PRIMO POLIZZI IL PRIGIONIERO CHE CANTA - liabarone.it
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Cercavi di inventare qualche trama?<br />
Non ricordo. Lavoravo molto di fantasia, questo sì.<br />
Per reagire ad un tale stato di abbrutimento avevate anche delle forme di<br />
socializzazione, o piuttosto vi isolavate reciprocamente?<br />
L’isolamento era fatale.<br />
L’isolamento c’era di notte...<br />
Capivi quando uno stava per morire, perché lo vedevi estraniarsi. Al massimo durava un giorno<br />
o due, poi crollava come un animale.<br />
Cercavo sempre di parlare della s<strong>it</strong>uazione pol<strong>it</strong>ica, non solo ma mi aggregavo ai gruppi che<br />
rispondevano a questo.<br />
Che gruppi erano?<br />
Partigiani, di altre c<strong>it</strong>tà.<br />
No.<br />
Capisco, ma tu mi dici «mi aggregavo ai gruppi che rispondevano a questo», a quei<br />
gruppi cioè che discutevano di pol<strong>it</strong>ica. Tutti i gruppi discutevano di pol<strong>it</strong>ica?<br />
Di cosa parlavano allora? Di cibo?<br />
La maggior parte parlava di cibo. Negli attimi di pausa dal lavoro, a volte mentre mangiavano.<br />
Raccontavano le mangiate che facevano a casa, o preconizzavano le scorpacciate che avrebbero<br />
fatto al r<strong>it</strong>orno. «Mangerò qui, mangerò là, mi farò fare questo, mi farò fare quello!…». Discorsi<br />
che non ho mai accettato. Mi avvicinavo a coloro che parlavano di ben altro: «Saranno arrivati<br />
a Bologna? Dicono che siano arrivati a Ravenna… ».<br />
Sì.<br />
No.<br />
Tu avevi diciannove anni, vero?<br />
Ti mancavano le compagnie femminili?<br />
C’era solo il problema della sopravvivenza, quindi?<br />
Io poi avevo un orgoglio, o una forza interna, chiamala come vuoi...<br />
Avevo la convinzione di farcela. Infatti, nei giorni immediatamente precedenti alla liberazione,<br />
dicevo che mi bastava arrivare al di là del confi ne. «Se muoio di là – pensavo – non mi interessa,<br />
ma io qui non voglio morire. Per non lasciare in mano ai tedeschi le mie ossa». Ed è stato<br />
proprio questo pensiero ad aiutarmi. Del resto, purtroppo, ho dovuto subire delle sconfi tte.<br />
Una volta, ad esempio, che avevo preso le difese di un deportato, mi massacrarono di botte.<br />
Fortunatamente rientrai nel campo con i miei piedi. Questo a Mauthausen.<br />
Intendi dire che l’abbrutimento consisteva anche nell’impossibil<strong>it</strong>à di difendere i<br />
tuoi compagni, pur di poter sopravvivere?<br />
Per cui, quando vedevo bastonare qualcuno, voltavo la testa. Anche perché progressivamente<br />
le forze diminuivano.<br />
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