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Compendio di storia della scrittura latina. Paleografia ... - Gregoriana

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) La <strong>scrittura</strong> <strong>di</strong> Corbie.- Il tipo “a” - “b”, o <strong>di</strong> Corbie.- Questa abbazia stette<br />

all’avanguar<strong>di</strong>a <strong>della</strong> <strong>scrittura</strong> libraria durante il sec. VIII nel regno dei Franchi. Fondato<br />

dal re Clotario (657-673), il monastero <strong>di</strong> Corbie <strong>di</strong>pendeva, in un primo tempo, da<br />

quello <strong>di</strong> Luxeuil. Da ciò si spiega l’influsso insulare riscontrato nei co<strong>di</strong>ci che<br />

provengono da Corbie.<br />

Durante il sec. VIII, Corbie ebbe illustri abati, come Leucario, Mordramno e<br />

Adalardo. Da quel tempo si manifestò la tendenza verso una <strong>scrittura</strong> libraria più<br />

agevole. G. Battelli descrive 6 <strong>di</strong>versi tipi <strong>di</strong> <strong>scrittura</strong> procedenti da questo monastero<br />

nel sec. VIII. Il tipo “a” - “b” presenta la <strong>scrittura</strong> più caratteristica corbiense, molto<br />

ricercata e stilizzata, proveniente dalla corsiva merovingica. Essa è nata probabilmente<br />

quando già era in uso la carolina, cioè durante gli ultimi decenni del sec. VIII, ed era<br />

usata ancora durante i primi due decenni del sec. IX. La “a” <strong>di</strong> questa <strong>scrittura</strong><br />

assomiglia ad una lettera “i” accostata da una “c” [ ]; la “b” presenta un trattino<br />

orizzontale appoggiato all’asta <strong>della</strong> lettera, poco sopra l’occhiello <strong>della</strong> “b” [ ]. Se<br />

ne conoscono 35 co<strong>di</strong>ci, sparsi in molte biblioteche europee.<br />

Il tipo “Mordramno” ( Maurdramnus, abate <strong>di</strong> Corbie, +870) si trova innanzitutto in<br />

alcuni co<strong>di</strong>ci <strong>della</strong> Bibbia fatti scrivere da quell’abate. La forma <strong>della</strong> <strong>scrittura</strong> deriva<br />

dalla semionciale. La minuscola <strong>di</strong> “Mordramno” è posata, poco spontanea. La “n” è in<br />

forma maiuscola o minuscola; la “a” è <strong>di</strong> solito onciale, ma anche aperta (corsiva). Il<br />

segno tipico <strong>di</strong> questa <strong>scrittura</strong> è l’ingrossamento <strong>della</strong> parte iniziale delle aste<br />

<strong>di</strong>scendenti delle lettere “f”, “r” e “s”. Sono noti 18 co<strong>di</strong>ci <strong>di</strong> questa <strong>scrittura</strong>,<br />

provenienti dalla seconda metà del sec. VIII, oppure dagli inizi del sec. IX.<br />

In altri luoghi <strong>della</strong> Francia la precarolina si conosce dalla presenza <strong>di</strong> elementi<br />

corsivi ed elementi <strong>della</strong> corsiva merovingica. Spesso si scriveva l’asta <strong>della</strong> “h”<br />

inclinata verso sinistra 144 .<br />

11. La <strong>scrittura</strong> carolina<br />

Ai tempi del dominio romano esisteva in Europa un’unità grafica che, per causa <strong>della</strong><br />

<strong>di</strong>sgregazione dell’Impero occidentale e con la venuta dei regni barbarici, si è<br />

bruscamente interrotta 145 . Ciò che nacque da quella rottura è già stato visto sopra. La<br />

<strong>scrittura</strong> restò, nel suo complesso, romana, tuttavia si articolò in <strong>di</strong>rezioni <strong>di</strong>verse, dando<br />

come risultato una <strong>di</strong>spersione. Se quel movimento fosse continuato così, -sempre più<br />

tendente verso un maggiore particolarismo-, si sarebbe arrivati, anche me<strong>di</strong>ante la<br />

<strong>scrittura</strong>, a ciò che è successo riguardo al linguaggio, e cioè, alla creazione <strong>di</strong> tipi<br />

<strong>di</strong>fferenti <strong>di</strong> scritture, proprie dei singoli stati nazionali. La <strong>di</strong>spersione, però, fu evitata<br />

me<strong>di</strong>ante la nascita e la <strong>di</strong>ffusione d’un tipo <strong>di</strong> <strong>scrittura</strong> che era espressione <strong>della</strong> cultura<br />

romano-cristiana, universalistica, appartenente all’Impero rinnovato e cristianizzato per<br />

opera, tra gli altri, <strong>di</strong> Carlo Magno.<br />

144 Cfr. L.W. JONES, «The Scriptorium of Corbie», in Speculum, 22 (1947) 375-394. IDEM, «L’écriture<br />

de Corbie», in Corbie, abbaye royale, Lille 1963, 263-282. F. GASPARRI, «Le scriptorium de Corbie à la<br />

fin du VIII e siècle et le probleme de l’écriture a - b», in Scriptorium, 20 (1966) 265-272.<br />

145 Cfr. G. CENCETTI, o.c., pp. 110-121<br />

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