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Compendio di storia della scrittura latina. Paleografia ... - Gregoriana

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Evoluzione <strong>della</strong> “E”<br />

5º.- Le legature e i nessi. Le legature sono collegamenti spontanei e naturali fra due<br />

o più lettere, e sono molto frequenti nella <strong>scrittura</strong> corsiva. I nessi, invece, sono fusioni,<br />

pensate e volute, dei tratti <strong>di</strong> due lettere successive, così che qualche tratto <strong>di</strong>venta<br />

comune per ambedue le lettere. Nelle scritture librarie e calligrafiche, come in epigrafia,<br />

si verificano <strong>di</strong> solito i nessi e non le legature. Queste piuttosto succedono nelle scritture<br />

corsive. Mentre nelle scritture moderne le lettere si collegano me<strong>di</strong>ante filetti iniziali e<br />

terminali, senza che il formato delle lettere subisca dei cambiamenti, nelle scritture<br />

antiche le lettere erano unite per mezzo dei tratti organici dei segni alfabetici: il tracciato<br />

<strong>della</strong> penna iniziato all’ultima componente <strong>della</strong> lettera precedente si continuava<br />

tracciando la prima componente <strong>della</strong> lettera seguente. Talvolta si arrivava alle forme <strong>di</strong><br />

alcune lettere assai mo<strong>di</strong>ficate.<br />

Legature: r + t // c + t Nessi: N+T // A+E<br />

1.2 Scopo <strong>della</strong> <strong>Paleografia</strong><br />

1º Lo stu<strong>di</strong>o paleografico ha uno scopo primario, elementare e pratico: leggere con<br />

precisione le testimonianze scritte sui tempi passati. Tuttavia questo non basta. La<br />

<strong>Paleografia</strong> non è semplicemente una pura tecnica, bensì comporta alcuni tentativi più<br />

scientifici.<br />

2º La <strong>Paleografia</strong> aiuta il ricercatore a stabilire il tempo ed il luogo d’origine degli<br />

scritti che non sono datati, rispondendo alle questioni: dove? quando? Non si accontenta<br />

con l’esame e l’elenco astratti delle <strong>di</strong>verse forme <strong>di</strong> <strong>scrittura</strong>, ma procede all’indagine<br />

dello svolgimento storico-cronologico delle forme <strong>di</strong> essa, nonché <strong>della</strong> loro <strong>di</strong>ffusione<br />

geografica; inoltre, esamina i caratteri esterni dei manoscritti, la modalità <strong>della</strong> loro<br />

composizione, la fattura, l’ornato, così da poter meglio orientarsi sulla loro origine nel<br />

tempo e nello spazio.<br />

3º La <strong>Paleografia</strong> aiuta anche alla correzione degli errori commessi dai copisti e dalle<br />

false letture entrate nelle e<strong>di</strong>zioni dei testi antichi, in particolare se non esiste più<br />

l’archetipo da cui è stata eseguita la trascrizione. Ecco alcuni esempi:<br />

a) Nel Corpus Iuris Civilis, il così detto Digestum <strong>di</strong> Giustiniano (e<strong>di</strong>to da Krüger)<br />

inizia con queste parole: «Facturus legum vetustarum interpretationem necessario prius<br />

[P.R.IVS] ab Urbis initiis repetendum existimavi». Mommsen ha corretto così:<br />

«...necessario populi Romani ius ab Urbis initiis repetendum existimavi...» 10 .<br />

10 Digestum 1, 2 (testo <strong>di</strong> Gaio: annotazione prima alla Legge delle XII Tavole).<br />

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