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PRIMO POLIZZI IL PRIGIONIERO CHE CANTA - liabarone.it

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Ricordo che nel tentativo di togliere la tavola, avevamo anche rotto un temperino. Il treno si<br />

fermava spesso. Ci avremo messo tre o quattro giorni ad arrivare.<br />

Riuscivate a vedere fuori?<br />

Si riusciva attraverso il fi nestrino in alto, a turno.<br />

Cosa guardavate? Se c’erano dei tedeschi a controllare?<br />

Più che altro chiedevamo dell’acqua … da bere … Questo quando eravamo fermi alla stazione.<br />

Ve ne davano?<br />

Ogni tanto aprivano i vagoni ed allora staccavamo i ghiaccioli o riuscivano a prendere un po’<br />

di neve.<br />

Lanciavate bigliettini?<br />

No. Perché non avevamo carta, mat<strong>it</strong>a … niente di niente avevamo.<br />

Di quel viaggio ti è rimasta qualche sensazione? Qualche ricordo dei discorsi che<br />

si facevano?<br />

Conoscenze, approcci. Vicino a me c’era un giovane partigiano della Val d’Ossola … Chi sei? …<br />

Sono di Parma … Ho fatto il partigiano … Poi sono subentrate le discussioni perché eravamo<br />

tutti pigiati. Non ti potevi sedere per terra. Né potevi coricarti.<br />

Ti estraniavi?<br />

No. Non era possibile. Ci chiedevamo dove ci avrebbero portati. Ci arrampicavamo verso i<br />

fi nestrini, perché ci mancava l’aria. C’erano gli anziani che stavano male … Anziani forse non<br />

tanto, ma per me allora era tutto molto relativo, perché ero giovanissimo.<br />

* * *<br />

Dopo quattro giorni arriviamo a Mauthausen. Non ricordo se fosse giorno o notte. Scendiamo<br />

comunque dal vagone, che è buio. C’è molta neve ghiacciata. Non ci fanno percorrere la<br />

strada, bensì una scorciatoia... un vialone che porta all’ingresso del campo, direttamente dalla<br />

ferrovia. È un sentiero che si inerpica per la scarpata, passa in mezzo ad un bosco ed arriva su<br />

al castello … alla fortezza...<br />

… È stato faticosissimo … Hai sub<strong>it</strong>o la prima impressione. Senti parlare … gridare … tutti in<br />

tedesco. I cani che abbaiano, ce ne sono un’infi n<strong>it</strong>à. Veniamo da tutt’Italia...<br />

I fari, queste zone di buio, di ombra... dopo essere stati per tanto tempo chiusi. Stanchi<br />

inciampare per queste sal<strong>it</strong>e ghiacciate, maledizioni... uno sta per cadere, si attacca all’altro,<br />

che bestemmia … tutti i dialetti di questo mondo!<br />

Arriviamo in un gran cortile, ci sono dei garage... una grande scalinata! «Sembra lo scalone<br />

dell’Aida», dice qualcuno...<br />

Ci fermiamo, fi nché incomincia a schiarirsi un po’ il cielo. Poi saliamo la scala, entriamo dal<br />

portone, voltiamo a destra... ancora a sinistra, e ci troviamo su una specie di terrazzo, in cima<br />

al bastione. Le baracche costru<strong>it</strong>e inizialmente all’interno di questo campo, sorgono ormai<br />

anche al di fuori per il continuo aumento della popolazione.<br />

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