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Compendio di storia della scrittura latina. Paleografia ... - Gregoriana

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Alcune abbreviazioni, provenienti dal sistema abbreviativo <strong>della</strong> <strong>scrittura</strong> insulare, sono<br />

<strong>di</strong>venute <strong>di</strong> uso comune anche in altre scritture, per esempio, nella precarolina, nella<br />

carolina, nella beneventana e nella gotica: [= autem)]; [= enim]; [= contra);<br />

[= est]; [= id est]; [= eius].<br />

La conoscenza del modo come si sono formate le abbreviazioni, insieme all’esercizio<br />

pratico, sono sufficienti per leggere i testi consueti me<strong>di</strong>evali, anchi i più recenti. Nei<br />

<strong>di</strong>versi settori specializzati -teologia, filosofia, scienze giuri<strong>di</strong>che, me<strong>di</strong>cina- fu abbastanza<br />

grande l’uso delle abbreviazioni. Nelle e<strong>di</strong>zioni del Quattrocento -<strong>di</strong> solito denominate<br />

«incunaboli»- e ancora in quelle del Cinquecento s’imprimeva in tipografia un testo simile<br />

a quello del manoscritto rispettivo, con tutte le caratteristiche delle lettere gotiche e delle<br />

abbreviazioni contemporanee. La conoscenza, perciò, dell’uso e delle forme delle<br />

abbreviature è necessaria per leggere i primi libri stampati 116 .<br />

10. Il particolarismo grafico me<strong>di</strong>evale<br />

L’uso <strong>della</strong> <strong>scrittura</strong> nell’Impero Romano era, in un certo senso, unitario. I <strong>di</strong>versi tipi<br />

<strong>di</strong> essa, dalla capitale all’onciale e la minuscola corsiva, erano usati contemporaneamente<br />

nelle Gallie e in Mesopotamia, sul Reno e sul Nilo: nell’intero territorio dell’Impero.<br />

Questo panorama unitario si incrinò fra i sec. V/VI, e fu <strong>di</strong>strutto durante i sec. VI/VII.<br />

Tre fattori generali 117 cospirarono contro quella uniformità:<br />

1) Le scuole e l’insegnamento dell’Impero Romano, progressivamente sciolte, ridusse<br />

il numero <strong>di</strong> persone che sapevano leggere e scrivere.<br />

2) Il cambiamento del sistema <strong>di</strong> produzione libraria, perché alle officine laiche <strong>di</strong><br />

tra<strong>di</strong>zione antica subentrarono, durante il sec. VI, i centri scrittori religiosi, siti presso le<br />

chiese cattedrali e i monasteri. I libri erano destinati non tanto al vasto pubblico o per<br />

116 Fra i lessici <strong>di</strong> abbreviazioni, è molto conosciuto quello <strong>di</strong> A. CAPPELLI, Dizionario <strong>di</strong> abbreviature<br />

latine ed italiane, Milano, ed. Hoepli, 4 1949. Supplemento: A. PELZER, Abbréviations latines mé<strong>di</strong>évales,<br />

Louvain-Paris 1964. M. Prou, nel suo manuale <strong>di</strong> paleografia, offre un elenco <strong>di</strong> abbreviazioni occorrenti nei<br />

manoscritti francesi; un simile elenco per le abbreviazioni spagnole si trova nelll’opera <strong>di</strong> A. Millares Carlo.<br />

Cfr. anche G. CENCETTI, Lineamenta..., 353-475. Per quanto riguarda l’uso del punto, cfr. P. RAFFI,<br />

«L’interpunzione nel libro manoscritto: mezzo secolo <strong>di</strong> stu<strong>di</strong>», in Scrittura e Civiltà, 12 (1988) 239-298.<br />

Nella primavera del 1988 ebbe luogo a Firenze un Convegno internazionale sull’interpunzione.<br />

117 Cfr. G. CENCETTI, o.c., pp. 64-70.<br />

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