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PRIMO POLIZZI IL PRIGIONIERO CHE CANTA - liabarone.it

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Quando hai cap<strong>it</strong>o che era necessario lavorare per la Resistenza?<br />

Direi fi n dai primi giorni, sub<strong>it</strong>o dopo l’8 settembre…<br />

Sub<strong>it</strong>o?<br />

...tuttavia il mio è stato un coinvolgimento graduale, lento. Non sono entrato d’impeto, come<br />

hanno fatto le mie sorelle. Perciò, non avevo mansioni vere e proprie. La mia, allora, era una<br />

forma di collaborazione. Portavo in uffi cio carte annonarie e carte d’ident<strong>it</strong>à false. Poi, per così<br />

dire, le rendevo autentiche con tanto di timbro. Sarebbero in segu<strong>it</strong>o serv<strong>it</strong>e all’organizzazione<br />

clandestina. In quel periodo avevo incominciato a compiere atti di sabotaggio in ferrovia assieme<br />

a Sergio Barbieri, mio amico da tempo e collega di lavoro. L’idea mi era venuta ascoltando<br />

Radio Londra, che trasmetteva a propos<strong>it</strong>o precise disposizioni.<br />

In stazione si fermavano vagoni provenienti da Reggio Emilia, con sopra gli aerei prodotti dalla<br />

Caproni. Vedevamo sfi lare davanti ai nostri occhi le fusoliere, poi le ali... Salivamo e smontavamo<br />

tutto ciò che era possibile con le pinze ed il cacciav<strong>it</strong>e che tenevamo sempre in tasca per ogni<br />

evenienza. Poi, v<strong>it</strong>e dopo v<strong>it</strong>e, buttavamo ogni cosa nei rifi uti.<br />

Era abbastanza diffusa questa forma di sabotaggio, vero? Anche nelle altre<br />

c<strong>it</strong>tà?<br />

Fra i ferrovieri era molto diffusa. Del resto la consideravamo un atto di sfi da contro i tedeschi.<br />

Non avevo comunque idee pol<strong>it</strong>iche molto precise.<br />

Capivi che qualche cosa stava maturando dentro di te, tuttavia?<br />

Certo. Anche perché dedicavo ormai più tempo a questa attiv<strong>it</strong>à, che non agli svaghi.<br />

Non fosti mai sorpreso dai fascisti, durante queste tue azioni di sabotaggio?<br />

No. Nell’ottobre ero però incappato in una squadra della decima MAS una sera in via Garibaldi,<br />

mentre tornavo dal lavoro.<br />

Mi circondarono perché non avevo salutato il gagliardetto, apostrofandomi con un ‘imboscato’.<br />

Per tutta risposta tirai fuori il tesserino di lavoro. Ciò non impedì loro, comunque, di tagliarmi<br />

la cravatta – era una cravatta bordeaux – e, quel che è peggio, il ciuffo che avevo sulla fronte.<br />

Mi r<strong>it</strong>irarono anche i documenti. Rientrato a casa, per ev<strong>it</strong>are di dirlo a mia madre, mi misi una<br />

retina in testa, ma ovviamente servì a poco…<br />

Ti aveva sconcertato la cosa? Tua sorella Laura mi ha raccontato che eri terreo<br />

ed ag<strong>it</strong>atissimo.<br />

Certo… Inizialmente ero anche impaur<strong>it</strong>o. Specialmente quando, il giorno dopo, andai alla<br />

caserma di piazzale Santafi ora, per r<strong>it</strong>irare i documenti. Anche perché sapevo che in quel luogo<br />

picchiavano…<br />

Provasti odio?<br />

Provai rabbia, perché non avevo potuto ribellarmi, dal momento che erano in tanti.<br />

E la tua chioma?<br />

Me la feci sistemare dal barbiere. Ci volle comunque tempo perché il marchio scomparisse…<br />

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