Compendio di storia della scrittura latina. Paleografia ... - Gregoriana
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12.2.1 Diversa tipologia <strong>della</strong> gotica libraria<br />
a) La littera «de forma» - detta pure psalterialis, oppure gotica calligrafica -, è<br />
denominata <strong>scrittura</strong> elegante, a causa delle sue lettere alte e strette, tracciate sui co<strong>di</strong>ci<br />
lussuosi, anzitutto in Francia ed Inghilterra durante i sec. XIII-XV.<br />
b) La littera testura è la <strong>scrittura</strong> gotica <strong>di</strong> forme più angolose, in cui qualsiasi curva<br />
od occhiello <strong>di</strong>venta un esagono allungato verso l’alto. Essa si trova in Francia ed<br />
Inghilterra, ma in Germania <strong>di</strong>venta ancor più stilizzata, e finisce per essere adoperata<br />
nei libri <strong>di</strong> scuola e <strong>di</strong> liturgia.<br />
c) La littera rotunda è la gotica italiana, formata verso la metà del sec. XIII; essa<br />
esclude la “a” a doppia pancia, nonché il trattino che taglia a metà il segno «tironiano»<br />
usato per la congiunzione “et”. Le forme delle singole lettere sono rotondeggianti e<br />
mostrano un pronunciato chiaroscuro in verticale. Questa lettera non è molto <strong>di</strong>fferente<br />
dalla denominata «littera bononiensis» ed è adoperata per i libri <strong>di</strong> devozione e <strong>di</strong><br />
religione, soprattutto per quelli del coro liturgico.<br />
In Spagna nacque durante il sec. XIV un tipo nazionale per i testi in lingua spagnola:<br />
la <strong>scrittura</strong> redonda de libros, le cui lettere sono larghe e rotonde, i tratti verticali ed<br />
obliqui <strong>di</strong>ventano pesanti; sottili rimangono, tuttavia, i tratti ascendenti da sinistra a<br />
destra; molto caratteristiche sono la “d” unciale con lunga asta pesante e la “z” simile<br />
alla “s” finale delle parole greche.<br />
I gran<strong>di</strong> centri universitari -Parigi, Bologna, Oxford- si <strong>di</strong>stinsero per le cosiddette<br />
«lettere scolastiche». La littera bononiensis si formò durante gli ultimi anni del sec.<br />
XII e prima metà del sec. XIII, giungendo alla perfezione nella seconda metà dello<br />
stesso secolo. Fu usata durante il sec. XIV, finché non fu sostituita da forme preumanistiche.<br />
Le sue caratteristiche sono: l’arrotondamento <strong>di</strong> tutte le lettere, la<br />
compattezza <strong>della</strong> <strong>scrittura</strong>, le aste molto brevi sia in alto che in basso in confronto al<br />
corpo delle lettere, l’uso frequente del segno <strong>di</strong> origine tironniana per “con-” [ ], la<br />
stretta osservanza <strong>della</strong> “r” rotonda e <strong>della</strong> fusione delle curve contrarie [ ], la<br />
lineetta orizzontale dei compen<strong>di</strong> “per” e “qui” assai sottile e tracciata all’estremità<br />
delle aste [ ]; il segno d’abbreviazione generale molto ridotto, simile quasi ad<br />
un punto.- La littera bononiensis esercitò grande influsso in tutto il Veneto, in<br />
particolare nell’università <strong>di</strong> Padova. Scarso, invece, fu il suo influsso al Sud degli<br />
Appennini.<br />
La littera parisiensis si è sviluppata contemporaneamente a quella <strong>di</strong> Bologna. È<br />
meno accurata ed elegante, meno legata, meno rotonda, più spezzata e pesante, priva <strong>di</strong><br />
spaziosità e <strong>di</strong> regolarità. La “a” è talora simile al tipo italiano, a doppia pancia, come<br />
generalmente nella gotica francese; il segno <strong>di</strong> “et” è quasi sempre tagliato alla metà da<br />
un trattino orizzontale.<br />
Non esistono stu<strong>di</strong> appropriati sulla littera oxoniensis –Oxford-. In essa, la “a” può<br />
trovarsi nello stesso manoscritto in una triplice forma: aperta, chiusa all’italiana e chiusa<br />
alla maniera francese (con la doppia pancia) [ ]; la “s” finale può essere<br />
simile alla minuscola corsiva, oppure a quella rotonda [ ]. Tutto l’aspetto <strong>della</strong><br />
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