Compendio di storia della scrittura latina. Paleografia ... - Gregoriana
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liste longitu<strong>di</strong>nali, le quali venivano <strong>di</strong>stese l’una accanto all’altra con i margini a<br />
contatto, sopra una tavola bagnata d’acqua. Fatto uno strato, si stendeva un altro nello<br />
stesso modo sopra <strong>di</strong> esso, <strong>di</strong>sposto in modo perpen<strong>di</strong>colare al primo. Tutto ciò era<br />
sottoposto a lavaggi ripetuti e a battiture con martelli <strong>di</strong> legno. La mucillagine o il succo<br />
che scolava dalle fibre conglutinava tutta la massa e si otteneva una «plagula» (χάρτεσ,<br />
in greco). Le «plagule» fibrose, <strong>di</strong> color bruno, potevano poi essere sottoposte ad<br />
ulteriori rifiniture; infine, esse erano messe in commercio, isolatamente o in rotoli (<strong>di</strong><br />
solito <strong>di</strong> 20 plagulae). L’altezza <strong>di</strong> un plagula o rotolo era <strong>di</strong> solito tra 20/30 cm.; ma<br />
esistevano alcuni rotoli <strong>di</strong> altezza doppia.<br />
Il papiro fu usato sia come supporto <strong>di</strong> scritture <strong>di</strong> opere letterarie, sia per i<br />
documenti. La parte interna del rotolo, dove le fibre appaiono <strong>di</strong>sposte in orizzontale, si<br />
denomina recta, invece quella esterna è denominata versa. Si scriveva, perché più<br />
facile, soltanto sulla parte recta. Più tar<strong>di</strong>, quando il primo testo <strong>di</strong>ventava inutile per il<br />
possessore, talvolta si scriveva anche sul verso. Tali papiri, aventi la <strong>scrittura</strong> da<br />
ambedue le parti si chiamano opistografa (óπiσθε - <strong>di</strong> <strong>di</strong>etro; γραφέσ).<br />
In latino il papiro è denominato papyrus, ma anche charta; nel me<strong>di</strong>oevo si trovano<br />
anche espressioni tomus chartaceus (o charticinus). Oltre che in Egitto, il papiro era in<br />
uso in tutto il territorio dell’Impero Romano. Fino al sec. IV d. C. i testi letterari si<br />
scrivevano prevalentemente su papiro; poi <strong>di</strong>ventò più frequente l’uso <strong>della</strong> pergamena.<br />
Per quanto riguarda i documenti, i più antichi <strong>di</strong> essi, quelli <strong>della</strong> cancelleria<br />
imperiale romana, sono scritti in papiro. Lo stesso vale anche per i più antichi<br />
documenti originali dei re merovingi -almeno fino alla metà del sec. VII-. Ai tempi <strong>di</strong><br />
Giustiniano (sec. VI), la fabbricazione del papiro <strong>di</strong>ventò monopolio <strong>di</strong> Stato.<br />
Quell’imperatore prescrisse che nessun documento fosse valido se il papiro su cui era<br />
scritto non portava al suo margine superiore (protocollum) l’in<strong>di</strong>cazione <strong>della</strong> fabbrica<br />
da cui era uscito e il nome del «comes sacrarum largitionum» del tempo in cui era stato<br />
fabbricato.<br />
L’uso del papiro in Occidente venne meno quando l’invasione musulmana rese<br />
<strong>di</strong>fficili i contatti commerciali con l’Egitto. Tuttavia la cancelleria papale continuò a<br />
scrivere i suoi documenti sul papiro oltre la metà del sec. XI. L’ultimo documento<br />
pontificio papiraceo che conosciamo è datato l’anno 1057. Per ottenere più facilmente<br />
questa materia scrittoria, essa fu coltivata in Sicilia, a Siracusa, dove cresce ancora oggi,<br />
sulle rive del fiume Ciane.<br />
Essendo assai fragile, non ci stupisce che i libri e i documenti in papiro dell’antichità<br />
siano andati persi nella maggioranza. Di ciò che è rimasto -talvolta solo frammetti- si<br />
danno notizie ampie nelle opere specializzate 60 .<br />
4.3 La pergamena<br />
Si tratta <strong>di</strong> pelle animale conciata e preparata in modo particolare, appositamente per<br />
accogliere l’inchiostro. Il cuoio (Leder) era usato per scrivere testi (ad esempio, la Tora<br />
degli ebrei), però la pergamena è più sottile, adatta a ricevere l’inchiostro. A quanto<br />
sembra, il primo centro <strong>di</strong>ffusore <strong>di</strong> questa materia scrittoria sarebbe stato Pergamon<br />
(Asia Minore, <strong>di</strong>nanzi all’isola <strong>di</strong> Lesbos, oggi nella Turchia). La denominazione <strong>di</strong><br />
charta pergaminea confermerebbe questo.<br />
60 Cfr. KARL PREISENDANZ, Papyruskunde, Stuttgar 2 1950; A. BATAILLE, Les papyrus, Paris 1955;<br />
ITALO GALLO, Greek and Latin Papyrology, London 1986. Il papiro serviva anche per fare lucignoli <strong>di</strong><br />
candele. Cfr. F. MASAI, in Scriptorium, 4 [1950] 282.<br />
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