(VAS) Rapporto Ambientale - Comune di Serle
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<strong>Comune</strong> <strong>di</strong> <strong>Serle</strong> 080_<strong>VAS</strong>-RA_rev_01-00<br />
Piano <strong>di</strong> Governo del Territorio (P.G.T.) - Documento <strong>di</strong> Piano (DP)<br />
V.A.S. – <strong>Rapporto</strong> <strong>Ambientale</strong><br />
Allegato 3.A<br />
Ind 3 Uso reale del suolo e Rete ecologica<br />
figura 03<br />
particolarmente destrutturato le comunità boschive. Dovrebbe, invece, essere favorita la conversione delle<br />
cenosi verso una maggiore maturità strutturale. Il pascolo è da evitare nei prati termo-acidofili presenti<br />
sull'altopiano, mentre la pratica dello sfalcio risulta favorevole, per il mantenimento <strong>di</strong> queste vegetazioni. Tale<br />
pratica deve essere conservata anche nelle aree limitrofe ai numerosi roccoli. Considerando la natura carsica<br />
dell'altopiano, è necessario ricordare che l'ambiente superficiale rappresenta la zona <strong>di</strong> assorbimento delle<br />
acque meteoriche le quali, percolando attraverso il sistema <strong>di</strong> fessure e cavità sotterranee, sono veicolo anche<br />
<strong>di</strong> eventuali sostanze inquinanti. Per preservare la qualità delle acque e l'integrità dell'ambiente ipogeo, è,<br />
quin<strong>di</strong>, necessaria un'attenta e corretta gestione della superficie. Sebbene non esistano fattori <strong>di</strong> vulnerabilità<br />
intrinseci, occorre sottolineare come la rarefazione <strong>di</strong> molte specie <strong>di</strong> chirotteri, fenomeno verificato anche su<br />
ampia scala, induca una particolare attenzione nei confronti <strong>di</strong> queste specie anche a livello locale, in<br />
particolare verso quelle più rare e minacciate.<br />
È necessario, quin<strong>di</strong>, valutare attentamente gli eventuali interventi or<strong>di</strong>nari e straor<strong>di</strong>nari da svolgersi nel sito<br />
SIC al fine <strong>di</strong> minimizzare i potenziali impatti sui chirotteri, specie che solitamente non vengono considerate<br />
nell’ambito della progettazione e della pianificazione <strong>di</strong> strategie <strong>di</strong> gestione. La presenza <strong>di</strong> numerose specie<br />
<strong>di</strong> anfibi e rettili pone la necessità <strong>di</strong> tutelare gli ambienti umi<strong>di</strong> e le pozze presenti e <strong>di</strong> garantire efficaci vie <strong>di</strong><br />
spostamento, soprattutto degli anfibi, durante le migrazioni riproduttive.<br />
Nella porzione settentrionale del territorio comunale con DGR n.5/23201 del 2 giugno 1992 è stato istituito dalla<br />
Regione Lombar<strong>di</strong>a anche Il Monumento Naturale “Altopiano <strong>di</strong> Cariadeghe”. Il Monumento si estende per circa<br />
400 ha, oltre ad ulteriori oltre 100 ha circa <strong>di</strong> zona <strong>di</strong> rispetto, interessando la porzione centrale e occidentale<br />
dell’altopiano. Tutta l’area che è classificata quale “monumento naturale” appartiene al territorio del <strong>Comune</strong> <strong>di</strong><br />
<strong>Serle</strong>.<br />
Le principali finalità con le quali è stato istituito il monumento sono:<br />
- conservare, anche in funzione dell’uso sociale, le caratteristiche naturali e geomorfologiche dell’Altopiano <strong>di</strong><br />
Cariadeghe ed in particolare la completa e permanente percettibilità delle forme carsiche;<br />
- assicurare la più efficace azione protettiva dell’assetto idrogeologico della zona;<br />
