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PRIMO POLIZZI IL PRIGIONIERO CHE CANTA - liabarone.it

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Non ricordo quale dei due mi disse di aver visto mia madre, che era appena part<strong>it</strong>a per l’Italia.<br />

Mi fece notare che era proprio su uno di quei camion che si profi lavano ancora all’orizzonte.<br />

Aggiunse che, non appena aveva sent<strong>it</strong>o il loro accento parmigiano, si era avvicinata. E Vignali<br />

«Io ero con un certo Manetto di Parma». Era svenuta di colpo. Non appena si era ripresa, l’aveva<br />

rassicurata, dicendole che stavo bene. Una pietosa menzogna la sua, perché non sapeva certo<br />

se fossi ancora vivo.<br />

Il sapere che tua madre stava tornando a Parma, deve essere stato per te un<br />

motivo di sollievo.<br />

Certo. Anche perché avevo sempre avuto la convinzione che mio padre si sarebbe salvato,<br />

mentre mia madre no.<br />

Come mai?<br />

Perché mia madre soffriva di reumatismi, di artr<strong>it</strong>i, mentre mio padre, pur avendo quarantasette<br />

anni, era sano.<br />

Sapevi già che tuo padre era morto, quando sei arrivato a Mauthausen?<br />

No. L’abbiamo saputo in Italia, a casa. Di mio padre avevo avuto notizie indirette, da un<br />

deportato che da lui aveva imparato a dare la propria porzione di zuppa ai più giovani, perché<br />

sopravvivessero...<br />

… Vedi... in noi sopravvissuti è rimasto un certo senso di colpa... noi ce l’abbiamo fatta, gli altri<br />

no...<br />

Mio padre era giovane, ma, che vuoi, tutto è relativo. Aveva quarantasei anni quando l’ho<br />

salutato per l’ultima volta... e solo perché aveva i capelli grigi ed io diciotto anni, lo consideravo<br />

ormai anziano...<br />

Quel deportato, appunto, lo incontrai mentre lavoravo a Vienna. Mi porse la sua zuppa,<br />

dicendomi che anche mio padre faceva così. Forse ciò può spiegare la sua morte, che in questo<br />

modo è stata accelerata. Del resto ciò rientrava a pieno nel suo carattere … Mi intenerisce tanto<br />

pensare a volte che se quella zuppa mi ha aiutato a sopravvivere, è stato anche e soprattutto<br />

per volontà di mio padre …<br />

Tuo padre sapeva che eri deportato?<br />

No, non l’ha mai saputo.<br />

Mio padre è morto pochi giorni prima della liberazione dal campo, il 22 aprile, per le fatiche e<br />

la denutrizione. Ucciso perché non riusciva più a reggersi sulle gambe.<br />

R<strong>it</strong>orniamo a questo ultimo periodo di Güsen.<br />

Una notte mi sono sent<strong>it</strong>o male. Ero in preda a dolori lancinanti all’appendice. Chiamai Fabbri.<br />

Provammo con degli impacchi di acqua tiepida: il male aumentava. Provammo con dell’acqua<br />

fredda ed andò meglio. Questo, del resto è rimasto il mio punto debole. Posso avere qualsiasi<br />

malanno, ma la prima fi tta è sempre qua... non a caso per i medici resto un mistero.<br />

Ma, in quel frangente, non ti rivolgesti ai medici del campo?<br />

Non denunciavo mai i miei malanni.<br />

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