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PRIMO POLIZZI IL PRIGIONIERO CHE CANTA - liabarone.it

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Il primo febbraio partenza da Bolzano per Mauthausen. Un viaggio di quattro giorni, l’ultimo<br />

trasporto da Bolzano a Mauthausen. (29) L’arrivo, il suo arrivo. Del tutto simile ad altri cento, ad<br />

altri mille...<br />

La stanchezza, la faticosa marcia su per un’altura, tra una babele di ordini e di imprecazioni,<br />

poi lo scorcio della fortezza, la neve, il Danubio, lo strano odore dolciastro che emana dal fumo<br />

dei camini, la brutal<strong>it</strong>à dei tedeschi. Spogliato di ogni cosa, perquis<strong>it</strong>o. Con uno straccio, un<br />

numero ed un triangolo rosso, assieme ad altri pol<strong>it</strong>ici nel blocco della quarantena per qualche<br />

giorno, poi l’ingresso nella v<strong>it</strong>a del campo. Ancora sbigottimento ed infi ne, giorno dopo giorno,<br />

la decisione di resistere, per portare a casa la pelle.<br />

Ma come è qui più raffi nata la tecnica dell’annientamento – un annientamento quotidiano, che<br />

non dà tregua – così la tecnica della sopravvivenza deve necessariamente adeguarsi, divenendo<br />

innanz<strong>it</strong>utto continua, ventiquattro ore su ventiquattro. Le fughe mentali, generalmente<br />

notturne, avranno ormai lo scopo di impregnare il cervello di immagini felici nel vano tentativo<br />

di impedirgli di lavorare nel sonno all’inesausta ricerca di un impossibile cibo, e troveranno un<br />

naturale complemento nella consapevolezza del perché di tale condizione, durante le marce<br />

estenuanti, i lavori forzati, il consumo della razione giornaliera della zuppa acquosa. Una scelta<br />

che, eccezionalmente, non sembra certo essere provocata, in questo caso, dalla infl uenza fra i<br />

deportati pol<strong>it</strong>ici di una qualche fi gura di spicco, ma che piuttosto scaturisce da un patrimonio<br />

squis<strong>it</strong>amente interiore rappresentato dalla memoria familiare. Una scelta che, nonostante i<br />

suoi diciannove anni, viene portata avanti da Primo con estrema consapevolezza, ai margini<br />

della organizzazione del campo. (30)<br />

Sarà questa consapevolezza a determinarlo nella convinzione della necess<strong>it</strong>à di non lasciarsi<br />

andare: vissuta nella sol<strong>it</strong>udine dell’ident<strong>it</strong>à individuale, che non è isolamento volontario, bensì<br />

indotto dalla esigenza di concentrarsi per ricomporre quotidianamente, nell’un<strong>it</strong>à irripetibile<br />

dell’esistere, attiv<strong>it</strong>à fi sica ed attiv<strong>it</strong>à mentale.<br />

Come dopo i primi giorni di sbigottimento, decide di imporre al corpo una severa autodisciplina,<br />

consistente nell’adottare tutti gli accorgimenti per ottenere la massima igiene possibile,<br />

compatibilmente con i mezzi a disposizione, che sono minimi ed inconsistenti; così durante<br />

le lunghe marce spossanti, un albero, un muro, un sasso, una casa, diventano tappe che si<br />

prefi gge di raggiungere di volta in volta: astuzia della mente affi nché le gambe riescano a<br />

portare a termine, così sezionato, un percorso troppo lungo, infi n<strong>it</strong>amente lungo per un fi sico<br />

progressivamente debil<strong>it</strong>ato dalla inedia e dalle fatiche.<br />

«(...) ero riusc<strong>it</strong>o a vincere quella pigrizia che avrebbe potuto condurmi alla morte. Anche perché<br />

là, morire era fi n troppo facile». (31) È una sua affermazione, che dimostra come questa scelta<br />

sia una continua sfi da agli ostacoli che si frappongono alla sopravvivenza, che non coincidono<br />

necessariamente con le angherie o con gli arb<strong>it</strong>ri del Kapò, ma che molto spesso sono prodotti<br />

dalla logica sadica intrinseca al sistema concentrazionario, tale per cui – nel ricordo – una<br />

29 - Venegoni, ibidem, pag. 26; Il libro dei deportati, volume I, Tomo 2, op.c<strong>it</strong>., pag.1712.<br />

30 - Fra i tanti analoghi esempi, la testimonianza della Beccarla Rolfi , circa le tecniche di sopravvivenza acquis<strong>it</strong>e<br />

dalle deportate pol<strong>it</strong>iche francesi, Lidia Beccaria Rolfi e Anna Maria Buzzone Testimonianze di deportate pol<strong>it</strong>iche<br />

<strong>it</strong>aliane Einaudi 1978, pag. 93.<br />

31 - Vedere pag. 76 dell’intervista.<br />

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