

l’antifascismo reggiano che, per vari motivi, si sarebbe cementato durante la Resistenza.<br />

È dall’8 settembre che prende avvio il racconto di Primo: l’ag<strong>it</strong>azione che coinvolge un po’ tutti,<br />

gli inutili tentativi di Remo per convincere il comandante dei granatieri alloggiati nella caserma<br />

di fronte, a consegnare le armi necessarie all’organizzazione della difesa; l’impegno dello<br />

stesso Primo nel recap<strong>it</strong>are un messaggio a Virginio Barbieri, dirigente comunista locale di<br />

primo piano; ed ancora la sfi lata dei mil<strong>it</strong>ari prigionieri scortati dai tedeschi. (15) Ricordi analoghi<br />

a quelli di Laura e di Lina, nelle rispettive testimonianze, ma per molti aspetti assai diversi, più<br />

sfocati. Se non altro per il fatto che l’impegno di Primo, perlomeno nella fase iniziale, è molto<br />

lim<strong>it</strong>ato, dal momento che – come sostiene lui stesso – più che sentirsi coinvolto nell’attiv<strong>it</strong>à<br />

clandestina, non intende farsi coinvolgere dalla guerra.<br />

Diverse invece le scelte di Laura che, già la sera dell’8 settembre, durante una manifestazione<br />

di piazza, di sua iniziativa sale sul monumento a Garibaldi, inc<strong>it</strong>ando la folla a partecipare<br />

alla lotta. Un gesto forse dettato dall’entusiasmo del momento e dal suo stesso carattere<br />

impulsivo, ma non certo privo di conseguenze, giacché Porcari – presente Ernesto – decide<br />

immediatamente di cooptarla nella clandestin<strong>it</strong>à. Assieme a Jole Benna e Maria Zaccarini, sarà<br />

una delle tre prime staffette dell’organizzazione clandestina comunista, che avrà come quartier<br />

14 - In precedenza la famiglia aveva ab<strong>it</strong>ato in via Bodoni, al numero 21, nel centro storico di Parma.<br />

15 - Virginio Barbieri nasce a Parma nel 1907. Fornaio, nel ‘23 organizza una delle tante squadre antifasciste,<br />

impegnate attivamente nella difesa dei borghi da possibili incursioni. Ha già in quegli anni un rapporto diffi cile<br />

con le forze dell’ordine per il suo impegno pol<strong>it</strong>ico: fughe, arresti, fermi, ecc. Si iscrive al part<strong>it</strong>o comunista nel ‘26,<br />

dando v<strong>it</strong>a nel ‘27, assieme a Remo Polizzi e ad Umberto Ilariuzzi, all’organizzazione giovanile. Nel ‘30 diventa<br />

segretario della federazione. Arrestato nel ‘31, viene condannato nel ‘32 a quattordici anni dal Tribunale Speciale.<br />

Amnistiato nel ‘34, è successivamente arrestato nel ‘35 e di nuovo condannato nel ‘36 a quattro anni e sei mesi.<br />

Nel ‘43 organizza assieme a Giovanni Bertozzi lo sciopero del pane contro il razionamento, al quale aderisce un<br />

consistente numero di donne. Presente anche lui a villa Braga nel settembre del ‘43, gli viene affi dato il delicato<br />

comp<strong>it</strong>o della raccolta delle armi e delle vettovaglie, materiale che sarà poi convogliato nelle basi di montagna, per<br />

l’organizzazione della resistenza partigiana. In una di queste basi, allo scopo di accogliere i futuri ribelli, alloggerà<br />

per un breve periodo con sua moglie, Giannina Malvisi, e con i fi gli. Comandante dei GAP nei primi mesi del ‘44,<br />

sfugg<strong>it</strong>o ad un’imboscata, sale in montagna dove, dopo aver cost<strong>it</strong>u<strong>it</strong>o il distaccamento “Copelli” della 31a Brigata<br />

Garibaldi, ne diventa il commissario ed in segu<strong>it</strong>o vice commissario della 31a Brigata “Copelli”. Partecipa nel<br />

giugno alla liberazione della Val Ceno, quindi agli scambi di prigionieri, in qual<strong>it</strong>à di parlamentare del Comando<br />

Unico. Responsabile per un anno, a liberazione avvenuta, della commissione quadri del PCI, entra nel ‘46 come<br />

impiegato al Consorzio agrario. In segu<strong>it</strong>o presidente della commissione interna e membro del direttivo nazionale<br />

dei dipendenti dei consorzi agrari, ricopre anche le cariche di consigliere e di amministratore presso il Comune, poi<br />

di segretario dell’ANPPIA di Parma. Muore a Parma nel 2001.<br />

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