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Compendio di storia della scrittura latina. Paleografia ... - Gregoriana

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monasteri, prima nella Northumbria -Lin<strong>di</strong>sfarne, oggi: Holy Island-; Wearmouth-Jarrow,<br />

ove visse Beda il Venerabile; poi nella Mercia -verso il centro-sud dell’Inghilterra-, e<br />

ancora nel Wessex e nel Kent -parte meri<strong>di</strong>onale dell’isola-. Si formarono due correnti<br />

cristiane, le quali si sono incontrate durante il sec. VII: una celtica, l’altra romana. Vi<br />

erano tra <strong>di</strong> esse alcuni conflitti. Nell’anno 715 fu fatta la pace. L’arte e la <strong>scrittura</strong><br />

formatisi in Irlanda, <strong>di</strong> conseguenza, si <strong>di</strong>ffusero nelle isole britanniche.<br />

I primi contatti delle popolazioni insulari con la civiltà <strong>latina</strong> furono librari e letterari;<br />

perciò, elaborarono i testi prendendo i modelli <strong>della</strong> <strong>scrittura</strong> libraria romana. Alla fine del<br />

sec. VII l’evoluzione <strong>della</strong> <strong>scrittura</strong> irlandese era arrivata alla sua vetta: essa era<br />

calligrafica, in<strong>di</strong>cata nel me<strong>di</strong>oevo con la denominazione <strong>di</strong> litterae tunsae, la quale<br />

metteva in risalto le forme <strong>della</strong> <strong>scrittura</strong> semionciale, ma con alcuni elementi onciali. Gli<br />

autori moderni la denominano maiuscola insulare, perché lo sviluppo delle aste è minimo<br />

in confronto con il corpo delle lettere.<br />

Caratteristica generale <strong>della</strong> <strong>scrittura</strong> “insulare” è, secondo G. Cencetti, «l’estrema,<br />

manieratissima calligraficità, la spiccata roton<strong>di</strong>tà, il pesante chiaroscuro verticale, il minimo<br />

sviluppo delle aste». L’alfabeto è fondamentalmente semionciale, con eccezione delle lettere<br />

“D”, ora minuscola ora maiuscola, “F”, “N”, “R” , “S”, le quali sono spesso maiuscole.<br />

Tutte le aste ed i tratti dritti hanno un peculiare ornamento, consistente in una specie <strong>di</strong><br />

triangolo con la parte larga in alto - il cosiddetto «dens lupi» - che sembra provenire dalle<br />

ornamentazioni dei Celti: [ a, h, d ].<br />

Nelle fonti me<strong>di</strong>evali appare la denominazione <strong>di</strong> scriptura scottica - i monaci irlandesi,<br />

missionari sul continente europeo, erano chiamati “Scotti”-. J. Mabillon concede a questa<br />

<strong>scrittura</strong> il nome <strong>di</strong> «<strong>scrittura</strong> saxonica». Ai tempi recenti è prevalsa la denominazione<br />

<strong>scrittura</strong> insulare, che può essere <strong>di</strong> provenienza irlandese, oppure anglossasone. Secondo<br />

P. Rabikauskas, questa <strong>scrittura</strong> si può <strong>di</strong>videre in due tipi: a) maiuscola e b) minuscola.<br />

a) Caratteristiche dell’insulare maiuscola: l’uso del triangolo ornamentale nelle zampe<br />

e nelle aste delle lettere. La [ “a” ] rassomiglia a due “CC” accostate; la<br />

[“b”] e la [“l”] hanno formato <strong>di</strong> fiacone; la “f” e la “N” portano il tratto<br />

inferiore abbastanza in basso. Alcune lettere possono avere formato maiuscolo o<br />

minuscolo:<br />

[ a, a, R, r, S s N n ].<br />

La legatura “et” è caratteristica: . Da rilevare anche: [s + i; t + i].<br />

Per quanto riguarda l’origine e la durata <strong>della</strong> <strong>scrittura</strong> insulare, gli elementi<br />

caratteristici sono <strong>di</strong> origine irlandese, almeno <strong>di</strong> ambiente culturale irlandese, tipici del<br />

sec. VII. Dal sec. VIII provengono esemplari bellissimi <strong>di</strong> maiuscola insulare, (Book of<br />

Kells, Book of Durham, Gospels of Lin<strong>di</strong>sfarne). Dopo il sec. VIII, i manoscritti in<br />

maiuscola <strong>di</strong>ventarono più scarsi e furono molto rari durante il sec. X.<br />

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