(VAS) Rapporto Ambientale - Comune di Serle
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<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Serle</strong> 080_<strong>VAS</strong>-RA_rev_01-00<br />
Piano <strong>di</strong> Governo del Territorio (P.G.T.) - Documento <strong>di</strong> Piano (DP)<br />
V.A.S. – <strong>Rapporto</strong> <strong>Ambientale</strong><br />
Allegato 3.A<br />
Ind 2 Rarefazione dello sviluppo urbano (sprawl)<br />
figura 02<br />
Descrizione e obiettivi<br />
L’in<strong>di</strong>catore evidenzia le porzioni <strong>di</strong> territorio in cui eventuali interventi <strong>di</strong> trasformazione urbanistica non<br />
determinano fenomeni <strong>di</strong> <strong>di</strong>spersione dell’e<strong>di</strong>ficato nel territorio (sprawl), generando fenomeni <strong>di</strong> consumo sia<br />
<strong>di</strong>retto che in<strong>di</strong>retto <strong>di</strong> suolo.<br />
L’obiettivo dell’in<strong>di</strong>catore è, quin<strong>di</strong>, <strong>di</strong> in<strong>di</strong>rizzare le scelte <strong>di</strong> trasformazione verso aree intercluse<br />
dall’e<strong>di</strong>ficazione esistente, in cui la valenza del suolo risulta sicuramente più scarsa.<br />
Stato <strong>di</strong> fatto comunale<br />
Il territorio comunale è caratterizzato da una notevole <strong>di</strong>spersione degli inse<strong>di</strong>amenti. A parte la porzione<br />
settentrionale dove le e<strong>di</strong>ficazioni sono sostanzialmente limitate a pochi e<strong>di</strong>fici rurali sparsi, il territorio risulta<br />
caratterizzato da una forte linearità dell’e<strong>di</strong>ficato, che ha sfruttato il tracciato dei principali elementi viabilistici,<br />
con particolare riferimento alla SP n.41 che collega il capoluogo comunale con il fondovalle.<br />
Come evidenziato dalla <strong>di</strong>stribuzione dei nuclei storici, il territorio comunale era caratterizzato da un notevole<br />
numero <strong>di</strong> centri abitati che, pur sviluppandosi lungo l’asse viabilistico principale, mantenevano una certa<br />
in<strong>di</strong>pendenza e separazione. Attualmente, invece, l’e<strong>di</strong>ficato ha portato alla saldatura del centro abitato <strong>di</strong> <strong>Serle</strong><br />
con le frazioni <strong>di</strong> Ronco e Villa a nord e <strong>di</strong> Magrena e Sorsolo a sud.<br />
La crescita ha quin<strong>di</strong> progressivamente saturato gran parte degli spazi lungo la SP n.41, cosicchè ora,<br />
attraversando <strong>Serle</strong>, si ha la percezione <strong>di</strong> un paese “lineare” dove resta sempre meno spazio per godere della<br />
vista della pianura e del lago <strong>di</strong> Garda ad est.<br />
Si sono mantenute, invece, fisicamente separate le frazioni <strong>di</strong> Berana al margine meri<strong>di</strong>onale del territorio<br />
comunale e <strong>di</strong> Castello al margine occidentale.<br />
In queste con<strong>di</strong>zioni la forma dell’e<strong>di</strong>ficato è assolutamente irregolare e frastagliata, anche a causa della<br />
particolare morfologia del territorio che impe<strong>di</strong>sce possibilità inse<strong>di</strong>ative nelle zone maggiormente acclivi. Il<br />
risultato è quin<strong>di</strong> un’e<strong>di</strong>ficazione a scarsa densità, spesso con residui e<strong>di</strong>ficatori rilevanti, a volte comunque non<br />
utilizzabili e con la formazione <strong>di</strong> molte aree intercluse marginali.<br />
In particolare, la <strong>di</strong>mensione eterogenea dei lotti o ambiti, dovuta alle caratteristiche orografiche a cui si è<br />
conformato il sistema stradale secondario, fa si che all’interno degli stessi non sia presente una densità<br />
costante (a lotti “ra<strong>di</strong>”, con pochi e<strong>di</strong>fici rispetto al totale della superficie fon<strong>di</strong>aria, si alternano lotti densi), con la<br />
conseguenza che l’immagine <strong>di</strong> <strong>Serle</strong> risulta come sommatoria <strong>di</strong> ambiti con una forte densità e<strong>di</strong>lizia che si<br />
alternano senza una logica apparente ad altri in cui prevale la presenza degli spazi ancora liberi.<br />
Occasionalmente sono presenti anche aree classificate dal PRG vigente isolate dai centri abitati.<br />
Sensibilità ambientale alla trasformazione<br />
Le classi <strong>di</strong> esistenza dell’in<strong>di</strong>catore sono state definite secondo il principio generale della limitazione dei<br />
fenomeni <strong>di</strong> <strong>di</strong>spersione urbana e, quin<strong>di</strong>, dell’impiego preferenziale <strong>di</strong> aree già urbanizzate o comunque<br />
intercluse nel tessuto urbanizzato prevedendo, solo in subor<strong>di</strong>ne, l’intervento in aree attualmente agricole.<br />
A tal fine è stata attribuita la sensibilità alla trasformazione ambientale minima alle aree già urbanizzate<br />
(in<strong>di</strong>pendentemente dalla loro destinazione d’uso specifica) e alle aree intercluse fra aree già urbanizzate o fra<br />
aree urbanizzate e infrastrutture, e alle aree classificate a verde privato dal previgente PRG. Solo<br />
successivamente si prevede la possibilità <strong>di</strong> trasformazione <strong>di</strong> aree agricole, ma localizzate in continuità con il<br />
territorio urbanizzato esistente. Le aree considerate maggiormente sensibili sono, invece, quelle <strong>di</strong>stanti dalle<br />
aree attualmente urbanizzate ed in grado <strong>di</strong> svolgere ancora in pieno la propria funzionalità ambientalepaesaggistica<br />
(Tabella 3.2.3).<br />
Le aree urbanizzate impiegate per l’elaborazione dell’in<strong>di</strong>catore sono state quelle in corrispondenza del centro<br />
abitato <strong>di</strong> <strong>Serle</strong> e delle sue frazioni, mentre non sono state considerate le aree e<strong>di</strong>ficate nel territorio agricolo, in<br />
base al principio per cui interventi in loro corrispondenza rappresenterebbero, comunque, fenomeni <strong>di</strong><br />
<strong>di</strong>spersione inse<strong>di</strong>ativa non accettabili.<br />
dott. Davide Gerevini pagina 52 <strong>di</strong> 116