- <strong>di</strong>sciplinare e controllare la fruizione del territorio ai fini ricreativi, <strong>di</strong>dattici, scientifici e culturali;<br />
- promuovere e valorizzare le attività agro-silvo-pastorali, qualificando le dotazioni agricole e garantendo la<br />
continuità del pascolo e della coltivazione del bosco, in<strong>di</strong>spensabili fattori per il mantenimento dei valori<br />
ambientali della zona.<br />
Oltre a quanto riportato dalla legge istitutiva, il Piano della riserva specifica che la riserva dovrà trascendere<br />
dalla <strong>di</strong>mensione locale e si dovrà porre, in una <strong>di</strong>mensione territoriale, in relazione all’insieme <strong>di</strong> analoghi<br />
contesti, caratterizzati da forte peculiarità naturalistica, presenti nell’intera Lombar<strong>di</strong>a. Essa sarà così, non solo<br />
un ambito isolato dove le forme fisiche della natura trovano la loro massima espressione <strong>di</strong> tutela, ma <strong>di</strong>venterà<br />
parte attiva <strong>di</strong> quel “micro sistema” <strong>di</strong> musei naturali in grado <strong>di</strong> contribuire alla compensazione bioecologica e<br />
all’autodepurazione dell’ambiente, oltre a funzionare come laboratori per la ricerca scientifica, l’attività <strong>di</strong>dattica<br />
permanente e rispondere alla domanda sociale <strong>di</strong> natura. Gli interventi previsti e giu<strong>di</strong>cati compatibili saranno<br />
volti alla conservazione e valorizzazione <strong>di</strong> un ecosistema pregevole e significativo dal punto <strong>di</strong> vista<br />
naturalistico che proprio in virtù del piano e della sua <strong>di</strong>vulgazione <strong>di</strong>venterà patrimonio dell’intera regione in<br />
grado cioè <strong>di</strong> giovare sia alle comunità locali, sia ad una collettività più ampia <strong>di</strong> visitatori esterni.<br />
Aspetti zoologici della fauna sotterranea<br />
Il valore faunistico della riserva, per quanto attiene la fauna ipogea ed endogena, è in genere elevato e sono<br />
stati riconosciuti cinque endemismi della riserva, ritrovati nel Bus del Budrio, nel Bus del Zel e nell’Omber en<br />
banda al Bus del Zel.<br />
I siti e le aree <strong>di</strong> maggiore interesse (biotopi) sono riconoscibili in:<br />
- fascia est-ovest che decorre a nord del M. Zucco e del M. S. Bartolomeo, dal bivio per il Casinetto alle falde<br />
del M. Dragoncello: la grande concentrazione <strong>di</strong> depressioni carsiche le fa assumere un ruolo<br />
fondamentale nell’assorbimento delle acque meteoriche che sono drenate in profon<strong>di</strong>tà proprio seguendo<br />
in <strong>di</strong>rezione ovest l’asse della sinclinale che determina lo conca stessa dell’altopiano; al suo interno si<br />
possono, in particolare, <strong>di</strong>stinguere: la grande depressione dolinare ad ovest del M. Zucco, la zona <strong>di</strong><br />
gran<strong>di</strong> doline a nord-est del M. Zucco, la zona del Bus del Zel e la zona a sud-ovest della Cascina del<br />
<strong>Comune</strong>;<br />
- fascia che partendo dalla sella a nord <strong>di</strong> Fienile Rossino sale verso Scalette Albere e verso la zona<br />
culminante del M. Ucia sul versante est;<br />
- piccola area a sud <strong>di</strong> Fienile Rossino comprendente una depressione dolinare.<br />
In particolare, tra le grotte <strong>di</strong> maggiore interesse naturalistico si evidenziano il Bus del Zel, l’Omber en banda al<br />
Bus del Zel, il Bus del Budrio e il Bus del Prà derent.<br />
dott. Davide Gerevini pagina 57 <strong>di</strong> 116